Missioni Consolata - Maggio 2015

copricapo di piume in testa, ma soprattutto il volto dipinto di color nero pece. Proviene dall’Alto Soli- mões, municipio di Santo Antônio do Içá, ma adesso risiede con la famiglia alla periferia di Manaus. «Sono venuto a Manaus perché voglio che i miei tre figli studino. Perché, dopo gli studi, possano far va- lere i nostri diritti come promotori di giustizia, av- vocati o giudici. Il governo brasiliano deve ricordare che noi siamo popoli originari e che stiamo qui da più di 600 anni. In passato ci hanno ucciso e massa- crato. Oggi ci disprezzano. Vogliamo che i nostri di- ritti passino dalla carta alla pratica». Anche dalle sue parole esce una foresta intesa come «casa», lontanissima dalla concezione dei bianchi, che la vedono invece come una «miniera» da sfrut- tare. In lingua indigena il nome di Eledilson è Kauixe, che - tanto per confermare la simbiosi con la natura - si- gnifica «albero grande e forte». «Noi siamo nati nella natura. Noi facciamo parte di essa. Se la di- struggiamo, distruggiamo noi stessi». • Esso tocca ogni tipo di aspetto: economico, so- ciale, culturale, ambientale e ovviamente quello della biodiversità». In Brasile, ovunque ci siano progetti di centrali idroelettriche, ci sono proteste, in particolare da parte dei popoli indigeni. «Secondo una nostra inchiesta dell’anno scorso, il 95% delle persone del territorio in cui operiamo considera Itaipu essenziale per lo sviluppo della regione. Si tratta della prova che un’impresa può e deve essere strategica per il luogo dove va ad ope- rare. Può e deve portare benefici per le persone che vi abitano, siano esse brasiliane, giapponesi, italiane o indigene. Noi lo abbiamo fatto attra- verso Cultivando Agua Boa ». Produzione e ambiente possono coesistere? «Noi pensiamo che sia possibile conciliare la pro- duzione di energia con le esigenze di preserva- zione ambientale. Una volta si riteneva che l’am- biente fosse un nemico dello sviluppo. Oggi la vi- sione è cambiata: l’ambiente è essenziale per la sostenibilità di oggi e di do- mani». Perché prevale sempre e comunque lo stesso mo- dello di sviluppo? «Noi abbiamo invitato a parlare personaggi come Leonardo Boff ( teologo ed ecologi- sta, ndr ). Per noi dis- cutere il modello è fondamentale. Lo di- mostra il fatto che abbiamo introdotto nel dibat- tito temi quali il cambio climatico e la “felicità in- terna lorda”». S e i progetti socioambientali attuati nell’am- bito del programma Cultivando Agua Boa sembrano interessanti (non abbiamo però avuto modo di verificarli sul campo), non pos- siamo dimenticare alcuni fatti storici. Per esempio che, per costruire Itaipu, furono sacri- ficate le cascate di Guaira, considerate le maggiori del mondo per portata d’acqua, e obbligate al tra- sferimento decine di comunità guarani, mai inden- nizzate. D’altra parte, oggigiorno anche la comu- nità scientifica internazionale è concorde nell’af- fermare che il futuro per l’energia idroelettrica ri- siede in impianti di piccole dimensioni. Troppe in- fatti sono le conseguenze negative prodotte dalle grandi dighe sulle persone e sull’ambiente. Forse il governo di Brasilia dovrebbe capire che è giunto il tempo di tornare al dialogo, mettendo da parte prepotenza e arroganza. Paolo Moiola S ITI WEB DELLE IMPRESE : • la centrale di Belo Monte : http://norteenergiasa.com.br • la centrale di Itaipu : www.itaipu.gov.br ; www.cultivandoaguaboa.com.br • la centrale delle Tre Gole, in Cina : www.ctgpc.com. 40 MC MAGGIO 2015

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