Missioni Consolata - Maggio 2015

MAGGIO 2015 MC 29 a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 4. METZ YEGHÉRN IL GRANDE MALE Il 24 aprile si è commemorato il centenario del genocidio del popolo armeno, un crimine efferato che la Turchia non ha ancora riconosciuto come una delle pagine più nere della sua storia, in cui furono steminate e deportate milioni di persone. Per capire l’origine del Grande Male o Metz Yeghérn , come è definito il genocidio in lingua armena, bisogna risalire al 1877. Dopo una guerra tra la Russia zarista (sostenuta dall’Impero Austroungarico) e l’Impero Ottomano (sostenuto dall’Inghilterra), Romania, Montenegro e Serbia divennero indipendenti, nacque la grande Bulgaria tributaria dell’impero e il territorio dell’Armenia venne diviso tra le due potenze contendenti. Nel trattato di pace che ne seguì (pace di Santo Stefano, 3 marzo 1878) venne inserita una clausola che affidava alla Russia la tutela della minoranza armena, in gran parte cristiana ortodossa, presente nell’Impero Ottomano. Questa clausola non fu mai del tutto accettata dalla Sublime Porta (così veniva chiamata la Corte del Sultano a Kostantiniyye , l’antica Costantinopoli, dal 1923 rinominata Istanbul) né dagli Ufficiali del Movi- mento dei Giovani Turchi che di lì a pochi anni avrebbero preso il potere. Volendo realizzare una na- zione etnicamente omogenea, ogni enclave era vista come possibile testa di ponte delle potenze stra- niere ostili che già avevano umiliato l’impero. L’Armenia era vista per questo come una minaccia per- manente. Nacque tra la popolazione turca, e venne alimentato ad arte dai suoi governanti, un senti- mento di ostilità nei confronti degli armeni che si concretizzò in massacri di innocenti, costringendo i sopravvissuti a penose migrazioni. Nel nostro colloquio con donna Zorair, icona immaginaria, vittima di quella persecuzione, cerchiamo di essere fedeli alla verità storica per ridare dignità a un popolo profondamente umiliato nel corso della storia.

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