Missioni Consolata - Aprile 2015

nora assente nonostante la pre- senza di un migliaio di bambini. Anche Corcolle, prima di Tor Sa- pienza, ha vissuto giorni di ten- sione fra residenti e migranti. Ma, se la presenza degli stranieri è stata la goccia, pronto a traboc- care c’era tutto un vaso. Gli inizi dell’accoglienza Eppure, la città non si è certo ac- corta ieri del fenomeno migrato- rio: «Il centro di ascolto stranieri di via delle Zoccolette», racconta Lorenzo Chialastri, responsabile del Centro Ascolto Stranieri di Via delle Zoccolette dal 2003 e dell’ A- rea Immigrazione della Caritas di Roma dal 2013, «ha aperto nel 1981, probabilmente fra i primi in Italia. All’epoca, i migranti in città erano eritrei, filippini e capover- diani che andavano via via sosti- tuendo gli italiani come lavoratori domestici. Probabilmente nella percezione nazionale lo spartiac- que è stato il 1991, anno dell’ar- rivo in Puglia dei barconi con i ventisettemila migranti albanesi. L’anno successivo, il comune di Roma ha aperto l’ Ufficio Speciale per l’Immigrazione ». Dal 1981, il centro di ascolto della Caritas ha registrato oltre 250 mila schede personali, ogni anno non è l’aria che tira a Roma, è solo una delle sue correnti. Ma è la corrente che fischia più forte, che fa svolazzare i giornali, che sco- perchia i tetti e rompe i vetri nelle periferie. Tor Sapienza, con le immagini de- gli scontri e delle proteste anti-im- migrati dello scorso novembre, è sempre lì, nello stesso spicchio di città che il 105 attraversa, in quella Roma Est che secondo la ri- vista online Vice era fino a pochi anni fa «poco meno che un mi- stero» per i giornali e per gli altri abitanti dell’Urbe. Ma Tor Sa- pienza è, nella recente memoria collettiva romana, dove rimarrà impressa per molto tempo, anche quella frase pronunciata in una in- tercettazione dal presidente della Cooperativa 29 Giugno , Salvatore Buzzi, oggi detenuto nel carcere nuorese di massima sicurezza di Badu ’e Carros dopo che l’opera- zione Mondo di Mezzo condotta dai Ros, ha portato alla luce nel dicembre scorso il suo ruolo chiave nella vasta rete criminale di stampo mafioso facente capo all’ex Nar Massimo Carminati: «Tu c’hai idea di quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende di meno». Spetterà a nuove indagini e ai suc- cessivi processi chiarire le respon- sabilità della vicenda di Mafia Ca- pitale , comprese le ipotesi di ma- nipolazione della protesta di no- vembre proprio da parte della cu- pola romana di Carminati e Buzzi. Ma che la mala gestione del feno- meno migratorio e, più in gene- rale, del disagio, accenda le micce in quella che i media hanno chia- mato la «polveriera delle perife- rie» è evidente, da tempo. A Corcolle - zona del VI Municipio a venti chilometri da Termini, estremo brandello orientale della città - basta un nubifragio perché le strade e le case siano som- merse dall’acqua. Il manto stra- dale è in condizioni pessime, l’Adsl non arriva, e solo lo scorso ottobre l’Asl ha approvato l’aper- tura di un servizio di pediatria, fi- conta seimila nuovi utenti che ef- fettuano più di venticinquemila ri- chieste di servizi allo sportello. Of- fre ascolto dei bisogni, orienta- mento nella ricerca di alloggio e di lavoro, corsi di italiano e assi- stenza legale, con particolare at- tenzione agli utenti più vulnerabili come i rifugiati e le vittime di tratta. Nove assistiti su dieci sono immi- grati regolari; quanto alla pre- senza di immigrati irregolari in città, come per i dati nazionali, è difficile azzardare una stima. Lo scorso anno a fronte di 170 mila arrivi in Italia sono state avanzate solo sessantamila richieste d’asilo. Che fine hanno fatto gli altri? Quanti sono rimasti in Italia? Molti rifiutano di farsi prendere le impronte digitali perché vogliono potersi spostare in altri paesi eu- ropei senza rischiare di essere «dublinati», cioè rimandati in Ita- lia sulla base del Regolamento di Dublino , il quale stabilisce che i migranti richiedenti asilo devono risiedere nel paese competente a esaminare la loro domanda, cioè quello di prima accoglienza, dove è avvenuta l’identificazione. è chiaro che al rifiuto dei migranti di farsi registrare si accompagna un equivalente lasciar correre delle Cooperando… 68 MC APRILE 2015 © Chiara Giovetti

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