Missioni Consolata - Aprile 2015

APRILE 2015 MC 45 sioni con un governo democraticamente eletto - né di profugo ambientale - categoria che non gode ancora di un riconoscimento giuridico -, defini- zione che calzerebbe perfettamente su coloro che fuggono dal paese asiatico, il cui territorio, noto- riamente, è flagellato da pesanti inondazioni e ora sempre più soggetto a periodi di siccità. Le giornate passano tra la noia, la sfiducia accu- mulata in mesi di attesa e la tensione per l’incer- tezza sul proprio futuro. La «Scuola Verde» non è certamente il luogo più adatto a ospitare dei mi- nori: era già stata dichiarata non agibile, e i ra- gazzi sono lasciati soli nelle ore notturne. Molti di loro però hanno costruito relazioni positive con il territorio: operatori, volontari, tutori che li hanno avuti in consegna per mesi. Il mattino del 21 ottobre arriva il trasferimento a sorpresa: saranno portati tutti in una nuova struttura, un altro centro di prima accoglienza a Melilli, nella frazione Città Giardino. Proprio come Kunta Kinte Sheriff arriva dal Gambia, dal villaggio di Badibù, lo stesso di Sarjo, ma lui è partito prima. Appartiene al gruppo etnico Mandinka, proprio come Kunta Kinte, il protagonista di Radici , fortu- nato film per la televisione tratto dall’omonimo ro- manzo dello scrittore afroamericano Alex Haley. Erano gli anni ’70 e un’intera generazione di ra- gazzi italiani fece il tifo per quel nero forte e co- raggioso che lottava per i suoi diritti. Per Sheriff, Kunta Kinte è esistito davvero: «È il nostro eroe nazionale», dice. Lui ha seguito il destino del suo illustre antenato imbarcandosi su una moderna nave negriera, verso un luogo in cui la libertà si conquista ancora a caro prezzo. Anche il suo è stato un viaggio lungo e difficile. Sheriff mostra un tesserino da giornalista e rac- conta che, grazie a una borsa di studio, aveva ini- ziato uno stage presso la radio privata «Kids with talents» (Kwt 107.6 fm) che si occupava di sport e giovani di talento. Sheriff aveva visitato alcune co- munità rurali per raccogliere le opinioni degli abi- tanti sulla decisione del presidente Jammeh Yahya 1 di vietare il gioco del calcio durante la sta- gione delle piogge - giugno-ottobre - per indurre i giovani a lavorare nei campi di arachidi, princi- pale prodotto di esportazione. Un intervistato aveva espresso delle critiche, e Sheriff poco tempo dopo aveva ricevuto una telefonata: la cosa era arrivata alle orecchie di Yahya, che non aveva gradito il contenuto dell’intervista. Avrebbe po- tuto mandare i suoi jungullers (una specie di mili- zia privata al soldo del dittatore) a ucciderlo. She- riff allora non ha perso tempo ed è fuggito. Ha percorso 200 km a piedi per entrare in Senegal, di lì in Mauritania, e poi in Marocco da dove ha ten- tato più volte di raggiungere l’Europa. Per pagare il resto del viaggio, ha lavorato per un periodo come muratore a Tangeri, dove viveva in edifici abbandonati alla periferia della città. Ma una notte è stato costretto a scappare per una retata della polizia. Raggiunta Tetouàn, si è nascosto nella foresta di Cassiago, dove erano accampate centinaia di «fratelli» di altri paesi del West Africa . Per entrare a Ceuta, l’enclave spagnola, ci sono due modi: attraversare a nuoto quel lembo di mare che la separa dal Marocco, oppure scaval- care il muro fatto di recinzioni alte sei metri e sor- montato da reticolati di filo spinato 2 . Sheriff era su quel muro quando è stato catturato. In pri- gione, i poliziotti marocchini gli gridavano sporco negro e lo hanno lasciato senza mangiare per due giorni. Al secondo tentativo è stato deportato alla frontiera con l’Algeria. Superato il confine, è stato nuovamente arrestato a Maghnia, dove è stato co- stretto a passare la notte dentro a una buca. Fuggito di là, ha capito che la sua ultima spe- ranza era la Libia. Ora vive con Sekou «il Saggio», che ha in- contrato a Tripoli ed era con lui sulla barca che lo ha portato in Sicilia, in un apparta- mento dello Sprar (il Sistema di Protezione per Migranti e Richiedenti Asilo) ad Aci DOSSIER MC SICILIA MIGRANTI

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