Missioni Consolata - Aprile 2015

16 MC APRILE 2015 qui c’è la Caritas Haiti e in ogni diocesi c’è una Caritas diocesana. Occorre dunque rinforzare queste Caritas. Succede invece che ven- gono dati soldi ad organizzazioni terze venute dall’estero. È impor- tante che la Cei e Caritas Interna- tionalis sostengano direttamente la nostra Caritas. Se il papa parla in questo modo è per evitare che si moltiplichino in eccesso gli interventi sul terreno, a nome della chiesa. La chiesa lo- cale deve assumere la sua respon- sabilità nei confronti della gente, ma per questo ha bisogno dell’ap- poggio della comunità internazio- nale e delle istituzioni sorelle. Sarebbe importante non fram- mentare i diversi interventi. È quello che è successo dopo il ter- remoto: diverse Caritas sono arri- vate ad Haiti e si sono installate. Molte hanno aiutato la Caritas Haiti, ma allo stesso tempo hanno fatto i loro progetti. A volte c’è stata duplicazione, a volte molti soldi sono stati spesi in ammini- strazione o nell’acquisto di veicoli e affitto di case. E questo ha fatto sì che la popolazione alla quale questi soldi erano destinati abbia ricevuto solo una piccola parte di essi. Ci lamentiamo molto di que- sta situazione in Haiti. Se un’altra istituzione viene a la- vorare ad Haiti deve farlo in coo- perazione, in comunione con la struttura locale, per dare anche una visibilità alla chiesa locale. Non escludiamo il partenariato». a livello sociale vediamo un grande scontento rispetto all’e- secutivo attuale, perché forse la gente sperava in qualcosa che non è arrivato. E la crisi è peggio- rata. Cosa bisognerebbe fare e che programma ha la chiesa a li- vello sociale? «A livello sociale la situazione è molto tesa. Occorre dire che la gente sta vivendo un momento disastroso, nel senso che molte famiglie vivono in povertà, manca lo stretto necessario. Per questo è una situazione davvero esplosiva. Sarebbe importante che noi chiesa riuscissimo ad accompa- gnare le nostre comunità per arri- vare a una normalizzazione della situazione sociale. Ma la chiesa ha potuto dare l’accompagnamento nei limiti delle sue capacità. Noi chiesa haitiana viviamo la crisi del nostro paese. Per questo sarà an- cora necessario il supporto delle chiese sorelle per aiutare la gente. Ma chiese e istituzioni sorelle de- vono intervenire per fare in modo che la chiesa haitiana faccia il la- voro di accompagnamento e di evangelizzazione della popola- zione. Gli haitiani conoscono la loro chiesa e sanno che ha attual- mente ha grossi problemi econo- mici». Marco Bello sceremo una situazione ancora peggiore. Per far questo ognuno deve portare il suo contributo per la costruzione di un contesto che possa aiutare allo svolgimento dello scrutinio. Se questo avve- nisse è sicuro che si andrebbe verso una normalizzazione della situazione. È questo che speriamo e dovrebbe essere il desiderio di tutti. Volere che il paese ritrovi una situazione di pace. Per questo pensiamo che la maggioranza de- gli haitiani vuole le elezioni, per cambiare i dirigenti a livello del governo e avere della gente ca- pace di gestire il paese secondo criteri democratici attraverso isti- tuzioni democratiche». La comunità internazionale ha sempre giocato un ruolo molto forte in haiti. Come vede la sua influenza nel contesto di oggi? «Non possiamo funzionare in modo isolato. Ai giorni nostri il pianeta è interconnesso. Vuol dire che abbiamo bisogno dell’apporto della comunità internazionale per arrivare all’organizzazione di buone elezioni nel paese, avere osservatori internazionali, un aiuto finanziario, consigli per risol- vere la crisi. Non possiamo ta- gliare le relazioni con la comunità internazionale. Quindi è buona cosa che ci accompagni, ma ben inteso, non significa fare al nostro posto, quanto piuttosto darci l’il- luminazione affinché noi siamo in grado di organizzare delle buone elezioni e scegliere i politici idonei per ben gestire il paese». E cosa pensa delle organizzazioni internazionali sbarcate in gran quantità dopo il terremoto? «Il papa ha appena detto che oc- corre rinforzare la chiesa locale: haiti # A destra : papa Francesco parla a mons. Langlois, dopo la sua «crea- zione» a cardinale. © Af Ceh

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