Missioni Consolata - Novembre 2014

NOVEMBRE 2014 MC 79 Bahá’u’lláh, il Promesso Pochi anni dopo, uno dei più fer- venti e rispettati seguaci del Báb, Mírzá Ḥusayn-`Alí Núrí, rinchiuso in una prigione sotterranea a Teheran, ebbe l’intuizione di es- sere il Promesso a cui aveva fatto riferimento il Báb, e assunse il ti- tolo di Bahá’u’lláh («Gloria di Dio» in arabo). I bahá’í ritengono che la mis- sione del Báb fosse preparatoria per la venuta di Bahá’u’lláh, così come quella di San Giovanni Bat- tista fu di preparare i cuori degli uomini alla venuta di Gesù. Nato nel 1817, in una nobile fa- miglia, Bahá’u’lláh aveva vissuto fino ad allora una vita agiata ed era destinato a succedere al pa- dre nelle mansioni di governo, secondo le usanze dell’epoca. Con l’adesione al nuovo credo, che prese il nome di Bahá’í, do- vette subire durissime repres- sioni, prigionie e una serie di suc- cessivi esili che lo portarono dap- prima a Baghdad, poi a Costanti- nopoli, Adrianopoli e, infine, ad `Akká, in Palestina, dove morì il 29 maggio 1892. Bahá’u’lláh scrisse numerosi testi - almeno un centinaio - tra let- tere, trattati e opere mistiche, delineando i caratteri della nuova rivelazione di Dio 1 . Bahá’u’lláh è considerato dai bahá’í il più recente nella succes- sione dei messaggeri di Dio che trova la sua origine molto prima luppano, sono le «membra» e gli «organi» necessari perché l’a- nima possa progredire nei mondi al di là della vita terrena. La società globale Accanto agli insegnamenti mi- stici, spirituali e morali (pre- ghiera quotidiana personale, di- giuno, il progresso dell’anima dopo la morte, astensione da maldicenza e pettegolezzo), la fede Bahá’í propone anche un preciso modello organizzativo per la comunità bahá’í globale. Tale modello, che prende il nome di «Ordine amministrativo bahá’í», non prevede clero né guide spirituali. Seguendo la struttura fissata da Bahá’u’lláh, le comunità bahá’í conducono i loro affari per mezzo di un si- stema di consigli direttivi, chia- mati assemblee spirituali, libera- mente eletti che sfidano le idee comunemente accettate sui li- miti insiti nella democrazia. L’au- torità di decidere gli affari comu- nitari sta nelle mani di questi consigli direttivi che funzionano a livello locale, nazionale e inter- nazionale. Anche se molti dei suoi elementi sono affini ad altri metodi di elezione democratica, l’amministrazione e il governo nel sistema bahá’í, quando lo si considera nel suo insieme, si pongono in netto contrasto con i modelli correnti. Il processo elet- torale, ad esempio, esclude qual- MC RUBRICHE dei tempi storici includendo Abramo, Mosè, Krishna, Zoroa- stro, Budda, Cristo e Muham- mad. L’unificazione dell’umanità Il tema centrale del messaggio di Bahá’u’lláh è l’unità dell’uma- nità, la sua unificazione in una società globale. Dio, secondo Bahá’u’lláh, ha messo in moto forze storiche che stanno spaz- zando le tradizionali barriere di razza, classe, credo e nazione e che creeranno nel tempo una ci- viltà universale. La sfida princi- pale che le genti del mondo de- vono affrontare è quella di accet- tare la loro unicità e di sostenere il processo inevitabile dell’unifi- cazione: «La terra è un solo paese e l’umanità i suoi citta- dini». «Il benessere dell’umanità, la sua pace e la sua sicurezza sa- ranno irraggiungibili, a meno che e finché la sua unità non sia sal- damente stabilita», recita uno dei principi base. Bahá’u’lláh insegna che ciascun essere umano è «una miniera ricca di gemme preziose». Scopo della vita è lo sviluppo di queste capacità a beneficio non solo della vita individuale ma anche dell’intera umanità. La vita in questo mondo assomiglia a quella di un feto nel grembo della madre: le capacità morali, intellettuali e spirituali che, con l’aiuto di Dio, gli esseri umani svi-

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