Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

MC ARTICOLI Ryan/Flickr.com Pvz.it/Flickr.com dei nazisti poi. Questo è evidente nei musei storici del paese che raccontano l’occupazione nazista valutandola quasi positivamente rispetto a quella sovietica. Prima della seconda guerra mon- diale Vilnius ospitava una delle comunità ebraiche più importanti d’Europa, tanto che nel 1925 fu scelta come sede dell’Istituto di Ricerca Scientifica Yiddish Yivo. Negli stessi anni sorsero un gran numero di scuole, biblioteche, teatri, sinagoghe e case di pre- ghiera, e sei quotidiani ebraici. Quando Hitler invase l’Unione So- vietica, e l’esercito arrivò in Litua- nia, si scatenò una carneficina: in soli cinque mesi, dal luglio al di- cembre 1941, oltre 160mila per- sone furono uccise: l’80% della popolazione ebraica. Alla fine della seconda guerra mondiale, la comunità ebraica lituana risultava praticamente azzerata. La Lituania fu anche l’unica delle repubbliche sovietiche in cui una forte resistenza armata si oppose alla rioccupazione dell’Urss, che ebbe inizio già nel 1944 e durò fino al 1953, anno della morte di Stalin. I partigiani lituani, chia- mati «Fratelli della foresta», con la loro guerriglia scoraggiarono la politica di immigrazione russa che invece stravolse la fisionomia di Estonia e Lettonia. Nonostante questo, si stima che si trovino co- munque in Lituania 115 diverse comunità etniche la cui convi- venza non è sempre facile. Un’altra caratteristica dell’oppo- sizione antisovietica lituana è il ruolo della Chiesa cattolica, so- stanzialmente assente in Estonia e Lettonia, come «polo di attra- zione della dissidenza». Dopo l’indipendenza nel 1991, la Chiesa cattolica ha rapidamente ripreso possesso delle proprietà ecclesiastiche riconsacrando i luoghi di culto. Oggi circa l’80% dei lituani si dichiarano cattolici. Fra le minoranze religiose ci sono gli ortodossi (4%), i protestanti (2%), e altre confessioni. Soviet nostalgia? I conti con il proprio passato si fanno non solo ricordando l’orgo- glio e celebrando il senso di iden- tità nazionale, ma anche recupe- questa relazione forte e ambigua con la Polonia rimangono ancora oggi segni evidenti. Nel 1654 la Russia invase tempo- raneamente la Confederazione, impossessandosi di una parte considerevole dei territori, e nel 1795 tutta la Lituania passò sotto il dominio russo. Mentre Estonia e Lettonia vennero governate come province autonome, sulla Lituania il governo russo esercitò un controllo molto più rigoroso perché il rischio di ribellione sem- brava più alto. L’aspirazione alla rinascita nazio- nale del popolo lituano raggiunse l’apice tra il XIX e l’inizio del XX secolo, anche grazie al rapido svi- luppo industriale di Vilnius e degli altri centri urbani, e riuscì a rea- lizzarsi in un breve periodo di in- dipendenza alla fine della prima guerra mondiale, durante la quale la Lituania fu occupata dalla Germania. Nel novembre 1918 quest’ultima firmò l’armisti- zio con le potenze alleate, e nello stesso giorno fu istituito il go- verno della Repubblica Lituana. Il neonato stato riuscì a ottenere da Lenin il riconoscimento dell’in- dipendenza, ma si trovò ad af- frontare l’attacco della Polonia che ambiva a riprendersi il suo antico territorio. I polacchi occu- parono Vilnius e la parte meridio- nale del paese nel 1920, mentre la capitale della Repubblica Li- tuana fu trasferita a Kaunas. Il susseguirsi di dominatori spinse alla fine i lituani ad apprezzare l’intervento dei sovietici prima e # A sinistra : un dettaglio della Col- lina delle croci, sita a Šiauliai, Lituania. | A destra : Grutas park, nel parco dedi- cato alle statue sovietiche, la locomotiva del treno che depor- tava nei gulag siberiani e una statua di Lenin.

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