Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

DAI LETTORI Cari mission@ri AGOSTO-SETTEMBRE 2014 MC 5 fico» (1 Re 5,4s). Il riposo è collegato in modo particolare al setti- mo giorno, il sabato (eti- mologicamente «cessa- zione dal lavoro»), e nel- l’Antico Testamento assume tre significati:  Gen 2, 2 e Es 20, 8-11: è il ricordo del completa- mento della creazione; il riposo di Dio, a conclusio- ne della creazione del mondo, è il paradigma del riposo dell’uomo. È il gioioso compiacimento nel contemplare un lavoro ben fatto che dà soddisfa- zione e pace. È un atto col quale si riconosce che il mondo, la creazione ap- partiene a Dio.  Dt 5,12-15: è risultato della liberazio- ne dalla schiavitù che Dio ha donato al suo popolo. È frutto della salvezza ope- rata da Dio. Riposare è un’azione da uomini libe- ri, è una prerogativa di li- bertà. Israele, non più schiavo in Egitto, è un po- polo libero nella terra della promessa dove gode il riposo che è felicità, li- bertà, pace e sicurezza. Riposare è allora un atto di riconoscenza per l’azio- ne liberatrice di Dio.  Es 31,12-17: è il frutto e la celebrazio- ne dell’Alleanza, quel rapporto privilegiato che c’è tra Dio e il suo popolo. Riposare diventa atto di comunione con Dio e par- tecipazione alla sua vita, di consacrazione e di ap- partenenza a Lui solo. Nel Nuovo Testamento il tema del riposo è presen- tato con forza nei capitoli 3 e 4 della lettera agli E- brei, dove si dice che solo per fede si entra nel ripo- so di Dio. Lì il riposo vero è la partecipazione alla vi- ta stessa di Dio di cui la Terra Promessa era solo un’anticipazione provviso- ria e incompleta. Ma il ri- poso si capisce appieno TROPPI OBIETTORI, ANZI, TROPPO POCHI! L’8 marzo 2014, per dare il suo contributo alla ce- lebrazione della Festa della Donna, il Consiglio d’Europa non ha trovato niente di meglio da fare che redarguire l’Italia per l’eccesso di tolleranza verso i medici antiaborti- sti: «A causa dell’elevato e crescente numero di medici obbiettori di co- scienza, l’Italia viola i di- ritti delle donne che alle condizioni prescritte dal- la legge 194 del 1978 in- tendono interrompere la gravidanza...». Esattamente un mese dopo, nella vostra Torino, città che anche io amo molto - come si può non amare la città della Con- solata, la città della Sin- done, la città di San Gio- vanni Bosco, la prima ca- pitale dell’Italia unita? - è accaduta una cosa molto grave: all’Ospedale Mar- tini si sono registrate le prime due vittime italia- ne dell’aborto chimico, Anna Maria e la creatura che portava in grembo sono morte dopo il trat- tamento con la odiosa mistura prostaglandina + RU 486 (dove RU sta per Russel Uclaf, industria del gruppo Hoecht, la grande multinazionale che negli anni della II Guerra Mondiale produ- ceva i gas nervini per la Germania nazista, gas che vennero usati nei campi di concentramen- to per uccidere milioni di innocenti). Ebbene, se per il Consi- glio d’Europa i medici e i farmacisti italiani obbiet- tori sono troppi, per me sono troppo pochi: se ce ne fosse stato qualcuno in più, quasi certamente u- na giovane mamma sa- rebbe ancora viva e al- l’ombra della Mole ci sa- rebbero un bambino in più e un orfano inmeno. Voglio esprimere un au- spicio: i membri del nuovo Parlamento Europeo e della nuova Commissio- ne Europea rivedano da cima a fondo la scala dei valori alla quale si sono i- spirati i loro predecessori e facciano sentire la loro voce nel Consiglio d’Eu- ropa. La vita umana deve tornare a occupare un posto molto alto in questa scala; quanto alle libertà individuali, quella da mettere sotto accusa non è la libertà di obiezione di coscienza, ma quella che eleva l’interruzione di gravidanza al rango di di- ritti, e un pesticida antiu- mano - così lo definiva anche il grande medico e genetista Jerome Lejeu- ne - al rango di farmaco. Cordiali saluti Luciano Montenigri Fano, 20/05/2014 L’ETERNO RIPOSO Trovo molto interessanti, in questa rubrica, gli scambi tra i lettori asso- lutamente digiuni di teo- logia e la redazione, co- me, sul numero di Aprile, circa la simbologia del crocefisso. Provo anche io a dirne una: come mai la nostra preghiera per i defunti parla di eterno ri- poso , che dà l’idea di una noia pazzesca, e non di eterna gioia del paradi- so? O forse per i normali defunti è previsto il ripo- so fino alla resurrezione dei morti, mentre intanto la gioia del paradiso è ri- servata solo ai santi? Non è che non parli del- l’eterna gioia perché nel periodo dell’affermazio- ne del cristianesimo, tra crisi dell’impero romano e alto medioevo, la popo- lazione era scarsissima, i contadini facevano una vita impossibile, e biso- gnava scoraggiare la tendenza al suicidio con le più feroci maledizioni perché senza contadini non mangiavano i cava- lieri e neanche preti e frati? Claudio Bellavita 21/05/2014 Purtroppo la parola ripo- so è inflazionata e ha per- so la potenza del suo si- gnificato originale. Il ter- mine riposo della famosa preghiera non è scelto a caso. Ha le sue radici nel- la Bibbia e non è certo un’invenzione medioeva- le, come lei suggerisce, anche se nel Medioevo l’obbligo del riposo dome- nicale e delle feste liturgi- che è stato, di fatto, uno strumento di difesa dei poveri contro le vessazio- ni dei signori. Quanto ai monaci, essendo in molti, erano bene in grado di provvedere a se stessi, anche fin troppo bene, vi- sto che alcuni monasteri e conventi divennero così ricchi da causare la pro- pria rovina. Nella Bibbia il primo si- gnificato della parola che indica riposo è s edersi per riposare , come il cammello che si accovac- cia. Ben presto però la pa- rola assume anche un si- gnificato religioso per in- dicare il posarsi dello spirito di Dio sull’uomo e sulle cose . Poi si arriva a un significato più profon- do: concedere il riposo , che è il dono di Dio al suo popolo attraverso il pos- sesso della Terra Pro- messa e la vittoria sui ne- mici. Il vero riposo, allora, è il risultato della realiz- zazione della promessa di Dio a Israele e si attua nel paese nel quale abiterà in pace, senza paure e affan- ni, «ognuno sotto la pro- pria vite e sotto il proprio

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