Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

AGOSTO-SETTEMBRE 2014 MC 23 taforma (programma informatico di gestione del sistema, ndr ) non era performante. Si facevano pic- cole cifre di vendita. Decidemmo di cambiarla, a inizio 2013. Solo nell’estate di quell’anno abbiamo avuto un buon incremento di transazioni». Una transazione è un’operazione realizzata sul conto mobile: deposito, ritiro, trasferimento, ecc. Digicel ha 4,5 milioni di abbonati ad Haiti e per Richardson «sono tutti potenziali clienti del Tcho tcho mobile». Per attivare un conto Tcho tcho mobile ( Ttm ) è sufficiente la carta d’identità e la compilazione di un modulo. Occorre avere un cellu- lare con sim Digicel. Il vero limite è che sono ancora molti gli hai- tiani senza documenti. Insieme a Ineke Botter, la diret- trice generale di Digicel Haiti, Ri- chardson ci spiega quali sono gli ingredienti per fare partire il si- stema. Sul territorio sono pre- senti gli agenti, sportelli, spesso minuscoli botteghini, abilitati a caricare denaro sui portafogli elettronici dei clienti quando que- sti vogliono depositare, e a for- nire contante per i clienti che vo- gliono ritirare. Sono poi in grado di fare trasferimenti di soldi da un cliente a un altro. La seconda ti- pologia di attori sono i commer- cianti abilitati ad accettare il pa- gamento tramite il Tcho tcho mo- bile (in gergo: mobile payment ). Un «ecosistema» artificiale «Occorre creare una buona rete, e un cosiddetto “ecosistema” fa- vorevole al denaro mobile. Ab- biamo pensato a un super agente a cui fanno capo gli agenti di primo livello che ricevono le ri- chieste dai clienti. Quando l’a- gente semplice non ha contante li può chiedere al super agente. Perché se l’agente non ha cash quando serve, il sistema si blocca. È inoltre necessario che nella zona ci sia un buon numero di commercianti che accettano il pa- gamento in Ttm. In questo modo chi riceve denaro “elettronico” può anche spenderlo senza do- verlo cambiare in cash . E il si- stema gira». L’obiettivo è che il cliente man- tenga il più possibile il denaro nella versione «mobile» e lo uti- lizzi spendendolo o trasferendolo. In questo modo si crea una massa di denaro virtuale che fa concor- renza a quello reale. Occorre una sorta di condizione di «fiducia» che la compagnia deve guada- gnarsi presso la gente. «La questione importante è il cambiamento di mentalità - ci confida un cliente - perché gli hai- tiani sono abituati a toccare il de- naro di carta o di moneta con mano». Anche Theguerre pur utilizzando Ttm fin da quando è stato lan- ciato ha ancora delle perplessità: rettore della compagnia Haiti pay che ha lanciato il prodotto Lajan- cash lo scorso anno, «ad Haiti ci sono circa 5 milioni di utilizzatori di cellulari, mentre meno del 20% della popolazione ha accesso a una banca». Allo stesso tempo: «Sul mercato bancario del paese ci sono meno di 40.000 detentori di carte di credito e carte di de- bito». Allan Richardson, navigato manager internazionale, oggi capo operativo della compagnia telefonica Digicel , che si con- tende il mercato nazionale del mobile money con Haiti pay, ci racconta i primi passi di questo servizio sull’isola. Nel dicembre 2010 la Bill & Me- linda Gates Foundation mise a di- sposizione, sotto forma di pre- mio, un primo finanziamento di due milioni di dollari per lanciare la Haitian Mobile Money Initia- tive . A esso seguirono altri due fi- nanziamenti (2011 e 2012) cia- scuno di un milione i dollari. Fu la Digicel, compagnia di telefonia cellulare già ben installata nel paese, a vincere, e fu con quei fondi che lanciò un primo sistema di mobile money: Tcho tcho mo- bile (dove «tcho tcho» è uno dei tanti modi per chiamare il denaro in creolo haitiano). Per far questo si mise in partenariato con la banca canadese Nova Scotia ope- rante ad Haiti. All’inizio non fu facile: «La piat- MC ARTICOLI # In queste pagine : Theguerre Deriziere, utente Tcho tcho mobile, controlla che il denaro contante depositato sia esatta- mente registrato nel suo conto digitale. # Qui sopra : logo del servizio mobile money della Digicel Haiti.

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