Missioni Consolata - Maggio 2014

della guerra si trova a dover sce- gliere da che parte stare. Volente o nolente deve comunque fare una scelta. Questa è la violenza della guerra siriana». La separazione tra alauiti pro As- sad da una parte e salafiti-sunniti dall’altra rispecchia effettiva- mente l’attuale scacchiere della guerra civile siriana? «La realtà siriana, come tutte quelle mediorientali, è una realtà complessa. Possiamo, anzi, affer- mare che la complessità è ciò che caratterizza la vita di tutti i me- diorientali e, oggi in particolare, dei siriani. Quindi, tutte le sempli- ficazioni che, per vari motivi, ven- gono fatte hanno poco senso e contengono imprecisioni e ingiu- stizie. È anche vero, però, che quando devi presentare la com- plessità sei costretto a semplifi- care, altrimenti non riesci più a farti capire. Diciamo, quindi, che grosso modo è così, anche se tra gli alauiti ci sono persone che contrastano il regime e, vice- versa, tra i sunniti ci sono coloro che appoggiano Assad. Non è, come si può capire, facile distin- guere nettamente chi è da una parte e chi dall’altra». Un embargo contro la Siria esiste di già, ma Europa e Stati Uniti vor- rebbero rafforzarlo. I francescani, così come la Chiesa cattolica, sono sempre stati contrari all’em- bargo, e non solo della Siria. Quale altro tipo di pressione è possibile fare? «In genere l’embargo colpisce la popolazione povera, non certo chi ha i mezzi e il potere. Siamo sicu- ramente favorevoli all’embargo delle armi: se c’è gente che spara è perché qualcuno produce le armi, le vende e le distribuisce. Siamo, invece, contrari all’em- bargo su alimentari, medicinali, energia. Cos’altro si può fare, one- stamente, non lo so. Non vedo delle soluzioni semplici. La situa- zione è talmente degenerata, le ferite sono talmente profonde che attualmente non vedo alcuna pos- sibilità di pacificazione. Spero, co- munque, di sbagliare». Israele in questo contesto dove sta, cosa fa, cosa spera di otte- nere? Le frange fondamentaliste sono formate da siriani o da stranieri ? «In gran parte si tratta di stranieri. Provengono da Cecenia, Pakistan, Egitto, Libia, Afghanistan. Sono persone abbruttite dalla guerra, che hanno partecipato a tutti i conflitti di questi ultimi anni. Sono persone abituate alla violenza, che è divenuta il loro pane quotidiano. Sono persone che devono vivere, quindi saccheggiano; che devono fare sesso, quindi stuprano. All’inizio la rivolta non era questa: era una rivolta più popolare, paci- fica, politica. Poi è degenerata in violenza». Chi sostiene, finanzia, appoggia queste frange estremiste? «Non posso dire con sicurezza chi siano le organizzazioni e i governi che le appoggiano, ma possiamo sicuramente vedere da dove en- trano: dal Libano, forse anche dalla Giordania, ma soprattutto dal Nord, Turchia ed Iraq. Certamente godono dell’appoggio di Turchia, Arabia Saudita, Qatar, ma anche di alcuni paesi occiden- tali, in particolare quelli che hanno adottato la politica dell’anti-Assad a tutti i costi». Come sempre è il popolo che su- bisce le conseguenze di questi giochi politici. Come vivono i si- riani? «Il popolo è la prima vittima di una guerra entro la quale saranno ridefiniti gli equilibri non solo della Siria, ma di tutta la regione mediorientale. Esiste, certa- mente, una divisione anche tra la gente: c’è chi sta da una parte, chi sta dall’altra. La maggioranza della popolazione vuole vivere tranquillamente la propria vita quotidiana. Spesso, però, a causa SIRIA © newscattoliche.it © www.oltreradio.it

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