Missioni Consolata - Maggio 2014

mente questa affermazione nasce dall’esperienza personale, nel contatto con la gente maturato nei lunghi anni passati al Santuario della Consolata, e diventa insegnamento anche per i missionari che si trovano in Africa: «Mi sta a cuore la mansuetu- dine sono le sue parole (…) Quando si tratta di salvare un’anima si pensi che una parola secca ba- sta a impedirne la conversione, forse per sempre. Esaminiamo dunque noi stessi per vedere se ab- biamo questa mansuetudine, se l’abbiamo sem- pre, se l’abbiamo con tutti» (Cfr. Giuseppe Alla- mano, VS, pp. 464-470). Scegliendo la mitezza, come Giuseppe Allamano ci insegna attraverso la sua stessa vita, i suoi missio- nari e le sue missionarie sapranno imboccare la strada della trasformazione. Se un giorno grazie a questa virtù saremo in grado di ereditare la terra, è altresì vero che il mondo che vogliamo possiamo iniziare a costruirlo poco per volta. Oggi più che mai siamo alla ricerca di una nuova narrativa che racconti storie di pace e benessere, perché è solo e soltanto su queste prerogative che vorremmo costruire la nostra esistenza di domani. Ugo Pozzoli esattamente come, da laico, suggeriva Norberto Bobbio. L’uomo mansueto, o mite, è dunque tutto il contrario di come a volte può essere conside- rato: ovvero, come una persona passiva, succube, indolente, timida, indecisa, «senza spina dorsale», senza niente da dire, senza energie, né risorse. Al contrario, il mite affida al lavoro silenzioso, bene- volente e perseverante tutto l’umano sforzo ri- volto alla costruzione del Regno. Il resto è una fi- ducia sconfinata nella Provvidenza di Dio. A ttraverso l’immagine della mitezza, la pil- lola del mese ci dice che non serve affan- narsi, tantomeno urlare o litigare. Non serve neppure affermare con forza le pro- prie idee nella convinzione che siano le uniche ca- paci di cambiare le sorti del mondo. Pensiamo a quanto la Chiesa stessa abbia bisogno oggi di tor- nare a riflettere su questo valore, su questa virtù morale capace di costruire veri percorsi di pace. Il nuovo papato ci obbliga a guardarci dentro, a cambiare l’atteggiamento da maestro in quello di discepolo e testimone. Avremo qualcosa da inse- gnare quando saremo capaci di ascoltare di più e di imparare da ciò che ascoltiamo; sapremo essere guide illuminate, nel momento in cui saremo ca- paci di metterci al passo dell’umanità, per com- prenderne il ritmo di marcia. Ne «La Vita Spirituale», citando San Basilio, Giu- seppe Allamano definisce la mitezza come la più importante virtù per chi ha a che fare con il pros- simo. Come abbiamo già sottolineato, sicura- Pillole « Allamano» # Questa foto scherzosa di seminaristi missionari degli anni Trenta, può forse rappresentare il mite secondo gli stereotipi di una certa mentalità, sicuramente non se- condo il pensiero del beato Giuseppe Allamano.

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