Missioni Consolata - Maggio 2014

10 MC MAGGIO 2014 La chiesa nel mondo marginati. Ma oggi la nostra è una nazione laica e questo timore non c’è più. Per me la conversione ha rappresentato un privilegio, per- ché ora posso lavorare per diffon- dere il Vangelo e contribuire alla costruzione del Regno di Dio». In Nepal vivono circa 150 mila cri- stiani, di cui 8 mila sono cattolici. (AsiaNews) TORINO MOVIDA SPIRITUALE S e i ragazzi non vanno alla Chie- sa, la Chiesa va dai ragazzi: è il messaggio interpretato alla lette- ra da mons. Cesare Nosiglia, arci- vescovo di Torino, che ha trascor- so la notte di sabato 1° marzo di pub in pub a parlare con i giovani. L’oratorio della parrocchia Santi Pietro e Paolo aveva deciso di of- frire un’alternativa alla movida del sabato e dunque ha tenuto la chie- sa aperta tutta la notte, organiz- zando tornei di calciobalilla sul sagrato. L’arcivescovo è andato di persona ad avvisare i ragazzi di questa opportunità. «Erano ovvia- mente stupiti di vedere un vescovo in mezzo a loro - ha detto mons. Nosiglia -, però i discorsi che ab- biamo fatto sono stati anche di- scorsi di contenuto… adesso si tratta di continuare. (Vatican Insider) STATI UNITI PELLEGRINAGGIO AL MURO I l 30 marzo e il 1° aprile il Comita- to per le migrazioni della Confe- renza episcopale degli Stati Uniti si è recato a Nogales, nel deserto dell’Arizona, in una delle zone in cui corre il muro eretto per sco- raggiare l’immigrazione clandesti- na dal Messico. Un pellegrinaggio in un luogo simbolo della tratta degli esseri umani, per celebrare una messa in memoria dei circa 6 mila migranti che dal 1998 a oggi sono morti nel deserto nel tentati- vo di entrare negli Usa. Erano pre- senti l’arcivescovo di Boston, card. Sean O’Malley e numerosi vescovi delle diocesi che si trovano sul confine. Il gesto si ispirava dichia- ratamente alla visita compiuta da Papa Francesco sull’isola di Lam- pedusa l’8 luglio scorso. «Il confi- ne tra gli Stati Uniti e il Messico è la nostra Lampedusa», ha dichia- rato mons. Eusebio Elizondo, pre- sidente del Comitato per le migra- zioni della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Nel dibattito sul- l’immigrazione, «ciò che tendiamo a dimenticare - ha aggiunto ancora mons. Elizondo - è che i migranti sono prima di ogni altra cosa esse- ri umani, non una questione eco- nomica e sociale. E che quanti so- no morti nel deserto dell’Arizona - e coloro che vengono deportati o- gni giorno - hanno lo stesso valore e la stessa dignità donata da Dio a ogni persona, anche se pretendia- mo di ignorare le loro sofferenze e le loro morti». (Vatican Insider) NEPAL UN MOTORE GIOVANE I giovani nepalesi convertiti al cat- tolicesimo sono «il vero, grande motore dell’evangelizzazione. Moltissimi di loro sono impegnati nel diffondere la Parola di Dio alla popolazione: sono felice e fiero di questi ragazzi». Bhim Rai, cate- chista della diocesi di Kathmandu, definisce così «l’ondata positiva» di interesse che il paese esprime in questo periodo verso il cristia- nesimo. Dipak Thapa, convertito da poco, conferma questo trend : «In passato, quando il paese era una monarchia indù, i cattolici vi- vevano con la paura di essere e- «L e multinazionali non rispettano le leggi mentre i contadini sono costretti a lasciare i villaggi per fare posto alle attività estrattive e sono sempre più poveri»: mons. Inacio Saure, missionario della Consolata e vescovo di Tete, denuncia la situazione paradossale che sta vivendo la popola- zione di una delle regioni del Mozambico più ricche di materie prime. «Il governo sostiene che le difficoltà sono così accentuate solo perché lo sfruttamento dei giacimenti di carbone è cominciato da pochi anni - dice monsignor Saure - ma la verità è che i contadini, co- stretti a trasferirsi in villaggi di “re-insediamento” sorti dal nulla, dove scarseggia la terra coltivabile e mancano le fonti di sostentamento, stanno vivendo un grandissimo malessere che presto potrebbe portare a nuove rivolte della disperazione». Nella provincia di Tete, nell’area dei giacimenti di Moatize, ci sono stati diversi precedenti. L’ultima protesta risale a maggio dell’anno scorso, quando i fabbricanti di mattoni, che avevano dovuto tra- sferirsi nei «re-insediamenti», bloccarono la ferrovia che collega le miniere della multinazionale brasiliana Vale con i terminali per l’export in riva all’Oceano Indiano. An- che loro, sulla base di una legge del 2013, devono essere ri- sarciti dalle multinazionali. Ma quei pochi soldi non arri- vano mai. (Misna) MOZAMBICO: EMERGENZA SOCIALE # Mozambico - mons. Inacio Saure, vescovo di Tete.

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