Missioni Consolata - Ottobre 2013

DAI LETTORI Cari mission@ri OTTOBRE 2013 MC 5 tello. Sono stata in quei posti nel 1981, l’anno che mancò in situazione tragi- ca (anche per mio fratello) il nostro carissimo amico e paesano p. Luigi Graiff. Pur essendo un brutto tri- ste periodo abbiamo fatto una bellissima esperien- za. Dovrebbero provarla tante persone: vale molto per la vita in special modo per la nostra gioventù. Vi ringrazio nuovamente per l’immenso regalo prezio- so inviatomi. Complimenti per la semplicità e chia- rezza nello spiegare la storia della missione e il personaggio di mio fratel- lo... È un uomo burbero ma di un grande ma gran- de cuore missionario. Un ricordo nelle preghiere, di cui abbiamo tanto bisogno sia per motivi di salute che per le nostre famiglie. Con affetto Gianna Giuliani Romeno (Tn), 24/07/2013 Per me è stata una gioia raccontare di padre Aldo. Se lo merita. Come cuore è davvero imbattibile. Quanto alla preghiera, stia tranquilla. I nostri fa- migliari sono sempre nella nostra preghiera e poi abbiamo la promessa dell’Allamano il quale ci ha assicurato che a essi pensa la Madonna Con- solata di persona. LAMPEDUSA: SFINTERE DELL’AFRICA Signor Direttore, i cittadini italiani non si assumono alcuna respon- sabilità per gli ennesimi Africani affogati nel Ca- nale di Sicilia. Quei morti siano sulla coscienza de- gli «Alti» fautori dell’«ac- coglienza», di quei partiti e di quei politici, come la Kyenge del Pd e la Laura Boldrini di Sel, che con i loro proclami farisaici continuano a spingere i più poveri verso l’illusione del nostro benessere. Se fuggono dall’Africa lo ad- debitiamo pure a chi ha voluto chiudere l’era colo- niale, mettendo popola- zioni intere in mano a po- litici africani inetti e in- competenti, quando non si dimostrano ladri e cri- minali, solo per permet- tere a governi occidentali e orientali di continuare a derubare l’Africa delle sue ricchezze minerarie e delle sue terre più pro- duttive. Distinti saluti. Giorgio Rapanelli Corridonia (Mc) 28/07/2013 Egregio Signor Giorgio, anche se parla a nome degli italiani, non me la sento proprio di concor- dare con lei. Quei morti stanno sulla nostra co- scienza come uomini, co- me europei e come italia- ni. Forse le farebbe bene un viaggio in quelle terre, ma non di quelli con le a- genzie «tutto compreso», per capire che gli emi- granti non sono attirati nel nostro paese dai pro- clami dei partiti e dei po- litici, ma sono costretti alla fuga da povertà, in- giustizie e violenze. Vor- rei dire che forse sono in- gannati anche dai nostri (del nostro mondo ricco) film, programmi televisi- vi, «soap opera» che co- lonizzano le loro televi- sioni. E forse sono attirati dalla nostra pace, quella che godiamo da quasi settant’anni, mentre da loro c’è guerra, fame, violenza. E c’è poi il no- stro bisogno di loro per fare i lavori (sottopagati) che noi non vogliamo più fare, quelli sporchi, di notte, senza ferie, mal- pagati. Inoltre quei «go- verni occidentali e orien- tali» che continuano a derubare l’Africa, sono i nostri governi, che noi abbiamo eletto, siano es- si di destra o sinistra. E con i nostri governi e le nostre industrie, siamo noi che continuiamo a ru- bare, perché abbiamo le- gittimato lo spreco e il superfluo. Vivere di spre- co e superfluo, come fac- ciamo noi (almeno fino a che la crisi non ci ha ob- bligati a diventare più so- bri), significa accettare l’ingiustizia come siste- ma. La cosa buffa - che poi buffa non è - è che lo stesso sistema responsa- bile della morte degli «ennesimi» clandestini (bello il termine «clande- stini», così anonimamen- te malvagio che ci fa sen- tire buoni e rispettosi della legge!), è lo stesso che cavalca la crisi che fa lievitare i prezzi, aumen- tare il debito, chiudere le fabbriche e trasferirle al- l’estero (dove si possono sfacciatamente sfruttare i lavoratori), rendere im- possibile il lavoro ai gio- vani e aumentare il nu- mero dei senza casa. Per questo non possiamo la- varci le mani, dire non ci riguarda e dare la colpa a chissà chi. Ci siamo den- tro. La verità è che non sono le migliaia di perso- ne in cerca di pace, lavoro e dignità in fuga dai loro inferni verso il nostro presunto paradiso, la causa dei nostri guai, della nostra insicurezza, della violenza, dei furti. Essi sono il sintomo di u- na malattia profonda di tutta l’umanità che ha messo al centro della sua vita non più il rispetto della legge di Dio ma quella del dio denaro. E la cura non è certo quella di insultare la signora Cécile Kyenge e le perso- ne come lei. GRAZIE Sono la sorella di p. Aldo Giuliani e voglio ringrazia- re di cuore per l’invio della rivista di maggio dove c’e- ra il bellissimo articolo su Sererit dove vive mio fra-

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