Missioni Consolata - Ottobre 2013

Seleka è una coalizione, ma i gruppi continuano a dividersi, a moltiplicarsi. È tutto da vedere come si sviluppa la situazione o come degenera». PICCOLE PIETRE L’altro grosso problema è che i ribelli si sono messi in tutti i po- sti in cui circolano soldi, e tutte le entrate dello stato, come la dogana, le intercettano loro. I ri- belli hanno inoltre commesso razzie di ogni tipo, in particolare hanno incamerato molte auto. C’è poi un ruolo accertato dei trafficanti di diamanti nel finan- ziamento della ribellione: «Il ni- pote di Bozize era ministro delle miniere nel 2008 da un giorno all’altro aveva fatto chiudere le società di esportazione, per con- trollare meglio il mercato, dan- neggiando così i trafficanti. Il presidente attuale, inoltre, era console a Nyala in Darfour, Sud Sudan, dove c’è un fiorente mer- cato nero di diamanti. Un altro canale di finanziamento è quello di alcuni paesi arabi» ricorda pa- dre Aurelio. Ambiguo il ruolo giocato dal Ciad nella crisi. Oltre a essere uno dei principali mediatori negli ac- cordi, il Ciad avrebbe appoggiato la ribellione. Alcuni leader della Seleka, ai domiciliari a Ndja- mena, sono stati rilasciati poco prima delle operazioni, mentre proprio Idriss Déby, presidente del Ciad, avrebbe dato l’ok per l’offensiva finale di marzo 6 , fatto smentito ufficialmente da Nja- mena. François Bozize ha invece dichiarato che dietro alla Seleka c’è proprio il paese confinante. «È un ruolo importante – ricorda padre Aurelio -. A Bozoum ab- biamo il console del Ciad, e guarda caso qui ci sono stati po- chi problemi. Le voci dicono che la Francia abbia lasciato fare il Ciad per avere mano libera in Mali. Là ha più interessi». La Francia ha mantenuto un profilo molto basso, evacuando i propri espatriati tardivamente (quando molti saccheggi si erano consu- mati) e mantenendo una forza militare minima, a protezione di alcuni interessi strategici francesi nella capitale e dell’aeroporto. LE MOSSE DELLA CHIESA La chiesa in Centrafrica è l’isti- tuzione che, dopo lo stato, ha subìto più danni dai saccheggi dei ribelli. Le missioni e altre opere sono state sistematica- mente prese di mira: «Razzia- vano macchine, soldi, carbu- rante, tutto quello che trovavano. Alcune diocesi sono state messe in ginocchio, come Bambari, Bangassou, Kanga Bandaro, Bossangoa» racconta padre Au- relio. C’è poi il rischio della connota- zione religiosa del potere: «La Chiesa si è mossa subito, prima di dicembre. È stata creata una piattaforma di dialogo tra catto- lici, protestanti e musulmani. Poi quando le cose sono scoppiate il lavoro è continuato. Stiamo fa- cendo diversi incontri. La preoc- cupazione è evitare che ci sia un ritorno, una vendetta contro gli islamici. Molti dei musulmani lo- 32 MC OTTOBRE 2013 cali non sono d’accordo con que- sta ribellione. L’altro motivo è di cercare di alzare la voce, farsi sentire a livello internazionale, per avere qualche reazione. Anche i vescovi hanno parlato, ce ne sono alcuni molto coraggiosi (vedi intervista)». Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, si è finalmente riunito il 14 agosto sulla crisi in Rca, dichiarando che rappresenta una grave minaccia per tutta la regione e che occor- rono progressi rapidi per la tran- sizione politica. Intanto, il 18 ago- sto, Michel Djotodia ha prestato giuramento sulla «Carta di tran- sizione» (che sostituisce la Costi- tuzione) di fronte al Parlamento di transizione e ai presidenti di Congo e Ciad. Padre Aurelio, che di crisi in Cen- trafrica ne ha già vissute, dipinge un quadro poco rassicurante: «L’incertezza è grandissima. Ora c’è una certa calma, ma è molto fragile, non illudiamoci che sia risolta, può succedere di tutto. Un altro movimento ribelle che scende sulla capitale, l’ex presi- dente che ritorna con un gruppo armato, come alcune voci so- stengono 7 . Non c’è nulla di si- curo. La scuola e la sanità non funzionano, quindi l’instabilità è grande. Le prospettive, con i ri- belli che bloccano tutte le entrate dello stato, non sono allegre». Marco Bello N OTE 1 - Il nome ufficiale, Repubblica Centrafri- cana ( République Centrafricaine ), viene spesso accorciato in Centra- frica, o Rca in sigla. 2 - Pnud, Human Development Report 2013, Explanatory note on Hdr compo- site indices, Central African Republic . 3 - Il 15 marzo 2013, durante i festeggia- menti per i suoi 10 anni al potere, François Bozize lascia intendere che si ricandiderà, in contrasto con gli ac- cordi di Libreville. 4 - République centrafricaine: de nom- breuses exactions ont été commises aprés le coup d’état . Rapporto Hrw, 9 maggio 2013. 5 - Ropport du Secrétaire général sur la situation en République centrafri- caine , Consiglio di Sicurezza Onu, 3 maggio 2013. 6 - République centrafricaine: les urgen- ces de la transition , International Cri- sis Group, 11 giugno 2013. 7 - L’ex presidente Bozize ha fondato il Frocca (Fronte per il ritorno all’ordine costituzionale in Centrafrica). # Sopra : padre Aurelio Gazzera seduto tra due ribelli della Seleka, durante la visita a un villaggio della parrocchia di Bozoum. ©Aurelio Gazzera

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