Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

SIRIA RITORNO AD AL-QUSAYR F uggiti nei villaggi limitrofi, i cri- stiani di al-Qusayr, dopo la cacciata degli estremisti islamici, ritornano nelle loro abitazioni. So- no passati quasi due anni e molti hanno perso tutto, altri hanno già iniziato a togliere le macerie dalle stanze, ricostruire i tetti, riportan- do alla vita una città che negli ulti- mi mesi aveva perso oltre il 90% della sua popolazione passando da 30 mila abitanti a 500. Situata al confine con il Libano, al-Qusayr è stata una delle prime città a or- ganizzare manifestazioni pro-de- mocrazia contro il regime di Assad e in seguito a costituire un comita- to cittadino per evitare lo scontro fra fazioni religiose. Tali comitati hanno salvato diversi villaggi e città, preservandoli dall'ondata di estremismo islamico che sta di- struggendo in questi mesi Aleppo e altri centri del paese. Ad al-Qu- sayr chiese e moschee sono state costruite l'una accanto all'altra. Un esempio è il santuario di S. E- lia, profanato di recente dagli isla- misti stranieri, dopo essere so- pravvissuto allo scontro armato fra ribelli locali ed esercito, che hanno sempre avuto rispetto degli edifici di culto. (Asia News) finanziato i lavori. All'interno si trovano dei mosaici che rappre- sentano i martiri di Pyongyang e della provincia di Hwanghae, le zone più colpite dalla persecuzio- ne religiosa. L'esterno è stato in- vece disegnato sulla base della cattedrale Jinsadong, costruita nel 1926 e distrutta dai comunisti. Accanto alla chiesa sorge il Cen- tro per la riconciliazione naziona- le dove i profughi in fuga dal regi- me di Pyongyang vengono accolti e possono seguire dei corsi per l'inserimento sociale e per trova- re un impiego. Inoltre, qui vengo- no formati nuovi missionari da impiegare nel dialogo e negli scambi religiosi con il Nord. (AsiaNews) SIERRA LEONE LA TRATTA DEI BAMBINI U na delle cause principali per le quali tanti piccoli vivono in strada in Sierra Leone è la tratta. Dopo essere stati maltrattati e a- busati, molti non hanno altra al- ternativa che la fuga. Migliaia si trovano a vivere per le strade dopo che i rispettivi genitori li affidano a conoscenti sotto promessa di offri- re loro una buona istruzione. A vol- te i trafficanti sono gli stessi fami- gliari, altre volte sono estranei o a- mici. Vanno nei villaggi e chiedono che vengano consegnati loro i bambini, promettendo la loro i- struzione e una vita migliore in città. Purtroppo però, dopo averli portati in città, invece di adempiere alla loro promessa li costringono a lavorare, li obbligano a prostituirsi o li usano anche per rituali. Non mancano i delitti contro questi mi- nori che però non vengono perse- guiti e molto spesso sono causati dalla stessa polizia. Alcune orga- nizzazioni non governative si impe- gnano a ridurre questo grave feno- meno cercando di riunire le vittime alle rispettive famiglie. La Faith Alliance Against Slavery and Traf- ficking (Faast) è una ong che si oc- cupa di creare consapevolezza sul problema e di recente ha inaugu- rato un rifugio per i piccoli, vittime della tratta. Anche la Don Bosco Fambul ha aperto varie case di ac- coglienza e sostiene diversi pro- grammi per i piccoli senza fissa di- mora. (Fides) L a missione di Dianra, in territorio a maggioranza musulmana, è costituita in parte da alcuni insedia- menti umani non riconosciuti dallo stato e considerati illegali perché eretti all’interno di una riserva forestale. Si tratta di gruppi emigrati dal Burkina Faso, già da tempo installati nel Sud Ovest della Costa d’Avorio e ora alla ricerca di nuove terre. La loro lingua (mooré) e l’etnia (Mossi) sono completa- mente diverse dal resto della parrocchia. Lo stato non li riconosce e i militari se ne approfittano per sfrut- tarli. Si tratta di un gruppo molto religioso e credente. Il primo anno di catecumenato è frequentato da una quarantina di giovani, il numero di battezzati aumenta, le loro liturgie sono molto ben curate e pre- gano con frequenza. Sono coscienti del rischio nel quale vivono, ma sanno pure difendere le loro ragioni. I padri della missione, Matteo e Oscar, che sono andati a visitarli per incontrare personalmente i catecu- meni in vista del loro battesimo a Pasqua, hanno vissuto un’interessante esperienza di fraternità con l’ imam del villaggio. Proprio la sera del loro arrivo, infatti, si festeggiava la nascita del suo fi- glio venuto alla luce qualche ora prima e così, nella semplicità, si sono ritrovati a mangiare in- sieme… dallo stesso piatto! Inoltre quella notte la pioggia è arrivata dopo una lunga attesa. Il giorno dopo, quindi, tutti erano contenti e tanta grazia non poteva venire che dai visitatori: da Co- lui che loro erano venuti ad annunciare! Imc - Dianra COSTA D’AVORIO: PORTATORI DI GRAZIA AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 9 La Chiesa nel mondo # Dianra: festa della Consolata.

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