Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

ste di attesa sono state poi com- pletate con chi non ha trovato posto, con momenti di tensione perché la solidarietà tra i poveri esiste fino a un certo punto, prima è solo sopravvivenza. Passati i primi giorni di caos i to- rinesi, pochi, hanno iniziato a portare mobili, cibo e vestiti. La generosità dei singoli cittadini è diventata l’architrave che non fa collassare questa situazione, seppur largamente insufficiente. Ma il cibo resta un problema, so- prattutto per quei pochi che hanno un lavoro. Quando tor- nano a casa non trovano più nulla perché ciò che arriva viene immediatamente consumato da chi è presente nella struttura. E dai più forti. Così giovani uomini, circa cinquanta donne e uno stormo di bambini sono diven- tati, loro malgrado, protagonisti di un quadro pericoloso, che per nulla si connatura con le loro aspirazioni, lontane dal vivere uno stato di illegalità formale. NON SIAMO CRIMINALI Non sono criminali ne sbandati. Sono i profughi scappati dalla guerra libica, giunti con un bar- cone sulle coste italiane dopo viaggi che definire avventurosi è riduttivo. Traversate dispendiose alla ricerca di un nuovo inizio. I loro racconti sono tutti molto si- mili, anche se provengono da nazioni diverse. Alpha Omar ha ventisette anni ed è nato in Senegal. Un paese che non presenta particolari pro- blemi legati alla violazione dei diritti umani. Quello di Omar, un ragazzo intelligente e sensibile, giunto a Torino dopo aver girato mezza Italia, è un caso esem- plare. «Non mi piace vivere in questa maniera. Non sono con- tento di vivere in un palazzo oc- ITALIA 60 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2013 cupato insieme a cinquecento uomini nelle mie condizioni. Di dover aspettare il cibo che non riesco a guadagnarmi perché nessuno vuole farmi lavorare. Di essere qua a parlare del mio passato. Tutto questo non è ciò per cui ho fatto tanti sacrifici». Alpha Omar racconta la sua sto- ria dentro la piccola ma ben at- trezzata aula dell’ex Villaggio olimpico dove si svolgono lezioni di italiano. Lui parla la nostra lingua in modo stentato, così # Sopra : pomeriggio di attesa per un ragazzo ma- liano nelle palazzine occupate. # A fianco : un momento di preghiera su un terrazzo ai piani alti dell’ex Villaggio olimpico. # Sotto : Mohammed studia italiano nell’alloggio che condivide con una decina di ragazzi.

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