Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

rali, come la visita ai malati e carcerati. Altri portano la comu- nione a infermi e anziani. Altri ancora lavorano con i giovani per aiutarli a crescere in una più ar- ticolata coscienza sociale o per aiutare i preti nell’animazione missionaria. C’è perfino un gruppo che lavora con le coppie sposate. I padri Luigi Inverardi e Manuel Garcia sono stati missionari in Venezuela prima di venire in Ar- gentina, ma qui trovano più facile esercitare il loro servizio missio- nario perché ci sono meno inter- ferenze esterne e controlli buro- cratici. Secondo padre Manuel, il Vene- zuela del presidente Hugo Cha- vez è stato emulato da altri paesi sudamericani per il desiderio di liberarsi dalla pesante dipen- denza nordamericana. La spe- ranza è che questi paesi vogliano ritenere gli aspetti più positivi del «chavismo» e tralasciare quelli negativi. I padri Luigi Manco e Luigi Inve- rardi contano ciascuno circa 35 anni di esperienza missionaria. La situazione in Argentina è no- fare di più, andare oltre le fonda- mentali attività pastorali della sacramentalizzazione. La comu- nità di Tartagal è certamente molto devota, ma c’è molto spa- zio per la crescita, soprattutto per quanto riguarda la presa di coscienza sociale verso un più grande senso di giustizia. Padre Manco aggiunge che ci sono tuttavia vari gruppi religio- samente motivati che sono coin- volti in attività sociali e pastorali. Infatti si è formato il gruppo di parrocchiani di San Ramon per lavorare con lui in attività pasto- tevolmente migliorata a partire dalla fine degli anni Settanta. Quando padre Luigi Manco arrivò per la prima volta in Argentina, al governo c’era la dittatura e le condizioni ambientali di lavoro erano molto difficili. I giovani cattolici avevano paura di espri- mere se stessi. Per questo è chiaro che il missionario preferi- sce l’Argentina del 2012. La prima destinazione di padre Luigi Inverardi, appena ordinato, fu l’animazione missionaria negli Stati Uniti. Certo i tempi sono molto cambiati e i luogi sono ben diversi rispetto alle esperienze vissute in quegli anni, ma egli è contento di fare lavoro pastorale in Tartagal dove si sente molto più vicino alla gente. Per molti anni la Chiesa argen- tina avrà ancora bisogno di mis- sionari, in alcune diocesi più che in altre. Scopo principale dei missionari in Argentina è soste- nere la chiesa locale nel lavoro pastorale e di evangelizzazione; ma i missionari della Consolata sono impegnati anche nell’ani- mazione vocazionale tra i giovani argentini nelle parrocchie loro affidate e altrove, per far matu- rare la chiesa locale, fino a in- viare missionari fuori dei propri confini. Anche questa è una delle sfide di cui i missionari in Tarta- gal si sono resi conto e che hanno abbracciato con impegno. TRA GLI INDIOS WICHÍ In due ore di auto da Tartagal raggiungiamo la parrocchia di San Lorenzo a Morillo per incon- trare padre Giuseppe Auletta, missionario e antropologo con lunga esperienza tra gli indios, nominato di recente vicario epi- scopale per la pastorale indi- gena. A padre Giuseppe è stato specificamente chiesto di lavo- rare tra i Wichí che nella parroc- chia sono circa 4.500. Egli è ben felice di condividere le sue espe- rienze. La parrocchia a lui affidata conta circa 12 mila persone, di cui solo la metà abita in Morillo, una cit- tadina con le strade che si incro- ciano a scacchiera, con la centro la piazza con la scuola, la chiesa e il municipio. Prima dell’arrivo degli europei nel secolo XVI, l’America cen- trale e meridionale contavano AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 29 MC ARTICOLI # Dall’alto in senso orario: p. Luigi Manco con una famiglia indigena. Indios alla periferia di Tartagal. Madre e figlia indigeni. Mappa dei diversi popoli indigeni del Chaco, che si estende tra Bolivia, Paraguay e Argentina.

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