Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

fatto in ostaggio la popolazione tamil, ne hanno usato e abusato senza scrupoli per perseguire un sogno d’indipendenza prima e di potere esclusivo dei suoi leader poi. Mentre si manifesta in pro- spettiva la vera dimensione della tragedia srilankese, i contrasti tra comunità internazionale e re- gime di Colombo sono andati ac- centuandosi, con toni di insolita durezza. Esiste certamente un problema di gestione politica. Il presidente Mahinda Rajapaksa (che è capo dello stato e capo del governo) detiene un potere pres- soché assoluto e continua a ne- gare ogni necessità di indagine internazionale sui crimini com- messi durante il conflitto, accu- sando invece potenze esterne - a partire dall’India - di non volere riconoscere il loro ruolo nella crescita del movimento tamil e nel fallimento di ogni negoziato. A questo, si aggiunge il bavaglio sull’informazione, accusata di fo- mentare l’ostilità del mondo verso il paese. Decine di mass- RAJAPAKSA, UN PRESIDENTE POCO DIALOGANTE Il governo di Colombo finora ha sempre negato la possibilità di svolgere un’inchiesta internazio- nale. «Il mondo non saprà mai con esattezza il numero dei civili innocenti deceduti nell’ultima, sanguinosa fase del conflitto», ammetteva nel primo anniversa- rio della fine del conflitto John Holmes, vicesegretario Onu re- sponsabile per gli Affari umani- tari. Il mondo tuttavia si sta muo- vendo e chiede con insistenza al presidente Mahinda Rajapaksa e ai suoi ministri di accertare le re- sponsabilità delle violenze, degli abusi, del soffocamento di diritti e democrazia che hanno accompa- gnato il conflitto srilankese. Ad essi sono associate le Tigri che, sul lato opposto, prendendo di MC ARTICOLI La Chiesa cattolica UNA PRESENZA TRASVERSALE L a cattolicità srilankese conta 1,2milioni di fedeli edè organizzata in 11 diocesi, in- clusa l’arcidiocesi di Colombo, 391 parrocchie affidate a 955 sacer- doti coadiuvati da 626 religiosi e 2.300 religiose. La Chiesa catto- lica è da sempre attiva sui «fronti» del dialogo interreli- gioso, dello sviluppo socio-cultu- rale e delladifesadei diritti umani e delle libertà civili. Vivendo però anche al suo interno tensioni e contraddizioni parallele a quelle della società. La tensione tra l’a- nima «sociale» e quella più «isti- tuzionale», infatti si è affiancata alla varia appartenenza etnica del clero e della diversa attenzione verso le richieste, e sovente le im- posizioni, del regime negli anni del conflitto. Presenza di fede tra- sversale alle varie etnie del paese (con l’esclusione dei Mori islamiz- zati), ma concentrata sulle coste occidentale e nord-occidentale dell’isola, la cattolicità srilankese ha anche un ruolo importante nel processo di pacificazione, come pure nella ricostruzione post-tsu- nami e post-bellica, veicolando soccorsi e iniziative dall’estero, ad esempio dalla rete Caritas. Numerose e apprezzate le sue ini- ziative educative, sanitarie e so- cio-culturali che ne fanno un ele- mento attivo della società e pro- motrice di integrazione. Erede di una tradizione religiosa che risale al XVI secolo, la comunità catto- lica si è trovata sovente in contra- sto con il cristianesimo calvinista e anglicano arrivati sull’isola con le dominazioni olandese e inglese, come testimonia la vicenda di Jo- seph Vaz, beatificato nel febbraio 1995 da papa Giovanni Paolo II a Colombo. Ste.Ve. AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 13

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