Missioni Consolata - Luglio 2013

LUGLIO 2013 MC 81 Un programma di vita impegnativo di fronte all’odio contro gli ebrei che divampava in Ger- mania e in gran parte d’Europa, alimentato dalla propaganda nazista. Sì! Effettivamente i nazisti fecero di tutto per annien- tare il popolo di Israele, bruciarono sinagoghe, rin- chiusero gli ebrei nei ghetti e sparsero terrore fra la mia gente. Per questo i superiori decisero che non potevo più stare in Germania: la notte di capodanno del 1938 fui portata nel monastero delle carmelitane di Echt, in Olanda. Lì non si respirava la tensione che c’era in Germania, ma quando l’Olanda venne invasa dalle truppe naziste si ripresentò il volto truce e de- moniaco della svastica. Presi così coscienza che do- vevo compiere fino in fondo la volontà di Dio con una « Scientia crucis » (la scienza della croce) che aveva caratterizzato il mio nome dal momento dell’entrata nel Carmelo. Dal profondo del cuore pronunciavo in- cessantemente: « Ave, Crux, spes unica » (ti saluto, croce, nostra unica speranza). A Echt ti raggiunse tua sorella Rosa che, se- guendo le tue orme, si era convertita al Catto- licesimo ed era diventata Carmelitana. Sì! Ma fummo scovate dai nazisti, i quali irruppero il 2 agosto 1942 nel nostro monastero e ci avviarono al campo di raccolta di Westerbork, da dove il 7 agosto fummo messe sul treno insieme a migliaia di altri de- portati destinati alle camere a gas di Auschwitz. E ad Auschwitz fosti inghiottita dall’olocausto che si compiva sul popolo d’Israele. Giunta ad Auschwitz mi prodigai per tutte le persone del mio popolo che erano in preda alla disperazione e allo sconforto. Mi occupai soprattutto delle donne, consolandole, cercando di calmarle e avendo cura dei più piccoli. Il 9 di agosto suor Teresa Benedetta della Croce, in- sieme a sua sorella Rosa e a molti altri ebrei, venne avviata alle camere a gas del campo di sterminio, dove trovò la morte, una sorte toccata a sei milioni di ebrei e che noi oggi ricordiamo col termine Shoah . Ebrea per nascita, cristiana per scelta, dopo un lungo cammino di ricerca, elevandosi alle più alte vette della spiritualità delle due religioni che tanto ave- vano inciso nella sua esistenza, è diventata esempio affascinante e luminoso per quanti cercano la verità con amore tenace e coraggioso. Il 1° maggio 1987 Giovanni Paolo II nel duomo di Colonia, nella cerimo- nia liturgica di beatificazione dichiarò che era: «Una figlia d’Israele, che durante le persecuzioni dei nazi- sti è rimasta unita con fede e amore al Signore croci- fisso Gesù Cristo, quale cattolica, e al suo popolo, quale figlia d’Israele”. Don Mario Bandera - Direttore Missio Novara vertita alla fede cattolica». Con queste parole mi ac- corsi che le davo un dispiacere, ma subito dopo ci ab- bracciammo piangendo lungamente. Cosa provavi dopo questo passo, vivendo una condizione di vita praticamente nuova. Mano a mano che Dio si era impossessato del mio cuore, sentivo crescere dentro di me una forza che mi spingeva a uscire da me stessa per dedicarmi sempre più agli altri. Un impegno questo che cercavo di svol- gere pienamente in ambito accademico. Intanto sulla Germania calava una luce sini- stra: l’ideologia nazista che proprio in quegli anni prendeva il potere. Avvertii subito l’odio che i seguaci di Hitler nutrivano verso gli ebrei, e l’incessante ripetere che la razza ariana doveva liberarsi dai corpi estranei della società tedesca identificati soprattutto in coloro che erano di religione ebraica, mi fece capire più che mai che do- vevo rendere testimonianza non solo della mia fede, ma anche del popolo a cui appartenevo. Subisti conseguenze in questo senso? Mi fu tolta la facoltà di insegnamento in tutte le scuole della Germania; dentro di me avevo preso la decisione di farmi carmelitana. Andai a casa a salutare i miei e ancora una volta l’incontro con mia mamma fu strug- gente e pieno di sofferenza, in quanto lei, donna del- l’antico popolo d’Israele, vedeva la figlia sua entrare a far parte della Chiesa cattolica, una cosa che per quanto si sforzasse di capire non gli riusciva di inten- dere pienamente. Come fu il tuo ingresso tra le carmelitane. Il 14 ottobre 1933 entrai nel carmelo di Colonia e il 14 aprile dell’anno successivo ci fu la cerimonia della mia vestizione. Da quel giorno la mia nuova vita fu se- gnata da un nuovo nome: suor Teresa Benedetta della Croce. Il 21 aprile del 1935 presi i voti temporanei. Nel settembre del 1936 mia madre morì e avvertii chiara- mente che l’avevo al mio fianco come fedele assi- stente per giungere alla meta, il cui traguardo lei aveva già superato. Il 21 aprile 1938 feci la mia profes- sione perpetua con voti solenni; per l’occasione feci stampare sull’immaginetta distribuita ai presenti le parole di san Giovanni della Croce: «La mia unica pro- fessione d’ora in poi sarà l’amore». MC RUBRICHE # Statua di Edith Stein (santa Teresa Benedetta della Croce), davanti alla chiesa a lei dedicata a Boston, Usa.

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