Missioni Consolata - Luglio 2013

dimostra che sono proprio gli anelli più deboli della catena co- munitaria ad aver risposto in modo più soddisfacente alla pro- posta della microfinanza e ad es- serne valorizzati: le donne e i giovani emarginati. Missioni Consolata Onlus e i microprogetti Il microprogetto ha un vantaggio fondamentale rispetto agli altri, più estesi e complessi, progetti di cooperazione allo sviluppo: è nanza è quella di permettere ai soggetti cosiddetti non bancabili (che, cioè, non potrebbero avere accesso al credito delle banche) di disporre comunque di un fondo con cui avviare un’attività. Tale attività, poi, non ha il solo scopo di garantire il benessere del beneficiario, ma di migliorare la condizione collettiva di una co- munità e di includere ulteriori persone nell’accesso al credito. La più che quarantennale espe- rienza delle microrealizzazioni concreto, immediato e più facil- mente gestibile. In un contesto come quello missionario in cui il grado di conoscenza dei «nuovi» strumenti di solidarietà (nuovi ri- spetto alla più classica forma della donazione da parte di un benefattore) varia molto da con- 1. Puoi fare uno o più esempi di microprogetti «di successo», cioè pic- coli progetti che più di altri hanno generato nella comu- nità ampie ricadute inne- scando meccanismi di consa- pevolezza e volontà di elabo- rare autonomamente soluzioni ai problemi della comunità stessa? Il primo microprogetto di svi- luppo, finanziato e realizzato nel giugno del 1970, riguar- dava l’acquisto di materiale e attrezzatura sanitaria per un reparto di pediatria a Maracha in Uganda; quel piccolo inter- vento fu determinante per ac- creditare l’ospedale nel più vasto circuito della sanità del paese. Nel 2013 l’ospedale è ancora funzionante, a pieno regime. Da allora, senza solu- zione di continuità, sono stati finanziati oltre tredicimila mi- croprogetti in quasi tutti i paesi e in oltre la metà delle diocesi del mondo. Durante questo lungo percorso di coo- perazione con le chiese e le comunità locali, tanti sono stati gli ambiti di bisogno che sono stati oggetto di micro- progetto. Oltre ai tradizionali settori d’intervento, come l’ac- qua, l’agricoltura, la sanità, negli ultimi anni molte delle richieste pervenute hanno avuto come oggetto il lavoro. Mi chiedi alcuni esempi: in Pa- raguay, con un finanziamento di 3.200 euro, 15 famiglie in- dios trasferitesi a Ciudad del Este hanno acquistato 10 car- retti per intraprendere auto- nomamente la raccolta di carta e ferro ottenendo in po- chi mesi un aumento signifi- cativo del proprio reddito. In Guinea Conacry, con 4.500 euro, 50 detenuti della pri- gione di Zérékoré hanno ac- quistato attrezzature e mate- riali per avviare un laboratorio che produce sapone per il mercato locale. In Vietnam 200 famiglie, con 5.000 euro, hanno potuto acquistare 35 kg di semi di riso per riprendere la produzione nelle loro risaie devastate da un tifone: la soli- darietà vicendevole permette loro oggi di congiungere la produzione per la vendita e la ridistribuzione dei semi. OPINIONE TRE DOMANDE A FRANCESCO CARLONI, di Caritas Italiana L’ Cooperando… 74 MC LUGLIO 2013 © foto Af.MC

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=