Missioni Consolata - Luglio 2013

LUGLIO 2013 MC 7 Cari mission@ri immagine, la sostiene u- sando mezzi non dissimili da quelli del mondo, evi- tando di guardare le sue pecche e di prendere atto dei gravissimi danni pro- vocati, ad esempio, col proporre «l’ingerenza u- manitaria», non è in linea col Vangelo; semmai la sua immagine deve gene- rarsi, spontaneamente, dai comportamenti fedeli al Vangelo e dai cambia- menti che essa riesce a realizzare nei rapporti tra gli uomini indirizzandoli alla giustizia e all’amore. Se la Chiesa avesse il co- raggio di guardare alla sua storia, di ricercare il perché di tanti e gravissi- mi peccati di cui ha chie- sto perdono, vedrebbe come questi siano stati generati dal connubio con i poteri temporali, dalla pretesa d’usarli co- me braccio secolare, dal pensare che sia compito degli stati formare dei buoni cristiani (e dunque d’esercitare delle pres- sioni in tal senso ed addi- venire a dei compromes- si) quando tale compito è invece della Chiesa sol- tanto. Non solo le politi- che che attualmente gli stati cattolici o cristiani perseguono, del tutto im- morali, escludono ciò, ma nella differenza so- stanziale tra i fini e i mez- zi proposti da Cristo (la li- bera scelta del suo mes- saggio, che si pone agli antipodi del pensare del mondo), e quelli naturali degli stati (di cui è pro- pria la coercizione e il cui fine, nel migliore dei casi, è quello di organizzare u- na buona convivenza), sta la necessità che ciascuno dei due poteri non inter- ferisca con l’altro. Questo non significa che il singolo cattolico non i- spiri il suo agire in politi- ca, l’essere cittadino, alla luce del Vangelo o che la Chiesa non possa inse- gnarlo, ma senza preten- dere d’imporlo a chi in essa non si riconosce. Giuseppe Torre Arenano 08/04/2013 pace e riconciliazione, pazienza e saggezza. Conserva il sacro senso della vita da rispettare e tra- smettere con umiltà e fiducia qui, dove il tempo è così lento e l’attesa infinita ma mai priva di speranza. A te affido Dio la gente di questa savana». Giulia Borroni Wamba - Kenya marzo 2011 FRANCESCO E RINNOVAMENTO NELLA CHIESA Molte sono le novità ap- portate da Francesco «vescovo» di Roma, posi- tive, condivisibili, accatti- vanti. E tuttavia mi pare che il rinnovamento della Chiesa, per la fedeltà al Vangelo meriti un ap- profondimento. Egli ha subito invitato i fedeli a chiedere la mise- ricordia di Dio, senza stancarsi, perché essa è infinita. Dunque un rap- porto verticale tra l’uomo e la divinità, proprio co- munque di ogni religione. Ma Cristo introduce an- che un altro rapporto, correlato al primo, es- senziale, cui dedica tutti i suoi insegnamenti: quel- lo orizzontale tra l’uomo singolo e gli altri uomini. Quest’ultimo condiziona lo stesso rapporto con Dio, perché non è con- cesso ottenere da lui mi- sericordia, se poi la si ne- ga agli altri e privi di compassione si calpesta- no i loro diritti fondamen- tali. Una parabola del Vangelo è eloquente: quella in cui si parla d’un debitore che chiede e ot- tiene la remissione del debito ma poi strozza, senza pietà, chi a lui deve qualcosa. L’importanza del rapporto con gli altri uomini viene poi sottoli- neata dal passo in cui Ge- sù afferma: «Se stai per deporre l’offerta sull’al- tare e là ricordi che tuo fratello ha qualcosa con- tro di te, lascia la tua of- ferta vai prima a riconci- liarti con lui». E soprat- tutto là dove vengono enunciati i criteri secon- do cui saremo giudicati: avevo fame, sete, ero i- gnudo, prigioniero. È dunque chiaro che per Dio i rapporti con gli altri uomini sono essenziali, primari; non ci può esse- re amore per lui se non nel suo spirito, che dob- biamo attuare nel mondo in cui viviamo. Gesù viene in terra per rivolgersi a tutti gli uomini, ma nello stesso tempo, pone una linea netta di demarca- zione: chi vuole seguirmi, deve conformarsi ai miei comandamenti, al mio spirito. C’è un dovere di giustizia innanzitutto ed è chiarito dalla parabola di Lazzaro e il ricco epulo- ne. Il negare agli altri i propri diritti – e dunque dare la preferenza al pro- prio egoismo anziché al- l’amore e al rispetto – po- ne l’uomo al di fuori del rapporto con Dio, tra gli ingiusti, e Gesù verso E- pulone, non dimostra al- cuna pietà, non gli dà al- cuna chance . Le ingiustizie, l’appro- priarsi dei beni, lasciando l’altro nella miseria, non si attuano tanto princi- palmente nel rapporto tra uomo e uomo, ma so- prattutto attraverso rego- le ingiuste imposte me- diante l’organizzazione sociale. Don Camara affermava la necessità di chiedersi: come mai tanti poveri? Nella situazione attuale, occorre aver ben presen- te gli strumenti mediante cui le nostre società, che riteniamo e si dicono cri- stiane, realizzano l’ingiu- sta ripartizione dei beni e il dominio sulla terra. Al di là delle leggi di merca- to, che penalizza e riduce alla fame chi potere con- trattuale non ne ha, non- ché tutti gli altri stru- menti economici che con- seguono lo stesso fine, v’è qualcosa di più terri- bile, immorale e deva- stante. La guerra in pri- mis , attuata in forza della propria superiorità tec- nologica, usando ogni ti- po di armi, le più micidia- li: gli embarghi, le desta- bilizzazioni, il terrorismo. La Chiesa dovrebbe farsi una domanda: quale edu- cazione ha fornito ai suoi fedeli e quale contributo ha dato alle strutture che hanno formato e formano le nostre società? Com’è possibile una devianza così macroscopica dai comportamenti che do- vrebbero discendere dal Vangelo? Lo scandalo delle ingenti somme destinate alle ar- mi, quando una moltitu- dine di persone nel mon- do sono prive di cibo e medicine. Gesù pone altresì un’al- tra barriera, invalicabile: tra Dio e «mammona». Mammona è la logica e la pratica del mondo per ot- tenere successo, onori, prestigio, danaro, potere, senza alcun riguardo e a danno delle altre perso- ne. Opposte sono le stra- de volute da Dio e le logi- che cui conformarsi. La Chiesa attuale, che mette al primo posto la propria

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