Missioni Consolata - Luglio 2013

gente la sua figura, per fare in modo che ce ne possano essere altre, per dare uno stimolo e un appoggio a tutti coloro che, ogni giorno, si battono per la difesa dei diritti umani e l’accesso alla salute. Perché alla base dell’av- ventura di vita di mio padre c’e- rano questi principi, coltivati sin da bambino, a Castelplanio. Spesso è stato ricordato il suo impegno con Mani Tese , da ra- gazzo, o ancora la creazione, as- sieme ad altri, del Gruppo solida- rietà che si occupava e si occupa tuttora del sostegno a persone disabili 1 . Iniziarono poi i primi viaggi all’estero. Insieme ad al- cuni amici raccoglieva medicinali per poi portarli in paesi africani, dove l’accesso alla salute, alle cure sanitarie di base è un mirag- gio. Il suo era un sogno, ma un sogno che doveva diventare un obiettivo: la sua realizzazione lo avrebbe reso felice. Non accet- tava le condizioni nelle quali vive- vano troppe popolazioni, dimenti- cate e vulnerabili. Quindi lui do- veva agire, doveva essere in prima linea per aiutarli. Questo suo sogno lo realizzò quando ini- ziò a collaborare con Medici senza frontiere (Msf) prima, e con l’ Organizzazione mondiale della sanità (Oms) poi. Lo scrive lui stesso in una lettera a suo fra- tello: «Sono cresciuto inse- guendo i miei sogni, e ora credo di esserci riuscito». Questa frase riassume un po’ lo spirito che ha accompagnato mio padre nel ITALIA di TOMMASO URBANI 2003-2013, IL DECENNALE DELLA SCOMPARSA DI CARLO URBANI IL MEDICO CHE REALIZZAVA I SOGNI Il 29 marzo 2003, a Bangkok, moriva Carlo Urbani, medico e infettivologo di Castel- planio (Ancona). Veniva ucciso dalla Sars, il cui virus lui stesso aveva individuato. Abbiamo chiesto aTom- maso, figlio maggiore di Carlo, di ricordare suo padre, il «babbo», come affettuosamente lo chiama. Ne è uscito un ritratto speciale, vero e tenero a un tempo. 26 MC LUGLIO 2013 N egli ultimi mesi sono stato invitato spesso per ricordare mio padre, per parlare di lui, come me- dico ma soprattutto come geni- tore. Sono arrivato addirittura fino a Taiwan e in Vietnam. L’affetto e la riconoscenza che ho trovato, anche in chi non lo conosceva, mi ha commosso. CASTELPLANIO Per me non è un peso partecipare a queste cerimonie. Non lo faccio solamente per ricordare, ma so- prattutto per portare avanti il suo, i suoi ideali. Gli ideali per i quali mio padre si è battuto durante il corso della sua vita, gli ideali nei quali credeva fortemente. Penso sia importante far conoscere alla

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