Missioni Consolata - Aprile 2013

l’uso dei tamburi, sempre che siano finalizzate a perpetuare la gloria di Dio». A distruggere lo stile di vita sami fu, però, il potere statale: la sco- perta dell’argento a Nasafiaell e, ancor più, di giganteschi giaci- menti di ferro a Kiruna e a Galli- vare, nel XVII secolo, indusse la casa reale svedese a emanare la famigerata Lapland Bill , la legge che, regolando l’uso della terra, toglieva ai Sami il diritto al suo sfruttamento. Ottant’anni più tardi, nel 1751, la demarcazione dei confini tra il regno di Svezia-Finlandia e quello tra Danimarca-Norvegia, segnò il definitivo colpo di grazia per i nativi lapponi. Costretti a scegliere una nazionalità, venne loro tolto il diritto di migrare nelle terre dei loro avi. «È que- sto, forse più di ogni altro de- creto o più di ogni altra imposi- zione religiosa, l’atto che segna il punto di svolta della storia sami» spiega Evjen Bjorg, pro- fessore di sociologia al Centro di mondo degli spiriti, furono di- strutti, tanto che i pochissimi esemplari superstiti sono gelo- samente custoditi nei musei. L’obbligo della messa domeni- cale, impose ai sami convertiti di organizzare dettagliatamente i loro spostamenti, limitando il nomadismo e il collegamento con altri villaggi. La Chiesa, con i suoi rituali e i suoi dogmi, giocò, quindi, un ruolo di primaria im- portanza nella politica che lo stato perseguiva per sottomet- tere i Sami. Le varie case reali (svedesi, danesi, russe) sfrutta- rono con abilità le avanguardie missionarie perché preparas- sero il terreno a successive colo- nizzazioni. «Oggi la Chiesa guarda in modo differente la cultura locale» mi dice Erva Nittyvuopio, teologa finlandese specializzata in cul- tura sami: «Le varie diocesi cer- cano di appoggiare la società sami permettendo la pratica di usanze un tempo proibite, come il canto dello yoik in chiesa o Studi Sami dell’Università di Tromso. Oggi i Sami sono divisi in quattro nazioni: 50.000 vivono in Norve- gia, 25.000 in Svezia, 7.500 in Finlandia e 2.000 in Russia. RICERCA DI IDENTITÀ Nel XIX secolo, vessati dallo stato, emarginati dalla società, ostracizzati dalla Chiesa, i Sami cercarono di trovare una propria identità aderendo al Laestadia- nismo . Creata da un prete sve- dese, Lars Levi Laestadius, que- sta nuova dottrina cristiana cercò di dare modo ai Sami di esplicitare la propria fede traendo esempio dall’esperienza personale, veicolandola nella cultura locale minacciata dall’al- col, dal materialismo e dal com- mercio. Giunto sull’orlo di un collasso esistenziale a causa delle sue tristi vicende famigliari (la morte della prima moglie, dell’amato fratello Petrus e del suo primo figlio), Lars riuscì a risalire la china grazie alla seconda mo- glie, Maria. Fu per merito di que- sta donna, rimasta sempre in secondo piano, che Laestadius riprese vigore e fiducia nella vita e nella fede, dedicandosi alla protezione della cultura sami. I suoi sermoni, pronunciati nella MC ARTICOLI # In alto e accanto : l’artigiano Ari Kangasniemi e sua moglie Irene la- vorano corni di renna per farne og- getti d’arte. # Sotto : antichi tamburi conservati nel museo sami di Rovaniemi (Finlan- dia). # A sinistra : tipica donna sami in co- stume tradizionale. # In basso : Johannes Scheffer, Lappo- nia: id est regionis Lapponum et gentis nova et verrissima descriptio , (Francoforte 1673), uno dei primi li- bri sulla vita e tradizioni dei Sami.

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