Missioni Consolata - Aprile 2013

GUARDANDO AL FUTURO E ALLE SUE SFIDE Sono passati 20 anni. È difficile ora risalire a punto in cui abbiamo cominciato. Con le trasformazioni del paese causate dall’avvento della democrazia e dell’e- conomia di mercato, la Mongolia si affaccia a un fu- turo sconosciuto per molte generazioni di mongoli. Al momento il paese si trova alla ribalta e attrae l’avi- dità di molti investitori stranieri, data la sua ric- chezza di risorse naturali. L’industria mineraria è esplosa negli ultimi anni e sta attirando un movi- mento immigratorio dalle città alle zone rurali. C’è anche un influsso di esperti e tecnici stranieri che stanno facendo le infrastrutture e le prime opera- zioni di scavo. Con lo sviluppo portato da questo fenomeno, il te- nore di vita della popolazione sta raggiungendo livelli elevati; ma il costo della vita e dei beni di prima ne- cessità continua a crescere. Per affrontare questa si- tuazione la popolazione viene sostenuta con sussidi da parte del governo, il quale sta già ricevendo somme considerevoli grazie agli investimenti previsti dalle compagnie estrattive. Si può dire che le auto- rità politiche stanno già usando gli «utili non ancora realizzati» dalle attività minerarie per condividerli con la popolazione. Di conseguenza, la maggior parte dei dividendi governativi ricavati dai profitti mine- rari molto probabilmente tornerà nelle tasche degli investitori una volta che le operazioni saranno in pieno sviluppo e inizieranno a rendere. Tale situazione pone alla Chiesa sfide tremende. Quello che sta succedendo potrà essere di aiuto al popolo, ma di sicuro non aiuterà la comunità catto- lica che dipende dagli aiuti e sostegno dall’estero: non abbiamo alcuna fonte di guadagno locale, dato che siamo qui come «organizzazione no profit». L’au- mento dei salari del 53% avvenuto nel 2012 ha aggra- vato fortemente le difficoltà finanziarie della Chiesa. È molto probabile che i missionari dovranno tirare la cinghia, ridurre un buon numero di personale o chiu- dere alcuni dei loro progetti. A tutto ciò si aggiunge una considerevole diminu- zione delle donazioni dall’estero per portare avanti i nostri progetti. Le agenzie di raccolta fondi, colpite dalla recessione economica globale, non sono riuscite a raggiungere i traguardi degli anni scorsi. Anche i benefattori, che sentono e leggono la propaganda sulla crescita del benessere della Mongolia danno di meno. Con questa nuova situazione, la Chiesa deve superare ostacoli sempre più grandi per sopravvi- vere. Un’altra sfida che la Chiesa deve affrontare è la rina- scita dello sciamanesimo, la religione culturalmente radicata nella popolazione, che propone l’adorazione della natura, cioè il tengerismo (adorazione dei cieli blu). La gente sta tornando ai suoi costumi culturali ancestrali e credenze tradizionali. Infine, data la crescente richiesta di lavoratori nelle imprese minerarie, suppongo che bisognerà cam- biare le strategie di missione della Chiesa, per aiu- tare quelle persone che saranno coinvolte nel pro- cesso migratorio dalle città alle campagne. COSA PUÒ OFFRIRE OGGI LA CHIESA ALLA MONGOLIA? Per essere rilevante, la Chiesa deve guardare più at- tentamente al futuro, adattandosi alla società in ce- lere mutamento, sotto la spinta della democrazia, dell’economia di mercato, del materialismo e del con- sumismo. Da una comunità nomade di pastori a una società di residenti urbani e nei siti minerari, con l’aumento della forma di vita sedentaria, bisogna adottare un nuovo tipo di apostolato e di servizio, per compiere la missione di evangelizzazione e diffusione del Vangelo. Per essere percepita come necessaria, la Chiesa deve concentrarsi nell’aiutare la gente a preservare o acquisire i valori della convivenza civile. Questo, credo, si raggiunge infondendo i valori umani e cristiani e i relativi comportamenti. Stiamo attraversando una soglia, laddove la Chiesa ha concentrato i suoi sforzi in campo sociale, umani- tario e di sviluppo. Questi ambiti di coinvolgimento rimangono attuali, dato che molte persone, sia nelle zone rurali che tra i nuovi migranti nelle città, incon- trano ancora difficoltà nella vita economica e collet- tiva, a causa della mancanza di etica sociale e dell’au- mento dei prezzi dei beni essenziali. Ad ogni modo, è arrivato il momento di rafforzare il ruolo educativo e pastorale della Chiesa. Penso che l’istruzione, in tutte le sue varie ramificazioni, debba essere priori- taria. Credo che qualunque sia la direzione che la Mongolia e il suo popolo vogliano prendere, deve av- venire un cambiamento di mentalità da nomade-ru- rale a cittadino sedentario. Questo può avvenire sola MC PICCOLA MA VIVACE APRILE 2013 MC 45 A sinistra : battesimo di un adulto e consiglio parroc- chiale di Arvaiheer. In basso : celebrazione eucari- stica in occasione dell’inaugu- razione della nuova parroc- chia di Arvaiheer. A destra : grattacielo accanto a un tempio buddista nella città di Ulaanbaatar, simbolo elo- quente della Mongolia in cam- mino verso la modernità. © AFMC/D Giolitti © AFMC/G Marengo

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