Missioni Consolata - Dicembre 2012

DICEMBRE 2012 MC 41 MC NATALE POSSIBILE nato da pochi mesi da Lerins. Ovviamente ha giocato un po’ la novità, ma per me è stato importantissimo poter trascorrere il Natale presso la comunità nella quale avevo scelto di vivere tutta la mia vita. Ho per- cepito in modo forte, infatti, che nei volti di questi miei fratelli “prendeva carne” il volto di Dio. Oggi mi rendo sempre più conto che è attraverso la mia comu- nità che Dio mi parla, in essa sperimento la miseri- cordia di Dio, ed è nei miei fratelli che sono chiamato ad amare Dio. Come per la Betlemme di un tempo, anche oggi l’Incarnazione ha bisogno di un “luogo”, e questo, per me, è Pra ’d Mill. Questa consapevolezza è il dono ricevuto il mio primo Natale qui». Prova a trovare una sola parola per esprimere l’at- mosfera che regna qui il giorno della Vigilia… «Attesa». E una per esprimere l’atmosfera del giorno di Na- tale. «Silenzio». Tra attesa e silenzio come vivete la Notte di Na- tale? «La Notte è il cuore del grande giorno di Natale che comincia con i primi vespri del 24 e finisce con la compieta del 25. Questa grande lunga notte è per noi una notte di veglia e di gioia, di silenzio e di pace. Po- trei dire che la veglia si divide in due momenti: un primo momento che si caratterizza più per la dimen- sione celebrativa, un secondo momento nel quale pre- vale un silenzio adorante. Ci ritroviamo tutti alle 22 in chiesa per celebrare le Vigilie al termine delle quali comincia la Messa di mezzanotte. Dopo la celebra- zione alcuni fratelli si recano nel salone del mona- stero per scambiare gli auguri con gli ospiti e per of- frire loro qualcosa di caldo, prima di continuare la ve- glia. Infatti subito dopo si ritorna in chiesa per dare inizio all’adorazione notturna con il canto dell’“ufficio dei pastori”, un breve momento di preghiera respon- soriale con il quale anche noi ci uniamo alla lode e allo stupore dei pastori di fronte al Signore adagiato nella mangiatoia. Prosegue poi per tutta la notte l’adora- zione eucaristica che termina con la messa dell’Au- rora». Quindi c’è qualcuno che vive la Notte Santa ospite presso il vostro monastero? «Molti sono coloro che vengono a celebrare con noi le Vigilie, e al momento della Messa della Notte la chiesa si riempie. Eppure il numero elevato di per- sone presenti non impedisce quel clima di silenzio adorante che caratterizza tutta la notte. In tanti pro- vengono dai paesi vicini, ma alcuni giungono anche da Torino o da più lontano solo per celebrare il Natale con noi. Dopo la messa di mezzanotte però restano in pochi per l’adorazione, e il resto della notte si tra- scorre in un clima di maggiore familiarità… in pochi, in silenzio, stretti attorno a Gesù». E secondo te che cosa li spinge a venire qui? Cosa cercano, e… cosa trovano? «Non saprei bene. Credo che tante siano le motiva- zioni, le più disparate: l’autentico desiderio di cele- brare il Natale, il desiderio di vivere qualcosa di “al- ternativo”, la semplice curiosità… ma poco importa, il Signore sa servirsi di ogni cosa per aprire i cuori di ciascuno… non è forse la semplice curiosità che spinse i pastori a recarsi alla grotta? “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Si- gnore ci ha fatto conoscere” (Lc 2, 15). E cosa trova- rono? La povertà di una grotta e un bambino avvolto in fasce. Chi viene a Pra ’d Mill incontrerà forse le no- stre povertà, ma spero che il loro sguardo sia per Co- lui che ha voluto fare della povera mangiatoia il luogo dove riposare». Presepio, albero di Natale, doni… Rimane qualcosa delle tradizioni natalizie più diffuse tra le mura di un monastero? «Il presepio… Forse tra le “tradizioni” è quella più at- tesa da tutti noi. Ogni anno, a turno, un fratello della comunità, spesso il più giovane, allestisce il presepio in chiesa e lo caratterizza in modo da far soffermare la nostra attenzione su un aspetto del mistero dell’In- © atriodeigentili it © Af MC / Stefano Mussino «Vivere quotidianamente nella consapevolezza che Dio è con noi, sempre!».

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