Missioni Consolata - Dicembre 2012

L ELLO S ALUTARIS L UCAS M ASSAWE nacque nel 1963 a Moshi, una cittadina del Tanzania settentrionale situata nella regione di Arusha a circa 30 chilometri ad Est del capoluogo ai piedi del Kilimangiaro e in prossimità del confine con il Kenya. Dopo gli studi elementari a Singachini, frequentò le scuole medie e superiori nel seminario di Maua. Studiò filosofia nel Consolata Seminary di Nairobi e dopo l’anno di noviziato a Sagana, emise la professione reli- giosa il 21 luglio 1989. Continuò con gli studi di teologia al Consolata Seminary di Nairobi. Ordinato sacerdote a Mo- shi il 27 giugno 1993 da Mons. Amedeo Msarikie, vescovo della città, iniziò il suo ministero di missionario in Etiopia. Lavorò nella pastorale ad Asella, Modjo, Waragu e Wonji, svolgendo nello stesso tempo il compito di consigliere re- gionale. Dopo alcuni anni, approdò a Roma per approfondire gli studi e nel 2000 venne destinato all’animazione missionaria in Italia e risiedette nella comunità di Bevera e di Nervesa. Ritornato in Tanzania nel 2004, dopo due anni di studi di giornalismo, divenne direttore della nostra rivista Enendeni (Andate), pubblicazione missionaria in lingua swahili. Partecipò al Capitolo generale del 2011 e il 7 settembre 2011 fu eletto dai suoi confratelli superiore re- gionale dei missionari della Consolata operanti in Tanzania. «È morto in mare il giorno 25 ottobre 2012 a Bagamoyo, vicino a Dar Es Salam. Il nostro missionario è stato preso dal mare e ritrovato il giorno 26 ottobre in un bosco di mangrovie. Il corpo non ha subito mutilazioni». ( Comunica- zione del Superiore generale ). Aveva 50 anni di età, di cui 23 di Professione Religiosa e 19 di Sacerdozio. «Chi lo ha conosciuto lo ricorda con simpatia: carattere gioioso, volto sempre con un largo sorriso di accoglienza, alto, imponente nel suo aspetto e lunghe braccia sempre pronte ad avvolgerti in un caloroso abbraccio di cordialità e fraternità. Abitualmente ti chiamava fratello ed amava parlare anche della sua numerosa famiglia sparsa nel mondo. E al centro del suo ministero aveva posto proprio la famiglia. Nel precisare quale fosse il suo programma come superiore in Tanzania, indicando un punto preciso su cui insistere, disse: “Lo spirito di famiglia, la comunità come famiglia. Se puntiamo sulla comunità come famiglia puntiamo sulla persona, cioè sul missionario. Non pun- tiamo solo sul lavoro, ma sul modo in cui viviamo. Progettiamo il lavoro insieme, valuteremo insieme i successi e i fallimenti. Quindi costruiamo la comunità famiglia, come diceva il fondatore Giuseppe Allamano. E Gesù diceva: la gente conoscerà che siamo suoi discepoli se ci ameremo fra noi”» (da Resegoneonline.it , di I. Allegri). LELLO È... INDIMENTICABILE

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