Missioni Consolata - Novembre 2012

OSSIER nità tuareg delle tre regioni del Nord del Mali (Gao, Timbuctu, Kidal). L’Mnla è laico, non si caratterizza per la religione e il suo programma politico si rias- sume con la secessione dell’Azawad dal Sud corrotto e neo colonialista (su modello del Sud Sudan che si è separato dal Nord). Il movimento stabilisce il suo ufficio politico a Nouakchott, capitale della Mauritania, uno dei prin- cipali alleati regionali della Francia. Alcuni leader, come Mossa Ag Attaher risiedono a Parigi e da lì ge- stiscono relazioni e due siti Internet (in arabo e fran- cese) del movimento. La Francia vede l’utilità dei tuareg per la lotta anti terrorista nel Nord del Mali. Da qui le accuse di collusione, soprattutto da parte di Bamako. Secondo l’International Crisis Group (vedi pag. 49), tuttavia, questo interesse non si è mai tra- dotto in appoggio logistico, perché i transalpini non vedono di buon occhio la secessione del paese. DAI SOTTERRANEI DI AL QAEDA Negli stessi mesi anche Aqmi non sta ferma. Grazie alle ingenti quantità di denaro ottenuto con i rapi- menti e il traffico di cocaina, fa incetta di armi libiche e arruola nei suoi ranghi giovani fuggiti dalla Libia. Il leader tuareg Iyad Ag Ghali, figura importante nei trattati di pace del 1991 e del 2008, ha un suo per- corso religioso particolare. Originario di Kidal, di uno dei clan più nobili, gli Ifoghas, si avvicina all’i- deologia salafita. Negli anni (e nei trattati di pace) ha sempre favorito il suo clan e la sua regione, piuttosto che l’Azawad. Già miliziano nella Legione verde di Gheddafi degli anni ‘80, è anche stato vice console del Mali in Arabia Saudita sotto Att. Fa suo il pro- getto islamico fondamentalista della jihad internazio- nale, e si trova in contrasto con l’islam tollerante de- gli altri tuareg. In parte estromesso dalle consultazioni di Zakak, si presta comunque come alleato tattico alla ribellione, adoperando la sua milizia, Ansar Dine (i partigiani della religione). Affianca e appoggia i gruppi del- l’Mnla nella conquista di Gao e Timbuctu. Ed è pro- prio in questa regione che inizia a stringere alleanze con l’Aqmi di Belmokhtar. Vi trova affinità ideologica e presenza di risorse. I progetti di società promossi da Mnla e da Ansar Dine sono dunque nettamente distinti: la secessione e uno stato laico gli uni, l’integrità territoriale e l’ap- plicazione della sharia per tutti, gli altri. In poche settimane i successi militari dell’Mnla, con Ansar Dine (e altri gruppi) sono rapidi e l’esercito di Bamako, viene cacciato dal Nord del paese. Le milizie pro governative (arabe e tuareg) sconfitte. Impor- tante è la vittoria di Aguelhoc, seguita da esecuzioni extra giudiziali di decine di soldati maliani. CRISI AL SUD A Bamako, a un mese dalle elezioni a cui Att non si sarebbe più candidato, il 22 marzo scorso il capitano Amadou Haya Sanogo, con un gruppo di militari di Kati (caserma alle porte di Bamako), porta a segno un colpo di stato che mette fine a vent’anni di per- corso democratico del paese. Il pretesto è proprio il lassismo con cui Att aveva ge- stito il Nord negli ultimi dieci anni. Ma i golpisti sem- brano un po’ sprovveduti e la loro azione produce l’effetto di favorire l’avanzata dei ribelli fino alla ci- tata proclamazione dell’indipendenza dell’Azawad. Ansar Dine, forte dei successi militari e dell’alleanza con Aqmi (che porta ingenti fondi, quindi armi), si impone, anche con scontri armati, sugli altri tuareg, prendendo il controllo delle città ed estromettendo di fatto l’Mnla, troppo lontano dall’approccio jihadi- stico . Questo si ritira dapprima nelle periferie e in- fine nelle campagne. Oggi Ansar Dine controlla sal- Sopra : Dioncounda Traoré, presidente di transizione del Mali. A fianco : Iyad Ag Ghali, capo del gruppo Ansar Dine. Pagina a fianco : ladro condannato ad amputazione di mano destra e piede sinistro all’ospedale di Gao. © Habibou Kouyate / AFP © Romaric Ollo Hien / AFP

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