Missioni Consolata - Novembre 2012

NOVEMBRE 2012 MC 17 MC ARTICOLI INTERESSI RWANDESI IN REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO CONGO RD (SEMPRE) APPETITOSO Il Rwanda continua a saccheggiare le risorse del Congo con la scusa di proteggere le sue frontiere. E finanzia ribellioni congolesi. Mentre giovani rwandesi sono obbligati ad arruolarsi e combattere nel paese vicino. E le potenze del mondo lasciano fare. S e l'argomento è tabù in Rwanda, a Goma, il ca- poluogo del Nord-Kivu, nell'Est della vicina Repubblica Democratica del Congo, nessuno sembra avere il minimo dubbio: la sua ricchezza, la sua fama di futura «Singapore dell'Africa», il Rwanda se la sta costruendo sulle spalle dei congo- lesi grazie ai minerali del Kivu venduti in comodi sa- lotti a operatori economici stranieri. Per poter mantenere il controllo sulle reti di questo traffico miliardario, milizie armate di origine ruan- dese, eredità del sostegno di Kigali alla ribellione del defunto Laurent-Désiré Kabila contro il dittatore Mobutu Sese Seko nel 1997, alimentano uno scena- rio di confusione e di terrore. Da quando è ripreso il conflitto nell'aprile scorso, la presenza di soldati ruandesi (regolari) è stata anche segnalata all'interno del paese. A Goma raccogliamo diverse testimonianze su cari- chi di minerali inviati direttamente in Rwanda dal- l'aeroporto della città, per via terrestre o lacustre. L'ultimo rapporto del «Gruppo di esperti delle Na- zioni Unite sul monitoraggio dell'embargo sulle armi» rileva i casi di almeno quattro aziende mine- rarie ruandesi che hanno acquisito materiale illegal- mente. Una compagnia ruandese, la Semico, è an- che stata sospesa per aver venduto alla African Pri- mary Tungsten alcuni certificati di concessione, per far risultare ruandese il tungsteno congolese. Il rapporto degli esperti delle Nazioni Unite sul Congo datato 27 giugno parla chiaro: «Il nostro gruppo ha trovato prove sostanziali sul sostegno fornito da ufficiali ruandesi a gruppi armati attivi nell'Est della Repubblica Democratica del Congo». Gli esperti hanno documentato un sostegno «mili- tare e politico alla ribellione del Movimento 23 marzo (M23) da parte delle autorità ruandesi...» e l'uso del territorio ruandese per costituire la nuova ribellione. Mentre il Rwanda fa affari, l'Est del Congo muore di violenza, povertà, sottosviluppo, violazione costante dei diritti umani, corruzione. «Quando i giovani del- l'Est congolese prenderanno coscienza di questa si- tuazione, vorranno farsi giustizia, si arruoleranno nelle forze armate e cercheranno di respingere il male da dove è venuto, in Rwanda» mette in guardia un esponente della società civile del Nord-Kivu. A Kigali, qualcuno comincia a preoccuparsi. «Il Rwanda sta spendendo molti soldi nella guerra in Congo senza la minima consulta- zione democratica. C'è chi non è d'accordo. Pur- troppo in alcune aree remote del Rwanda sono in atto reclutamenti coatti di giovani nelle forze ar- mate. Giovani che vengono addestrati e mandati nell'Est del Congo» sostiene Sylvain Sibomana, se- gretario generale delle Fdu-Inkingi. «Non se ne parla ufficialmente, ma sappiamo che molti militari ruandesi feriti sono stati ricoverati qui, a Kigali, al- l'ospedale militare di Kanombe. Abbiamo comin- ciato a sentirne parlare da quando è scoppiata l'in- surrezione del M23 in Congo». «Ci stiamo interrogando sul perché di tali recluta- menti» fa eco Boniface Twagirimana, vice presi- dente ad interim delle Fdu. «Il Rwanda si sta per caso preparando a una guerra? Vuole mandare gente in Congo, laddove è in atto una guerra? Non si può ignorare il cambiamento di rotta del governo di Kinshasa, che ha più volte accusato apertamente il Rwanda di coinvolgimento nel conflitto congolese. Non si può pertanto ignorare la possibilità di riper- cussioni violente sul nostro paese e contro il nostro popolo». L'allarme è lanciato. Celine Camoin da Goma # Contingente dei caschi blu dell’Onu a Goma in Congo Rd. © Michele Sibiloni / AFP

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