Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

oggi all’affido vuol dire aumentare i costi totali oggi e domani. «L’affido funziona se ognuno fa la sua parte. L’assi- stente sociale deve interloquire con psicologo, Tribu- nale dei minorenni, famiglia di origine e affidataria». I tagli incidono in tutta l’organizzazione dei servizi che sono oggi sotto organico. Mentre in alcune re- gioni è stato tolto il contributo economico alle fami- glie affidatarie. «Il fondo nazionale è stato azzerato, i fondi regionali ridotti» denuncia ancora Frida Tonizzo. UNA RETE DI ASSOCIAZIONI Ma le associazioni continuano il loro lavoro di pres- sione e di proposizione attiva nei diversi contesti. Esiste un tavolo nazionale delle reti e associazioni sull’affidamento famigliare ( www.tavolonazionaleaf- fido.it ), che ha lavorato per mettere insieme una base comune condivisa di visione dell’affidamento e i suoi aspetti positivi; lavoro sfociato nel documento «Dieci punti per rilanciare l’affidamento famigliare in Italia, 2010». Le associazioni di famiglie affidatarie sono attive a tavoli ai diversi livelli: regionale, provinciale, comu- nale. Allo stesso tempo, le associazioni spesso suppli- scono ai vuoti lasciati dallo stato, appoggiando le fa- miglie affidatarie. «Oggi i servizi sociali sono ridotti, più che in passato, mentre sono aumentate le situazioni di disagio», ricorda Giuseppina Ganio Mego, che come ufficio famiglia della Caritas di Torino siede al tavolo di lavoro del comune, provincia e regione Piemonte. «Nel tavolo di lavoro della provincia, dove ci sono i consorzi, gli operatori dei servizi chiedono alle asso- ciazioni e parrocchie di essere aiutati sul loro territo- rio con il progetto “dare a una famiglia un’altra fami- glia”. Si sono convinti che se riusciamo a sostenere una famiglia all’inizio delle difficoltà, prima che peg- giorino, avranno meno utenza, tra qualche anno, lo stato avrà meno cittadini da assistere e le persone staranno meglio». Con questo progetto, una o più fa- miglie, forniscono un aiuto a un nucleo in difficoltà (genitori con figli, spesso mamme sole con bambini). I servizi danno una supervisione e, se possibile ap- poggiano economicamente (es. assicurazione), ma, ricorda Giuseppina, «abbiamo invertito la dinamica: non sono i servizi a togliere i figli ma la persona nel bisogno a chiedere di essere aiutata». In generale, molto spesso le famiglie affidatarie si la- mentano di essere abbandonate dai servizi, e si rivol- gono ad associazioni territoriali, che sono diventate un anello imprescindibile di questa delicatissima ca- tena. Racconta Elio Biasi tra i fondatori dei Gruppi volontari per l’affidamento e l’adozione: «Se non ci sono le reti di associazioni che ti sostengono è diffi- cile farcela. Vediamo se tra noi riusciamo ad aiutarci. Qualcuno porta la problematica e cerchiamo di ve- dere se con “l’auto mutuo aiuto” riusciamo a condivi- dere, dare dei consigli, magari risolvere». Marco Bello MC «E ORA VOLERAI»

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