Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

molto spesso restie ad affidarsi ad una polizia principalmente composta da uomini, tra cui al- cuni componenti sono coinvolti in simili abusi. Le autorità rara- mente investigano questi crimini e le donne che hanno il coraggio di denunciare di essere state vit- time di strupro sono molto spesso non credute o addirittura l’accusa viene ritorta contro di loro, venendo accusate di avere avuto rapporti sessuali fuori dal matrimonio ( zina ). Per la legge afghana la zina è un crimine pu- nibile con una pena che può arri- vare a 15 anni di prigione. Le debiti. I matrimoni forzati e quelli di minorenni sono una violazione delle legge afghana e degli obbli- ghi internazionali dell’Afghani- stan. La pratica dei matrimoni forzati è compiuta per molte e di- verse ragioni: per la riparazione di un debito, per ottenere soldi per la famiglia o per risolvere una disputa e si rifà ad un’antica usanza tribale, ritenuta un cri- mine anche dalla sharia . Le violazioni e gli abusi sono ra- ramente perseguiti. Qualora al- cuni siano processati, gli accusati sono spesso assolti o puniti lieve- mente. Le donne, inoltre, sono donne vedono dunque la polizia come una minaccia piuttosto che come un’imparziale e professio- nale agenzia per l’applicazione della legge. Sono molte le donne e le ragazze afghane a essere attualmente in prigione, accusate di «crimini contro la morale», che di solito significa essere fuggite da un matrimonio forzato (illegale) o dalla violenza domestica. Anche una ricerca sul campo di Human Rights Watch conferma questa situazione, dimostrando che al- meno metà delle donne in pri- gione e tutte le ragazze nelle car- ceri minorili sono state arrestate per essere fuggite a un matrimo- nio forzato o scappate da mariti e parenti che usavano violenza con- tro di loro. Alcune donne, intervi- state da Human Rights Watch, raccontano che si erano rivolte alla polizia per chiedere dispera- tamente aiuto, e sono finite in- vece arrestate. Le donne e le ra- gazze recluse descrivono le vio- lenze da cui sono fuggite: matri- moni precoci o forzati, percosse, frustate, bruciature con il fuoco, stupri, costrizione alla prostitu- zione, rapimenti e minacce di morte. Praticamente nessuno di questi casi denunciati ha mai portato neppure a una minima AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 11 # A destra : donne con un neonato all’uscita del reparto maternità del- l’ospedale di Faizabad. # Sotto : agricoltori pashtun su una strada della provincia di Faryab; qui sotto: bambine afghane. © Heba Aly_ R N © Salma Zulfiqar_IRIN MC ARTICOLI

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