Missioni Consolata - Maggio 2012

MAGGIO 2012 MC 23 gramma complessivo di riforma agraria». Presentato come un mezzo per ridistribuire in modo equo le terre del latifondo a con- tadini senza terra, ha finito col di- ventare una trappola per i nuovi piccoli proprietari, lasciati senza mezzi concreti. A questo vanno aggiunti le «eque» compensazioni per i possidenti (che avevano ce- duto «volontariamente» le proprie terre, mentre in parte venivano ri- distribuite a membri delle loro stesse famiglie) e il riacquisto delle terre dai contadini non in grado di vivere del loro lavoro in mancanza di strumenti di soste- gno finanziario e tecnico. Inoltre, solo il 50% delle terre Il cardinale, deceduto il 21 giugno 2005, per quasi trent'anni dal 1974 al 2004 arcivescovo della capitale, è stato simbolo della Chiesa locale, sia nella capacità di dialogo - so- vente intransigente - con il potere civile, sia nel tenere acceso l'impe- gno sociale senza però venir meno ai fondamenti di una Chiesa forte- mente tradizionalista. LA TERRA E LA RIFORMA MANCATA Con la «Rivoluzione dei fiori e dei rosari», la caduta della dittatura Marcos e la presidenza di Corazon Aquino, la pressione della piazza e di settori dell’esercito costrinse allo studio e all’avvio di un «Pro- D ONNE E MINORI NELLA RETE DEI TRAFFICANTI A causa della povertà e della mancanza di alternative, un numero rilevante di donne e minori è vittima della tratta di esseri umani. Mentre oltre 200mila bambini vivono permanentemente nelle strade. ma anche tra questi dovrebbe trovarsi una percen- tuale di femmine che cercano di nascondere l'identità sessuale per sfuggire alle violenze. Allora erano 222.417 quelli «censiti». Successivamente (2003), Ac- tion International Ministries (www.actioninternatio- nal.org ), una Ong religiosa, indicava da 50 a 70mila i minori «visibili» sulle strade della sola capitale Ma- nila, 22mila a Luzon l'isola maggiore, oltre 40mila per la regione centrale dell'arcipelago, oltre 22mila per Mindanao e il Sud. I dati parziali successivi indicano non una diminuzione, ma una minore visibilità, dovuta all'azione repressiva, alla riqualificazione delle aree urbane, al ruolo nell'assistenza di un numero cre- scente di Ong e individui. Ste.V. I l traffico di donne e di minori, un tempo nascosto per ragioni politiche, di prestigio nazionale e di vergogna, è ora entrato nella rete globale degli sfruttatori in cui le vittime cadono per poi semplice- mente scomparire. Come sottolinea Cecilia Flores-Oe- banda, a capo dell'organizzazione Visayan Forum Foundation (www.visayanforum.org) , da lei fondata per tentare di salvare donne e minori vittime di tratta di esseri umani e sfruttamento «le vittime sono spinte da povertà, disoccupazione, mancanza di alternative, influenza dei loro compagni, attesa sociale, e conflitti armati, ma anche dalle semplice incapacità dei gio- vani di continuare negli studi. Molti sono convinti che il loro sacrificio possa risolvere le difficoltà familiari». Nelle Filippine la tratta di esseri umani serve sia i mercati stranieri sia quelli locali. Una rete di «caccia- tori di teste», pur di guadagnare 10 o 20 dollari, spin- gono le potenziali vittime nella trappola del debito, co- stringendole poi a finire nelle mani dei trafficanti, che si occupano di portarle altrove, spesso molto lontano dai luoghi d'origine. «Per una seria attività repressiva – dice la Flores-Oebanda – non si possono ignorare le due dimensioni, quella locale e quella internazionale, del problema». Vittime sovente della tratta, ma prima ancora del di- sagio sociale e della povertà, sono anche i «bambini di strada», una caratteristica delle grandi città filippine. Hanno da 5 a 18 anni, arrivano da famiglie che hanno almeno sei membri; in maggioranza sono ancora in rapporto con almeno un genitore, al 25 per cento la- sciati a vivere permanentemente sulla strada. Questo l'identikit, diffuso diversi anni fa dal Dipartimento per gli Affari sociali e lo sviluppo filippino, nell'unico rap- porto ufficiale finora diffuso. Al 70 per cento maschi, coinvolte nel progetto di riforma era di proprietà privata (e di que- ste solo il 4% è stato ridistribuito dopo una requisizione; il resto è stato prima acquistato dallo Stato); il rimanente 50% è (o era) proprietà pubblica. Oggi il 68% degli agricoltori non sono pro- prietari delle terre che lavorano e solo il 3% ha ottenuto la terra at- traverso la riforma agraria. MINDANAO, TRA GUERRIGLIA E BANDITISMO Posta a sud delle Filippine, Min- danao è l’isola maggiore per su- perficie di questo paese che di isole ne conta oltre 7mila, ma ospita solo il 24 per cento della MC ARTICOLI

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