Missioni Consolata - Dicembre 2011

MC DICEMBRE 2011 OSSIER volto al padre Dolza, aggiunse: «Ma non importa, la lettera c’è e lei deve venire». «Se è così», mormorò il padre Dolza rassegnato, «verrò, forse domani. Oggi non riesco a stare in piedi». «Così va bene», disse il padre Calandri, e aggiunse: «Gli ordini dei superiori vanno eseguiti». In quella tana non c’era assolutamente posto per al- tri. I due samaritani somministrarono al malato una buona dose di chinino e ritornarono alla loro mis- sione. Padre Dolza ci pensò seriamente nella notte e decise di obbedire a qualunque costo, anche se ciò fosse co- stato quattro ore di marcia su gambe incerte e tre- manti. Il mattino seguente, quando i due amici arrivarono per aiutarlo, la tana era vuota e l’usciolo ben chiuso. Si guardarono sorpresi: «Acciderba, che fegato! Come avrà fatto a partire da solo in quelle condi- zioni?». P. Manfredi si gettò subito all’inseguimento temendo di trovarlo svenuto sul ciglio del sentiero, ma per quanto trottasse non riuscì a raggiungerlo per via. Lo trovò a Ighembe che si era buttato, senza forze, su un pagliericcio per smaltire la dura maratona. (Ottavio Sestero) TORO Fondata nel 1923, primi battesimi nel 1930, conta ora [ 1950 ] 216 cristiani [ non ci sono dati per il 2005, ma Toro - o Tuuru - è la madre delle floride parrocchie di Maua, Mutuati e Kangeta ]. In questa missione per molti mesi dell’anno si hanno nebbie fittissime, fattore questo che con- corre a rendere quella popolazione indolente, molle, senza iniziative, contenti di vivere nella loro miseria fisica e morale, che li rende apatici a tutto, specie a quello che importa innovazioni. Pagani fino al midollo e refrattari a qualunque sforzo. I Protestanti in questa zona hanno otte- nuto molto meno di noi, e lo stesso Governo, nonostante le multe, la prigione e gli askari (sol- dati), trova difficoltà a eseguire i suoi piani di miglioramento del paese. Nonostante tutte queste difficoltà, cui bisogna aggiungere quella degli Njoli , i nostri bravi mis- sionari che vi hanno lavorato, hanno ottenuto in quei 216 cristiani un vero successo. Un profano potrebbe meravigliarsi: un successo 216 Cri- stiani in 27 anni? Noi che conosciamo il luogo e le sue difficoltà e la popolazione ripetiamo che è un vero successo. Ora [ 1950 ] la Missione ha un centinaio di cate- cumeni, una scuola centrale ben avviata, due out-schools con oltre 100 allievi, un buon dis- pensario, un collegino di 20 ragazze e persino una squadra di calcio. La Missione fu dedicata a Santa Teresa del Bambino Gesù dal p. G. Airaldi che vi lavorò per ben sei anni, apparentemente senza risultato come il suo predecessore p. E. Manfredi. Ma il movimento che comincia a manifestarsi ora è frutto del loro apostolato silenzioso di pre- ghiera e sacrificio. 6.

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