Missioni Consolata - Ottobre 2010

MC ARTICOLI rano circa 5.000 cattolici goanesi a Nairobi, quasi 2.000 in Uganda, lo stesso numero in Tanzania. Sacerdoti goanesi erano arrivati dalla madrepatria, ma vocazioni erano sorte anche all’interno delle nuove comunità goanesi, solitamente molto unite e soli- dali. NELLA NAIROBI DI FINE XX SECOLO Una volta a Nairobi, dal 1992, di- venne normale incontrare sacer- doti, religiosi e religiose di ori- gine indiana o asiatica apparte- di Mombasa c’erano preti di ori- gine goanese tra il clero dioce- sano. Non me l’aspettavo. Tro- vare degli indiani tra i religiosi sembrava ovvio, trovarli invece tra il clero diocesano, no. Eppure non c’era niente di più naturale e semplice. Erano arrivati insime ai lavoratori della ferrovia dell’U- ganda nel 1896 ( vedi box a pag. 67 ). Con questi lavoratori, spre- giativamente chiamati coollies , c’erano molti goanesi, cattolici, arrivati come marinai, cuochi, sarti e impiegati. Finiti i lavori della ferrovia, anche molti goa- nesi si stabilirono nell’East Africa dove essi divennero l’os- satura del ceto impiegatizio sia nelle strutture governative colo- niali che nel settore privato, oltre ad essere riconosciuti come i migliori sarti. Da loro nacquero anche le prime comunità cattoli- che della regione. Quando nel 1899 i Missionari dello Spirito Santo arrivarono a Nairobi, tro- varono già una piccola comunità di cattolici goanesi. Nel 1931 c’e- nenti a istituti internazionali. Tra questi c’erano naturalmente i Gesuiti, con i padri indiani nel loro centro di spiritualità (il Mwangaza , centro della luce) e nello studio teologico ( Hekima , sapienza). I più visibili di tutti erano i Salesiani che alla fine degli anni ’70 avevano lanciato «l’Operazione Africa». Essi erano presenti in Africa dal 1884 (prima missione in Tunisia) con importanti missioni in 11 diversi paesi, ma con il rinnovamento conciliare si erano resi conto che non stavano facendo abbastanza # A destra: Sukuta Marmar, suore di Madre Teresa con donne Samburu. # Sotto: il santuario di Maria Ausilia- trice a Nairobi ha chiari influssi architettonici indiani.

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