Missioni Consolata - Ottobre 2010

OTTOBRE 2010 MC 79 MC ARTICOLI # Pagina a fianco: Nord del Senegal. Piantagione di arachidi e dettaglio. Si tratta di una produzione impor- tante per il paese. # Gitega (Burundi). Contadini nei pressi di un fondovalle dove si producono riso e prodotti orticoli. forza delle strutture sociali di tipo comunitario che ancora non sono state spazzate via. Essa può contare anche sulle al- tre esperienze negative e vedere ciò che ha prodotto un modello di sviluppo economico pericoloso e lontano dai valori africani. I movimenti contadini e le Ong internazionali possono giocare un ruolo fondamentale in questo processo di trasformazione del- l’agricoltura, facendo pressione sui governi africani e sui finan- ziatori internazionali, affinché vengano adottate politiche re- sponsabili che vadano nella dire- zione giusta. Mi sembra importante sottoli- neare alcuni punti. Agricoltura familiare e agricol- tura di sussistenza non sono la stessa cosa. L’agricoltura di sus- sistenza ha caratteristiche pecu- liari: la produzione viene consu- mata in gran parte dalla famiglia che è dunque unità produttiva e di consumo al tempo stesso, essa è debolmente integrata nei mercati degli input (6) e dei pro- dotti, non ha accesso al credito, la produttività è molto bassa. Caratteristiche che purtroppo la rendono estremamente vulnera- bile da un punto di vista alimen- tare: secondo le stime più re- centi 3/4 dei poveri del mondo sono concentrati nelle zone ru- rali e vivono proprio di questo tipo di agricoltura (7) . L’agricoltura familiare può es- sere orientata al mercato (locale ed interno, in un’ottica di filiera corta) ed essere modernizzata attraverso l’applicazione di tec- nologie più produttive come l’ir- rigazione (oggi ad esempio solo una minima parte delle terre sono irrigate in Africa dell’O- vest), di tecnologie sostenibili da un punto di vista ambientale, che dunque aumentano la produtti- vità nel lungo termine, di varietà migliori, di pratiche che favori- scano l’integrazione agricoltura- allevamento, di tecnologie avan- zate per lo stoccaggio e la tra- sformazione in loco. Senza per ciò perdere le sue caratteristiche di legame con il territorio, di ele- mento culturale oltre che pro- duttivo. LA PAROLA AI CONTADINI Questa è proprio la sfida da co- gliere: trasformare l’agricoltura di sussistenza in agricoltura fa- miliare moderna e sostenibile che produca per il mercato afri- cano e promuovere così uno svi- luppo armonioso delle zone ru- rali. Sono illuminanti in propo- sito queste parole di Mamadou Cissokho, presidente onorario della Rete delle organizzazioni contadine e dei produttori dell’A- frica dell’Ovest (Roppa): «Noi contadini dell’Africa dell’Ovest, abbiamo definito insieme la no- stra visione di agricoltura nello sviluppo a lungo termine: un’a- gricoltura moderna e sosteni- bile, che assicuri anche funzioni economiche, sociali ed ecologi- che necessarie per la preserva- zione della solidarietà familiare e nazionale; un’agricoltura che garantisca una gestione equa e sostenibile delle risorse naturali e che sia capace di creare un reddito sufficiente, stabile e un livello di vita decente alle fami- glie, ai produttori; un’agricoltura capace di generare un surplus per l’esportazione, di contribuire in maniera significativa alla creazione della ricchezza nazio- nale e di fornire un’alimenta- zione sana alla popolazione na- zionale e regionale» (8) . L’alternativa la conosciamo: è l’agricoltura moderna, ma non familiare, non integrata con l’al- levamento, le piantagioni, il pro- letariato rurale, gli Ogm, la di- struzione dell’ambiente e del patrimonio culturale locale. Le cooperative comunitarie pos- sono giocare un ruolo molto im- portante in questo processo di sviluppo. Esse possono parteci- pare al processo di creazione e mantenimento in loco della ric- chezza (attraverso la fornitura di attrezzature, sementi e con- cimi, servizi di stoccaggio, tra-

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