Missioni Consolata - Ottobre 2010

ministro del Commercio e dell’Industria sudafricano. (1) Resta da vedere quanto l’India sia disposta a una semplice relazione di complementarietà nei confronti del Sudafrica, considerando gli investimenti già fatti nel paese oltre alla massiccia e storica presenza umana che ne favorisce lo sviluppo ( cf. articolo a pag 64 ). Tuttavia, che il G3 non vada preso sottogamba lo dimostra il recente IV Summit dell’Ibsa tenutosi a Brasilia lo scorso mese di aprile. Per la prima volta, il Summit è servito a fare ufficialmente incontrare i tre paesi con funzionari del Bric, organizzazione commerciale di cui fanno già parte Brasile e India, con Russia e Cina. La possibilità che il G3 si trasformi presto in un G5, con il Sudafrica alleato a questi quattro paesi non è poi così peregrina. La parte del leone, però, Pretoria la gioca in casa. Da sempre il continente africano è legato a maglie strette all’agenda economica e alle strategie globali del suo paese più potente. In modo particolare questo vale per i paesi dell’Africa meridionale, uniti al Sudafrica dal Southern African Development Community (Sadc), alleanza che comprende Angola, Botswana, Repubblica Democratica del Congo, Lesotho, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Namibia, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe. Nel 2008, all’interno di questa unione, è stato firmato il Sadc Free Trade Agreement , una sorta di accordo di Schengen fra queste nazioni, che favorisce la creazione di una rete di relazioni commerciali fra i paesi membri. Disponendo delle forze armate più modernamente attrezzate di tutto il continente e, tradizionalmente, tra le più efficienti a livello mondiale (oggi, però messe un po’ in crisi dal processo di riorganizzazione che tutto il paese sta vivendo a vari livelli) il Sudafrica tende a conquistarsi spazi di influenza sempre più marcati con azioni di pronto intervento e di peacekeeping che in questi anni lo hanno visto intervenire con differenti modalità in zone turbolenti del continente, come i paesi del Corno d’Africa, la zona dei grandi laghi e la fascia costiera del West Africa (Sierra Leone, Liberia e Costa d’Avorio). UN ARCOBALENO INTERMITTENTE Come non è tutto oro ciò che luccica, anche gli arcobaleni emanano a volte una luce intermittente. Il principale leone d’Africa vede rallentata la sua corsa «rinascimentale» dai pesanti problemi economici, politici e sociali interni che ne frenano in modo significativo la spinta espansionistica. L’eredità politica di Mandela non è stata facile da ricevere. Se l’attuale partito di governo, l’ African National Congress cerca oggi disperatamente di mettere la museruola ai mezzi di comunicazione per evitare pesanti critiche al suo operato è perché sicuramente la gestione della sua strategia politica non è stata efficace, trasparente ed eticamente irreprensibile. (2) Oggi, anche grazie alla crisi economica che ha pesantemente scosso il paese, il Sudafrica presenta una disuguaglianza economica e uno squilibrio sociale fra la popolazione che lo renderà per i prossimi anni una mina vagante da tenere sotto controllo. I ricchi sono sempre meno e sempre più ricchi, mentre i poveri aumentano a dismisura ed esponenzialmente aumenta il loro grado di miseria. Dire che si 42 MC OTTOBRE 2010 SUDAFRICA # L’immigrato mozambicano, Ernesto Alfabeto Nhamuave, morto per le ustioni riportate durante gli scontri xenofobi il 18 maggio 2008. # Rob Davies, ministro sudafricano del commercio e dell’industria, durante il Forum economico mondiale tenuto a Città del Capo l’11-6-2009. # Pagina accanto: complesso della miniera aurifera di Leslie, nel Transvaal.

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