Missioni Consolata - Dicembre 2009

20 MC DICEMBRE 2009 SINODO AFRICANO/2 anche con i nostri governanti, una sinergia». La donna nella chiesa E tra i diversi «settori» della chiesa spicca, al sinodo, la donna, che chie- de di giocare pienamente il suo ruo- lo. «Ci sono state molte discussioni che hanno preso in esame il ruolo della donna - racconta suor Maria U- dorah, nigeriana, uditrice all’assem- blea dei vescovi -.Donne in famiglia, religiose, impegnate nell’educazio- ne, nella pastorale, nel sociale. Su co- me dare più potere decisionale alle donne. I padri sinodali sono d’accor- do su questo». «Dopo l’ Ecclesia in Africa (docu- mento finale del precedente sinodo africano, ndr .) - continua - c’è stato sempre più coinvolgimento delle donne nelle attività della chiesa, e dopo questo sinodo penso che lo sarà ancora di più. Si faranno pro- gressi se le donne stesse continue- ranno in quello che stanno facendo, con la loro presenza nelle attività». «L’arcivescovo di Lusaka,Telle- sphore Mpundu, ha fatto una pre- sentazione molto forte sulle donne, e ha richiamato tutti a fare attenzio- ne che esse sono la maggioranza dei membri delle nostre chiese - ri- corda padre Henriot -.Tra gli uditori, una donna, suor Mary Francis Katiti , dallo Zambia, ha dato una posizio- ne forte come donna zambiana: la necessità di valorizzare meglio que- ste risorse della chiesa e di tutta la società. È un punto chiave: se non fai attenzione alla donna, non fai atten- zione alla chiesa. E quest’ultima per svilupparsi deve usare le risorse del- la maggioranza dei suoi membri. Ec- co perché le donne devono giocare il loro ruolo, anche a un livello deci- sionale». La preoccupazione di molti, laici, missionari, sacerdoti e vescovi, è che quelle contenute nei documenti si- nodali restino solo delle belle paro- le. «Ricevere queste parole“forti”- commenta padre Henriot - ci per- mette di dire, una volta a casa: que- sta è la nostra Chiesa, se non fai at- tenzione a queste cose, appartieni a un’altra Chiesa. I leader ci diranno: non dovete occuparvi di politica, il vostro ruolo è pregare.Noi rispon- deremo: spiacenti,ma i documenti della nostra Chiesa, dicono di inte- ressarci. Se non ci ascoltate, sceglie- tevi un’altra Chiesa». ■ Preghiera e famiglia Mons. Martin Igwe Uzoukwu , è il vescovo di Minna, nella fascia centrale della Nige ria. Nella sua diocesi metà della popolazione è cristiana e l’altra metà segue l’Islam. «Lavoro con i musulmani, che dalle mie parti sono brava gente. Il nostro terreno comune è una vita di preghiera e per questo abbiamo un ministero collaborativo. Le donne partecipano in entrambe le confessioni. Le cattoliche si impegnano nella preghie ra, specialmente nella famiglia. Incoraggiamo la gente a pregare per avere il loro incontro con il Signore ogni giorno e anche i musulmani fanno lo stesso. Loro pregano a modo loro e nei loro luoghi e così facciamo anche noi. L’importante è che ognuno si relazioni con Dio.Ci ba siamo molto sulla preghiera nelle famiglie». La Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa, con 150 milioni di persone, di cui 43% musul mani e 35% di varie confessioni cristiane. Soprattutto nel nord (islamico) si osservano casi di intolleranza e veri e propri scontri con decine di morti. «Nella nostra zona non è un feno meno frequente.Accade quando i fanatici combinano qualcosa oppure i politici eccitano la gente». Il vescovo vuole rientrare in Nigeria per condividere i risultati del sinodo con i suoi. Utiliz zerà un metodo già sperimentato: «Portare i risultati alla Chiesa di base è quello che dob biamo fare adesso. Il sinodo ci parla di riconciliazione, giustizia e pace. In questi tre aspetti, c’è moltissimo che possiamo fare, dal punto di vista delle relazioni tra di noi: io e il mio Dio, io e il mio prossimo, il prossimo e i suoi vicini. Ed è per questo che noi, nella diocesi di Minna ab biamo già cominciato, perché le famiglie che pregano insieme, stanno insieme, si riconciliano tra di loro e con Dio, e con questo andiamo avanti di famiglia in famiglia. Questa è la nostra base». Mons. Uzoukwu ribadisce che la donna è fondamentale in questa strategia: «Nella famiglia, se il padre è il capo famiglia, la madre è la capanna della famiglia. Il suo ruolo non può essere rimpiazzato da nessun altro. Non possiamo fare a meno delle donne nella Chiesa. In famiglia non si possono prendere le decisioni senza la donna, e neppure senza l’uo mo, c’è una complementarietà. Nelle diverse istanze delle nostre parrocchie le donne sono presenti: nel consiglio parrocchiale, nella commissione per la pastorale, quella per le finanze, ecc. Sono rappresentati uomini, donne, giovani, anziani. Il ruolo dei laici è chiaro». Forte è anche la collaborazione con gli altri cristiani: «Abbiamo la Christian Association of Ni geria , nella quale confluiscono le differenti confessioni. Facciamo spesso incontri e riunioni. Anche con i musulmani, ma con meno frequenza». Più complessa invece la relazione con le religioni africane tradizionali (altro tema forte del sinodo) perché: «Non sono così organiz zate, quindi diventa più difficile interagire con loro». di Ma.B. Padre Peter Henriot, teologo gesuita di origini irlandesi, vive e lavora in Zambia. Nigeria

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=