Missioni Consolata - Dicembre 2009

18 MC DICEMBRE 2009 SINODO AFRICANO/2 ne usata è che dobbiamo condan- nare lo sfruttamento delle nostre ri- sorse naturali da parte delle multi- nazionali, specialmente quando danneggiano l’ambiente» ci raccon- ta Peter Henriot, teologo gesuita, di- rettore del Jesuit Centre for Theologi- cal Reflection a Lusaka, Zambia, con- sigliere al sinodo. «Questo è significativo, perché inmolti paesi, stiamo sperimentando l’investimen- to delle multinazionali nelle nostre miniere, terra, agricoltura, e non sempre sono preoccupate delle conseguenze ambientali. Il rispetto dell’ambiente è stato sicuramente uno dei temi del sinodo». E continua sulle implicazioni eco- nomiche e sociali: «Ci siamo chiesti a beneficio di chi va l’investimento delle multinazionali: per le stesse e i loro azionisti o per la gente che vive nel paese? Domanda sollevata su tre aspetti. Il primo è quello ambientale, il secondo è se tutti i profitti vadano fuori dal paese, e terzo, su che tipo di salari e condizioni di lavoro le multi- nazionali assicurano alla gente». Se il dibattito in aula è stato acce- so e il documento diventa più paca- to, importante è tradurlo in applica- zione, una sorta di monitoraggio: «È espressamente menzionato l’impor- tanza di fare attenzione allo sfrutta- mento da parte delle multinazionali delle nostre risorse - continua padre Henriot -. È importante che tornan- do a lavorare in Africa, abbiamo un documento come questo, e lavoria- mo tramite advocacy (gruppi di pressione, ndr.) , con le commissioni giustizia e pace, ad esempio, dicen- do: questa è una forte preoccupa- zione della nostra chiesa». Il buon governo La good governace è uno dei punti da migliorare affinché si avveri l’e- sortazione «Africa, alzati» divenuta il grido del sinodo. «Noi ci indirizziamo ai politici cat- tolici - continua monsignor O- naiyekan - che si impegnino a lavo- rare per eliminare la corruzione.Ab- biamo visto dei risultati terribili. Riconciliazione: tradizione e vangelo Mons. Gabriel Charles Palmer-Buckle, arcivescovo di Accra, capitale del Gha na ci parla della sua esperienza: «Quello che è venuto fuori molto forte è la collegialità, co munione e collaborazione che abbiamo vissuto qui tra noi, come vescovi dell’Africa e quelli da altri continenti.Adesso speriamo di portare la comunione e solidarietà a un altro livello, non solo quello di professione di fede, ma a un piano d’azione. Come ci confrontiamo con questi problemi dell’Africa come chiesa, famiglia di Dio, tutti insieme, in comunione, collabo razione, solidarietà e collegialità?». Il titolo del sinodo, La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pa ce , presenta temi non nuovi per il continente. «La riconciliazione è un tema di attualità, lo è sempre stato, ma adesso lo diventa a livello universale e continentale. Abbiamo già comin ciato a parlare di riconciliazione inAfrica negli anni ’90.Molti vescovi sono stati coinvolti nel le commissioni di riconciliazione e si sono adoperati in mediazioni per riconciliare popoli, partiti politici. Penso a Sudafrica, Ghana, Nigeria, Sierra Leone. Inoltre, in tutte le culture africane la riconciliazione è sempre stata una parte integrale del le feste.Tutte hanno una componente di riconciliazione: con gli spiriti ancestrali, tra i popoli, con se stessi e con la natura.Tutto questo esisteva già. La novità è l’incontro tra il vangelo e le culture, e prende per questo un’importanza ancora più valida e più grande per le chiese in Africa». Tra i temi sociali, quello dei migranti, maltrattati in Europa, è stato affrontato dai padri si nodali: «Ne abbiamo parlato fortemente. Già in agosto, i vescovi dell’Africa occidentale, riu nendosi nel Gambia, ne avevano discusso. Al sinodo si è detto che noi come chiesa inAfrica dobbiamo fare sì che i giovani si trovino bene a casa loro, abbiano la sicurezza nella vita e la gioia di vivere nelle proprie comunità, e che quelli che devono o vogliono e spatriare lo facciano con i documenti validi.Certamente ce ne saranno sem pre che verranno illegalmente, hanno anche loro dei diritti umani che devo no essere rispettati. Ci siamo ripro posti di coinvolgere i vescovi in Euro pa, affinché possano offrire una “cura pastorale” a questi giovani nostri con cittadini». di Ma.B. Ghana Mons. Palmer-Buckle saluta entrando nell’aula sinodale. Le donne al sinodo per l’Africa erano poche (10 tra gli esperti e 20 tra gli uditori). La prima a sinistra è suor Maria Udorah della Nigeria.

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