Missioni Consolata - Dicembre 2009

14 MC DICEMBRE 2009 SINODO AFRICANO/1 Le parole sonomisurate,ma per gli orecchi esperti dei padri sinodali il significato è chiaro. I problemi non sono solo al di fuori ( ad extra ) della Chiesa, nella società umana.Ci sono anche problemi e sfide dentro ( ad intra ) la Chiesa che richiedono co- raggio e rinnovamento, autocritica e conversione.Questo in fondo è il si- gnificato di «santità», essere e vivere come Dio comanda, vivere quello che si predica.Allora la Chiesa potrà davvero evangelizzare (dare la buo- na notizia di Gesù): «Con la sua ope- ra di evangelizzazione e promozio- ne umana, la Chiesa può certamente dare in Africa un grande contributo a tutta la società, che purtroppo co- nosce in vari paesi povertà, ingiusti- zie, violenze e guerre. La vocazione della Chiesa, comunità di persone ri- conciliate con Dio e tra di loro, è quella di essere profezia e fermento di riconciliazione tra i vari gruppi et- nici, linguistici e anche religiosi, al- l’interno delle singole nazioni e in tutto il continente». Nel caso poi che i padri sinodali non avessero propriamente perce- pito il significato della predica, il pa- pa vi ritorna il giorno dopo alla pri- ma sessione sinodale.Durante la preghiera iniziale, commentando l’inno, il papa si ferma nella sua me- ditazione sulla parola confessio (con- fessione). Ne sottolinea tre aspetti: confessione come riconoscimento dei propri peccati, ovvero conoscere se stessi e la realtà alla luce di Dio; confessione come ringraziamento a Dio e testimonianza annuncio della sua bontà (evangelizzazione); con- fessione come esperienza profonda della presenza di Dio, esperienza di fede. Fede e confessione vanno in- sieme, vita ed evangelizzazione van- no insieme. Per tutta la Chiesa, quin- di, per quella in Africa in particolare, pur con tutti i problemi che ci sono, la cosa principale è avere una vita modellata e trasformata dalla fede per poter essere testimonianza, e- vangelizzazione e anche denuncia autentica. L’Angelus Subito dopo, alla folla riunita per l’Angelus il papa ricorda: «A distanza di quindici anni, questa nuova As- semblea si pone in continuità con la prima, per verificare il cammino compiuto, approfondire alcuni a- spetti ed esaminare le sfide più re- centi. (…) È importante sottolineare che non si tratta di un convegno di studio, né di un’assemblea program- matica. Si ascoltano relazioni ed in- terventi in aula, ci si confronta nei gruppi,ma tutti sappiamo bene che i protagonisti non siamo noi: è il Si- gnore, il suo Santo Spirito, che guida la Chiesa. La cosa più importante, per tutti, è ascoltare: ascoltarsi gli uni gli altri e, tutti quanti, ascoltare ciò che il Signore vuole dirci. Per questo, il Sinodo si svolge in un clima di fede e di preghiera, in religiosa obbe- dienza alla parola di Dio». E continua: «Cari amici, l’Africa è un Continente che ha una straordi- naria ricchezza umana.Attualmente, la sua popolazione ammonta a circa unmiliardo di abitanti e il suo tasso di natalità complessivo è il più alto a livellomondiale. L’Africa è una terra feconda di vita umana,ma questa vi- ta è segnata purtroppo da tante po- vertà e patisce talora pesanti ingiu- stizie. La Chiesa è impegnata a supe- rarle con la forza del Vangelo e la solidarietà concreta di tante istitu- L a lista ufficiale del membri del secondo sinodo africano elenca 370 mem- bri. Di questi 244 sono i padri sinodali, 228 dei quali Vescovi, così divisi: 79 ex officio (di diritto), 129 eletti (un rappresentante ogni 5 vescovi; il gruppo più numeroso: la Nigeria con 14) e 36 di nomina pontificia.Tra loro c'erano 33 Cardinali (di cui 14 africani), 75 Arcivescovi, 120Vescovi e otto religiosi eletti dall'Unione dei Superiori Generali (tra cui il superiore Generale dei missionari della Consolata). Dei padri sinodali 25 erano capi di dicastero della Curia Romana, 197 dall'Africa, 34 dall'Europa, 10 dall'America, due dall'Asia e uno dall'Oceania.Tra loro c'erano (novità importante) i presidenti delle Conferenze Episcopali degli altri quattro continenti. Insieme ai vescovi c'erano 29 «esperti» - 19 uomini (3 laici) e 10 donne (5 laiche) - e 49 «uditori», 29 uomini (7 sacerdoti) e 20 donne (11 suore). Erano presenti inoltre sei «delegati fraterni», rappresentanti di altre Chiese, come gli Ortodossi, i Luterani, i Metodisti e gli Anglicani. A l primo sinodo africano parteciparono 317 persone, di cui 244 i membri, 20 gli esperti, 46 osservatori e 7 rappresentanti di altre Chiese. Negli stessi giorni cominciò il terribile genocidio in Ruanda (6 aprile 1994), i cui effetti perdurano ancor oggi nella perversa situazione dei Grandi Laghi, dove si stima che oltre 5 milioni di persone siano state massacrate. Differenze importanti tra il primo e il secondo sinodo? Nel primo i vescovi missionari erano ancora una larga maggioranza e ci furono gruppi di lavoro in latino e italiano. In questo secondo solo 46 erano reduci dal primo e la stra- grande maggioranza erano vescovi nativi dell’Africa, molti dei quali diventati tali dopo il 1994. Il latino è rimasto solo nella preghiera comune, ma i gruppi di la- voro son stati solo in inglese, francese e portoghese. di A.G. I numeri del sinodo

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