Missioni Consolata - Dicembre 2009

MISSIONI CONSOLATA il materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista. Senza entrare nel merito della gene- si di tali mali dello spirito, rimane tut- tavia indiscutibile che il cosiddetto “primo”mondo talora ha esportato e sta esportando tossici rifiuti spiri- tuali, che contagiano le popolazioni di altri continenti, tra cui in particola- re quelle africane. In questo senso il colonialismo, finito sul piano politi- co, non è mai del tutto terminato. Ma, proprio in questa stessa pro- spettiva, va segnalato un secondo “virus”che potrebbe colpire anche l’Africa, cioè il fondamentalismo reli- gioso, mischiato con interessi politi- ci ed economici». Il papa parla di «rifiuti tossici», di «virus» e «colonialismo», parole non certo abituali nelle prediche. E an- che se lui sembra riferirle solo alla di- mensione spirituale, chi non ci vede la triste storia dei rifiuti tossici indu- striali che continuano ad essere e- sportati in Africa? Chi non vede il ri- ferimento al virus dell’Aids di cui molte fonti accusano l’Africa di esse- re genitrice? E come non riflettere su questi rifiuti tossici spirituali indice di un nuovo colonialismo? Sul matrimonio l’accenno è più breve. Ricordando la scrittura: «Il ma- trimonio non esiste al di fuori della relazione con Dio», aggiunge che «nella misura in cui custodisce e svi- luppa la sua fede, l’Africa potrà tro- vare risorse immense da donare a vantaggio della famiglia fondata sul matrimonio». Circa i bambini, il papa ricorda che «Nella scena di Gesù che accoglie i bambini, opponendosi con sdegno agli stessi discepoli che volevano al- lontanarli, vediamo l’immagine del- la Chiesa che in Africa, e in ogni altra parte della terra,manifesta la pro- pria maternità soprattutto nei con- fronti dei più piccoli, anche quando non sono ancora nati.Come il Signo- re Gesù, la Chiesa non vede in essi primariamente dei destinatari di as- sistenza, meno che mai di pietismo o di strumentalizzazione,ma delle persone a pieno titolo». La conclusione della predica ripor- ta poi al cuore dello scopo del sino- do: «Negli ultimi anni la Chiesa cat- tolica in Africa ha conosciuto un grande dinamismo, e l’assise sinoda- le è l’occasione per ringraziarne il Si- gnore. E poiché la crescita della co- munità ecclesiale in tutti i campi comporta anche sfide ad intra e ad extra , il sinodo è momento propizio per ripensare l’attività pastorale e rinnovare lo slancio di evangelizza- zione. Per diventare luce del mondo e sale della terra occorre puntare sempre più alla“misura alta”della vi- ta cristiana, cioè alla santità». MC DICEMBRE 2009 13 cantava inni del continente. Ma poco prima dell’inizio, un altro coro subentra.Un canto latino clas- sico, impeccabile accoglie i cele- branti che sfilano ordinati e si siste- mano in cerchi concentrici attorno all’altare: sacerdoti prima, vescovi poi, cardinali ultimi, al centro. Infine lui, papa Benedetto XVI, con una bel- lissima casula e mitra dorate, tesori di tempi passati. Non è una sorpresa quindi, sentire che la messa, quella di apertura del- la seconda Assemblea speciale del Si- nodo dei vescovi per l’Africa è in lati- no, come lo sono anche i canti prin- cipali. La stretta regola dell’efficientissimo cerimoniale ro- mano ha lasciato ben poco alla crea- tività e fantasia africana, nonostante i canti in kiswahili, lingala e kikongo del bravissimo coro africano. Omelia del papa da il «la» È stata una delle tante perfette messe della basilica, con il papa na- scosto dai massicci candelabri e cro- cefisso al centro dell’altare proprio durante i momenti centrali dell’Eu- carestia. In questo sistema inamida- to, chi ha sorpreso è stato proprio lui, il nostro papa Benedetto XVI, con un’omelia che alla profondità abi- tuale univa un linguaggio diretto e franco.Tre sono stati i punti da lui toccati, ispirandosi alle letture del giorno: il primato di Dio, il matrimo- nio e i bambini. Sul primo ha ricordato come l’Afri- ca sia «depositaria di un tesoro ine- stimabile per il mondo intero: il suo profondo senso di Dio».Ovviamente il continente ha anche altri tesori, immense risorse «che purtroppo so- no diventate e talora continuano ad essere motivo di sfruttamento, di conflitti e di corruzione».Ma la paro- la di Dio aiuta a scoprire «un altro patrimonio: quello spirituale e cultu- rale, di cui l’umanità ha bisogno an- cor più che delle materie prime. (…) Da questo punto di vista, l’Africa rappresenta un immenso“polmone spirituale”, per un’umanità che appa- re in crisi di fede e di speranza.Ma anche questo“polmone”può am- malarsi. E al momento almeno due pericolose patologie lo stanno in- taccando: anzitutto, una malattia già diffusa nel mondo occidentale, cioè Basilica di San Pietro, 4/10/2009, messa di apertura del secondo sinodo «Africano». A sinistra: visione dei cardinali, vescovi e sacerdoti attorno all’altare durante la prima lettura. Qui sopra: parte dei cardinali africani al canto d’inizio.

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