Missioni Consolata - Settembre 2009

redazione@rivistamissioniconsolata.it MC SETTEMBRE 2009 7 gno 1995 padre Damiano viene beatificato da Gio- vanni Paolo II a Bruxelles. Spero che Missioni Con- solata possa ricordare pa- dre Damiano, ma anche questa straordinaria inizia- tiva di Raoul Follereau, che nella sua vita si adoperò tanto per gli altri, con le sue iniziative, conferenze in Europa e oltre-oceano fece conoscere al mondo la santità di padre Damiano, come pure quella di Char- les de Foucauld. Con i più sinceri saluti. Paola Pagani Fondation Follereau, Italia moltissimo per favorire il processo di beatificazione di padre Damiano. Egli creò infatti il «Movimento inter- nazionale per la glorifica- zione di padre Damiano», che raccolse firme di malati di lebbra da tutto il mondo, in un periodo dove non esi- steva ancora internet, ma solo la posta normale. Lunedì 17 aprile 1967, come riporta l’ Osservatore Romano, Raoul Follereau, meglio conosciuto come il «Vagabondo della carità», varca il Portone di bronzo inVaticano. Si reca all’u- dienza privata che sua san- tità PaoloVI gli ha accorda- to. Insieme a lui, gli altri membri del Movimento in- ternazionale per la glorifi- cazione di padre Damiano. Stringendo le mani dei rappresentanti della dele- gazione internazionale, il santo padre saluta i firma- tari di una petizione che u- nisce cristiani e non cristia- ni in una ammirazione u- nanime per l’apostolo dei lebbrosi. Da 52 paesi del mondo, 32.864malati di lebbra di ogni confessione e 302 vescovi cattolici te- stimoniano così la loro ri- conoscenza e il loro rispet- to per padre Damiano e chiedono la sua Glorifica- zione. Portavoce del grup- po, Raoul Follereau dice al santo padre: «Ciò di cui il mondo ha bisogno è un di- luvio di carità, e io vorrei che la festa di padre Da- miano venisse un giorno a illuminare la Giornata dei lebbrosi nel calendario del- la chiesa universale per in- segnare agli uomini ad a- marsi ancora di più. Poiché l’arma per vincere questa guerra contro la fame, la miseria, le malattie, l’igno- ranza, è proprio quella di padre Damiano: è la ca- rità!». Dieci anni più tardi, il 7 luglio 1977, PaoloVI promulga il decreto che ri- conosce le virtù eroiche del servitore di Dio, padre Da- miano de Veuster. Il 4 giu- EgregioDirettore, con grande gioia ho letto su «Missioni Consolata» ( maggio 2009 ) il dossier dedicato all’Uruguay. È raro trovare informa- zioni su questo paese «invisibile» che, nonostante sia poco conosciuto, ha una storia tanto ricca quanto originale. Senza contare che l’Uruguay è una nazione che può vantare forti vincoli che la legano all’Italia.Mi congratulo quindi con gli au- tori, Mario Bandera e PaoloMoiola , che hanno saputo fare informazione offrendo una lettura piacevole e interessante. Nel momento stesso in cui peròmi rallegro con essi, sento il dovere di fornire alcuni chiarimenti. Il primo di essi riguarda l’informazione che si trova a pag. 40 della vostra rivista secondo la quale l’«Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico» (Ocse) ha dichiara- to l’Uruguay un paradiso fiscale. Il giorno stesso in cui è stata rilasciata tale dichiarazione, il ministero dell’Economia uru- guaiano ha inviato una nota in cui si dichiarava l’erroneità di tale dichiarazione; la Ocse ha pertanto immediatamente provveduto al ritiro dell’erronea qualifica attribuita al mio paese, come evidenziato dalla nota inviata dal segretario del- la Ocse al ministero dell’Economia, nota di cui per altro sono in possesso. L’attuale governo uruguaiano ha condotto un e- semplare risanamento del settore finanziario e, come ne dan- no testimonianza tutti gli organismi internazionali, è riuscito a consolidare e rafforzare la sua economia, senza penalizzare le politiche sociali che per la prima volta sono state lanciate in Uruguay. La seconda precisazione si riferisce al veto espresso dal presidente della Repubblica alla legge sull’aborto. L’articolo in questione, a pag. 26, afferma che tale legge avrebbe avuto un effetto «devastante» nell’aver guastato i rapporti del presi- dente Vazquez con la sua «coalizione politica».Occorre preci- sare che sin dall’anno 1999 e quindi prima di diventare presi- dente, il dr.Tabarez Vazquez aveva più volte annunciato la sua intenzione di porre il veto a un progetto con tali caratteri- stiche se mai fosse stato approvato. Il suo comportamento non ha rappresentato una sorpresa neppure per chi lo aveva votato.Dopo il veto è stata consultata l’opinione pubblica, constatando che l’appoggio al presidente non solo non era diminuito,ma addirittura aumentato.Oggi, il dottor Vazquez dispone di una maggioranza del 70%, appoggio che nessun presidente ha mai avuto al termine del suomandato.Né lo possono vantare oggi i nuovi candidati del Frente Amplio, coalizione politica di cui Vazquez continua ad essere il princi- pale riferimento politico. D’altra parte occorre precisare che il veto è stato posto ad una legge che obbligava a praticare l’aborto anche alle istitu- zioni cattoliche.A sua volta, per abortire non si esigeva alcuna prova medica circa l’età dell’embrione o del feto.A questi a- spetti si aggiungeva tutta una serie di considerazioni filosofi- che e altri errori giuridici, che la rendevano un autentico spro- posito. Non solo l’aborto veniva ampiamente depenalizzato, ma si consacrava il diritto ad abortire in un contesto giuridico sommamente confuso. Per il resto, sempre in riferimento all’aborto in Uruguay, oc- corre chiarire che, secondo la legge attualmente vigente nel paese, l’aborto - in determinate circostanze - risulta essere e- sente da pena, come nel caso del cosiddetto aborto «tera- peutico» - che si esegue per «ragioni di onore» o, anche, quando la madre si trova in condizioni di particolare ristret- tezza economica - sempre che, naturalmente risponda ai vari requisiti giudiziari. Sicuramente le fonti a cui si ha avuto ac- cesso non sono state capaci di fornire un’informazione cor- retta, cosa che crea contrasto con l’altrimenti buona qualità del contenuto del dossier. Infine, per evitare qualsiasi fraintendimento, desidero chia- rire che il sottoscritto non tanto per esser importante, quan- do per essere ormai vecchio, è stato uno dei fondatori del Fronte ampio, storico con vari libri pubblicati, docente univer- sitario (per trent’anni ho persino insegnato nella facoltà di teologia) e allo stesso tempo amico e ammiratore dei religiosi che tanto lavorano nel paese, inmodo particolare con i più poveri ed emarginati. Vi ringrazio fin d’ora se vorrete pubblicare queste poche ri- ghe di chiarimento.Vi saluto cordialmente in Cristo Gesù, con tanti auguri di pace e bene. M ARIO C AYOTA A MBASCIATORE DELL ’U RUGUAY PRESSO LA S ANTA SEDE D OSSIER U RUGUAY : UNA LETTERA DELL ’ AMBASCIATORE

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