Missioni Consolata - Settembre 2009

Cari mission @ ri 6 MC SETTEMBRE 2009 il libro di un professore tedesco e cristiano con- vinto, oppure il libro di un papa, con il conse- guente rilievo del suo magistero?». La risposta viene dal papa stesso: «Questo libro non è in alcun modo un atto ma- gisteriale, ma unica- mente espressione della mia ricerca personale del “volto del Signore”. Perciò, ciascuno è libero di contraddirmi». È ancora il card. Marti- ni a dire che «l’autore non è esegeta, ma teolo- go... non ha fatto studi di primamano per esempio sul testo critico del Nuo- vo Testamento», per cui il libro del papa è «uname- ditazione sulla figura storica di Gesù e sulle conseguenze del suo av- vento per il tempo pre- sente... una grande e ar- dente testimonianza su Gesù di Nazaret» e in quanto testimonianza fa certamente del bene a chi lo legge. Ma per quanto riguarda la que- stione giovannea e l’au- tore del quarto vangelo, il card. Martini afferma: «Penso che non tutti si ri- conosceranno nella de- scrizione» fatta dal papa. Il precedente Codice di diritto canonico (1917), prevedeva espressamen- te il divieto ai papi di scri- vere libri, perché essi par- lano solo per «magiste- ro». Nel nuovo codice la norma è scomparsa. Follereau e Damiano Caro Direttore, le invio alcuni documenti sul rapporto tra Raoul Fol- lereau e padre Damiano. Come lei sa, il prossimo 11 ottobre il santo padre ca- nonizzerà padre Damiano de Veuster. Follereau si adoperò Scrittori Cari missionari, ho letto con stupore sul numero di aprile di MC la nota a pié di pagina dell’ar- ticolo di P AOLO F ARINELLA «Il racconto delle nozze di Ca- na» (pag. 27). Resto sbalor- dito a leggere che pratica- mente l’autore della nota dice chiaro e tondo che non terrà conto di quanto scrive il papa nel suo libro « Gesù di Nazaret ». Non sa- pevo che Benedetto XVI fosse una persona di cui si può tenere poco conto quando scrive; non sarà un esegetama è il successore di Pietro come vescovo di Roma, e questo senz’altro contamoltissimo per tutti noi cristiani. O no? (...) Non entro nel merito delle tesi di Bultmann o di Martin Hengel che non co- nosco (anzi il nome di que- st’ultimo, lo ammetto, mi è del tutto nuovo!), ma pen- so, conoscendo come tutti il successore di Giovanni Paolo II ormai da quattro anni, che sia un uomo di grande cultura filosofica, oltre a essere stato un noto teologo, apprezzato fin dai tempi del Concilio. Che importanza ha sta- bilire se « Gesù di Nazaret » è stato scritto dal teologo tedesco o dal vescovo di Roma? Forse che il cardina- le Ratzinger non è stato e- letto papa proprio perché ben conosciuto per la sua attività per 25 anni alla Congregazione della Dot- trina della fede, a fianco di papaWojtila, e per la sua preparazione appunto filo- sofica e teologica? Si rende conto Paolo Farinella che, al di là di tutto, dire che il papa sostiene tesi ormai superate, come minimo la- scia nello stupore e rischia di dividere il mondo catto- lico, considerato che ben pochi tra i fedeli sono in grado di conoscere quanto sostengono gli studiosi sul- l’origine del quarto vange- lo e l’identità dell’autore? E, visto che gli studiosi sarebbero unanimi sull’esi- stenza di due diversi Gio- vanni, un apostolo e un e- vangelista, non sarebbe il caso di dirci chi sono questi illustri studiosi? Avrei pia- cere di conoscere le loro af- fermazioni; non si può dire praticamente che Ratzin- ger è un ignorante, senza fornire le prove del perché dovrebbe stare zitto, non essendo un esegeta di pro- fessione (ma solo unmo- desto papa!), e farci capire dove avrebbero ragione gli studiosi, considerato a det- ta di Farinella, che il vesco- vo di Roma è l’autore di un libro di «meditazione spiri- tuale edificante» e che nel suo libro ci sarebbero «ine- sattezze e anche errori». È possibile conoscere queste inesattezze e questi errori o deve conoscerli so- lo Paolo Farinella? Noi fe- deli chi siamo, ancora una volta solo il popolo bue che è meglio che non legga di- rettamente la bibbia, come si diceva fino a 50 anni fa, per poi farcela spiegare da- gli altri che hanno capito tutto? Franco E. Malaspina Milano Ce la aspettavamo una simile reazione e non è l’unica. Inviando l’artico- lo in questione, don Fari- nella scriveva: «... Verrà un giorno in cui la rivista MC verrà citata per que- sto articolo che per la pri- ma volta e inmaniera scientifica e serena pone l’enorme problema teo- logico degli scritti dei pa- pi. Quello che dico qui, l’ho detto alla Università Lateranense lo scorso an- no (e dove ritorno invita- to anche quest’anno) e sono le cose che tutti di- cono, ma nessuno ha il coraggio di dirlo per ti- mori inconsistenti o per piaggeria». La domanda del sig. Malaspina se l’è posta anche il cardinal Martini nella sua recensione: «È Arrivederci B.B. Ventitrè anni fa l’allora direttore di Missioni Consolata, Francesco Bernardi, aveva salutato B ENEDETTO B ELLESI , missionario proveniente dal Sud Africa e neo redattore della rivista, con queste parole: «Questo lavoro non lo vuole fare nessuno. Se non rimani, vengo via con te e chiudiamo la baracca». Benedetto è rimasto, prima come redattore e poi come direttore della rivista offrendo durante queste due de- cadi un bagaglio di doti che hanno impreziosito il no- stro lavoro: la dimestichezza con la lingua italiana da ex professore di lettere, l’esperienza pastorale e missio- naria, la passione per i viaggi e la fotografia e, soprat- tutto, una dedizione certosina all’arido lavoro redazionale. Finalmente (direbbe lui, non certo noi), si è preso un periodo di meri- tato riposo in cui tornare alla sua amata Sacra Scrittura e sarà per un anno il nostro corrispondente dalla Terra Santa. Tanti auguri e «arri- vederci a presto».

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