Missioni Consolata - Settembre 2009

MISSIONI CONSOLATA il 45% dell’intera popolazione, il re varò la campagna «Una nazione, un popolo». Oltre a bandire la lingua nepali nelle scuole, costrinse i lhot- shampa a conformarsi al Driglam Namzha, i valori tradizionali bhuta- nesi, non tutti confacenti alla cultu- ra del sud. Il terrore del governo bhutanese era seguire l’esempio del confinante Sikkim, che nel 1975 perse l’indipen- denza divenendo il 22° stato dell’In- dia a seguito di un referendum il cui risultato fu condizionato dalla mag- gioranza nepalese. Per evitarlo, si e- manò una serie di leggi di cittadi- nanza che discriminavano le etnie meridionali nei confronti dei bhote , la razza maggioritaria.Ne seguirono scontri e circa 100 mila persone si ri- fugiarono in Nepal, dove tutt’ora so- no confinati in sette campi profughi. «Quello che è chiaro è che, dopo il 1988, il governo ha implementato una politica di intolleranza verso i bhutanesi di lingua nepalese» ha detto lo scrittore Christopher Strawn, autore del libro Bhutan . Nei campi profughi la vita èmiser- rima e sia Bhutan che Nepal cercano di rimpallarsi responsabilità e solu- zioni. Secondo il governo bhutanese il 25%dei rifugiati non avrebbe nep- pure diritto alla cittadinanza.Dopo che l’ambasciatrice Usa in Nepal, Nancy J.Powell,ha dichiarato che il suo paese, assieme ad altre sei nazio- ni, ha accettato di accogliere i rifu- giati, nei campi si è innescata una se- rie di violenze il cui scopo è quello di impedire un insediamento in paesi terzi. Suhas Chakra,direttore dell’ A- sianCentre for Human Rights (Achr) di NewDelhi, avverte che «il reinse- diamento senza un diretto coinvol- gimento del Bhutan è pericoloso, perché potrebbe favorire la politica di pulizia etnica del governo bhuta- nese e aggravare la situazione delle popolazioni di origine nepalese». Sempre a NewDelhi incontro quello che forse è il più famoso dis- sidente bhutanese:Devi Bhakta La- mitarey, fondatore del Bhutan State Congress e autore di due libri di di- screto successo: Dankido Bhutan e Murder of Democracy . La sua tesi, per certi versi allucinante e pericolosa, è che «per essere indipendente il Bhu- tan dovrebbe avere almeno 5 milio- ni di abitanti, così da disporre di un esercito di 500 mila soldati. Se non raggiungerà tali traguardi, l’unico destino è l’assorbimento da parte dell’India, così come avvenuto con Sikkim». E alla fine aggiunge: «Sem- pre meglio essere uno stato indiano che un servo della Cina». FOBIA INGLOBAMENTO Attraversando il Bhutan incontro diverse squadre di manutentori stra- dali: tutti, o quasi, sono di origine ne- palese, così come di origine nepale- se sono i lavoratori che svolgono at- tività di fatica.Negli uffici statali, invece, le sedie sonomonopolio dei Bhote. «Dobbiamo salvaguardare la nostra cultura. Siamo un piccolo paese schiacciato tra due giganti. Non vogliamo diventare il 23° stato dell’India e neppure un’appendice del Tibet» giustifica Tsheltrim, un im- piegato della Banca del Bhutan. La fobia dell’inglobamento, se non politico almeno culturale, in una delle due grandi aree geopoliti- che confinanti col Bhutan, è presen- te ovunque. Il Trattato di Punakha del 1910, siglato tra il primo re, UgyenWangchuck, e la Gran Breta- gna, in base al quale Londra, pur non interferendo negli affari interni della nazione himalayana, ne avreb- be guidato la politica estera, è stato sostituito pari pari nel 1949 dal Trat- tato di amicizia con l’India.Ma con la democratizzazione,Thimphu po- trebbe adottare una politica estera più autonoma, cercando una equidi- stanza tra NewDelhi e l’altro poten- te vicino, Pechino, entrambi interes- sati alle enormi potenzialità energe- tiche offerte dal paese. India e Cina hanno anche un con- tenzioso con l’Arunachal Pradesh, regione che Pechino considera di propria competenza e che, assieme all’Assam, ha dato non pochi gratta- capi al Bhutan.Al passo Dochu La, i 108 stupa costruiti sul valico testi- moniano la lotta condotta nel di- cembre 2003 dall’esercito bhutane- se in collaborazione con l’India, con- tro i guerriglieri dell’Ulfa ( United Liberation Front of Assam ), del Ndfb ( National Democratic Front of Bodo- land ) e del Klo ( Kamatapur Libera- tionOrganization ), tre organizzazio- ni indipendentiste che controllava- no una trentina di campi nel Bhutan. L’ingombrante presenza dell’India, principale partner commerciale, non sembra però allarmare i bhutanesi, che hanno addirittura esentato i cit- tadini indiani dall’esorbitante tassa turistica imposta agli altri paesi. U na volta visitato questo stu- pendo paese, viene istintivo chiedersi se il Bhutan riuscirà a convivere con i modelli che gli provengono dall’esterno o se questi avranno il sopravvento sulla sua cul- tura. Nella storia, il DragoTonante è riuscito a respingere gli assalti di e- serciti ben più potenti e armati di lui, ma di fronte all’invasione mediatica ed economica, forse i suoi artigli non sono in grado di difendere questa terra di miti e leggende. ■ MC SETTEMBRE 2009 57 Donne intente a trapiantare il riso.

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