Missioni Consolata - Settembre 2009

MISSIONI CONSOLATA MC SETTEMBRE 2009 43 tutto perché si battè contro l’o- scurantismo». Nel dialetto locale el colifato si- gnifica «loco lindo, loco bueno», ovvero il matto che vorrebbe ve- dere tutti felici. Ma cos’è la felicità, chiediamo a Hugo, sfidando le leg- gi dell’ovvietà. Ma lui non delude le aspettative, rispondendo: «È quando tutti possono mangiare, avere un’educazione. Insomma, un delirio, un’utopia». Hugo è sposato. «La mia signora - dice - ha 70 anni. Fortunatamen- te abbiamo una vita degna». Lui ha studiato e lavorato nel campo dell’artegrafica. «Per 33 an- ni - specifica -. Adesso sono pen- sionato. Sfortunatamente, la pen- sione è rimasta congelata per mol- to tempo. Però adesso pare che la attualizzeranno. In tanti non ab- biamo a sufficienza per vivere e per mangiare. Ma così lo stato spende di più, perché quello che ri- sparmia sulle nostre pensioni, lo spende in medicine, ricoveri e te- rapie. Ameno che non sia fatto tut- to a proposito: più malati, più bu- siness per l’industria della malat- tia». Hugo stronca la filosofia neoli- berista applicata nel suo paese. «In Argentina si è distrutta la scuola pubblica per favorire quella priva- ta. Così oggi si distruggono gli ospedali pubblici per favorire quel- li privati. Tutto si converte in lucro, in commercio. Le cose necessarie non dovrebbero essere legate al guadagno: l’alimentazione, la luce, l’acqua.Non dovrebbe esistere una differenza tra chi può pagare que- sti beni e chi no. Crescono l’invidia e il risentimento. E la corruzione. Il denaro è sinonimo di successo, in- dipendentemente dal fatto che la persona sia un ladro, un degene- rato o altro». Dunque, il futuro è grigio? «Un conoscente - racconta - si lamen- tava dell’Argentina, della corruzio- ne, di una strada senza uscita. Questa persona aveva con sé due figli, allora gli ho detto: “Ma come fai a dire questo se hai messo al L a radio comunitaria della Acin si chiama Payumat (Pa’yumat). Nella lingua della etnia nasa (paez), «payumat» è il termine utilizzato quando una per- sona arriva in una casa della comunità: con esso si annun- cia il proprio arrivo e si chiede il permesso di entrare. Si usa in qualunque ora del giorno. Le trasmissioni di Radio Payumat vanno in onda dalle 7 del mattino alle 5 del po- meriggio, «ma - precisa Dora - trasmettiamo a tempo pieno quando c’è un’emergenza». Si calcola che l’emit- tente indigena raggiunga una audience di 110.000 per- sone, tra indigeni, contadini e popolazione afro. Chiediamo a Dora come riescano a mante- nersi. «La sostenibilità economica di Radio Payumat e di tutta la rete di comunica- zione - spiega la giornalista nasa - è una questione piuttosto complessa. Le au- torità indigene danno un sostegno an- nuale. Inoltre, raccogliamo qualcosa con le nostre produzioni e ogni tanto collaboriamo con agenzie ed istitu- zioni. Però, nonostante le perenni diffi- coltà economiche, molte volte deci- diamo di rifiutare gli aiuti di coloro che pretendono di condizionarci». L e trasmissioni di Radio Payumat sono so- spese dal 14 dicem- bre 2008. Racconta Dora: «Subito dopo il grande lavoro di infor- mazione svolto in occa- sione della minga (mo- bilitazione indigena, ndr ) sociale e comuni- taria, mani criminali hanno sabotato i ripe- titori installati sul Cerro di Munchique, la parte alta di Santander de Quilichao. Su chi sia l’autore dell’attentato non abbiamo certezza asso- luta, ma in base alle investigazioni svolte abbiamo dei sospetti. Però per noi è pericoloso dirlo. Ed an- cora di più pubblicarlo su un giornale...». Esagerazioni? Macché, gli assassinii di attivi- sti e dirigenti indigeni sono all’ordine del giorno. Solamente durante la scrittura di questo articolo, sono stati ammazzati Héctor Betancourth Domicó, governa- tore indigeno di Changarra (6 luglio 2009), e Marino Mestizo, indigeno nasa assassinato nel Municipio di Caloto, Cauca (23 giugno 2009). Paolo Moiola A lato:DoraMuñoz,giornalistana- sa che lavoraper laAcin; sopra,Do- ra durante un’intervista con il teo- logo brasiliano Leonardo Boff, al Forumdi Belém, gennaio 2009.

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