Missioni Consolata - Settembre 2009

MISSIONI CONSOLATA MC SETTEMBRE 2009 37 chewa significa «occhi»: occhi per vedere e comprendere il virus e la realtà di chi convive con esso. L a radio, dunque, è uno stru- mento insostituibile e neces- sario di informazione e comu- nicazione in Malawi (7), soprat- tutto in zone come quella di Mangochi, dove l'87% della popo- lazione non sa leggere e scrivere. Purtroppo però, la maggior par- te delle radio sono in mano al go- verno (come il caso di MBC Radio 1 e MBC Radio 2 FM, che domina- no quasi completamente la radio- comunicazione), a singoli politici (come Radio Joy FM, di proprietà dell'ex presidente Bakili Muluzu) e potenti gruppi locali (Zodiak Ra- dio Statio) o a gruppi religiosi (Cfc; African bible college, Abc; Calvary family church radio; Chri- st for all nations; Radio Alinafe; Radio Islam; Trans.World e Radio Maria). Molte radio private, poi, si concentrano solo sull'intratteni- mento musicale (come FM101 e Capital Radio 102.5). Inoltre, la maggior parte di que- ste trasmette solo in inglese e in chichewa (8), mentre le radio co- munitarie trasmettono in tutte le lingue predominanti nella regione ove queste sono ubicate. Ciò si- gnifica che le radio comunitarie contribuiscono alla preservazione della diversità socio-culturale del Paese e ad ampliare il pubblico ra- diofonico, visto che la gente si sente più invogliata ad ascoltare i programmi nella propria lingua. Al momento però sono solo 5 le radio comunitarie funzionanti: Radio Dzimwe, Mzimba Commu- marito ed è costretta a prostituir- si) sono sostenute o tollerate da un quadro istituzionale e da un appa- rato normativo retrogrado. Così come non si può parlare di sta- gnazione economica – attribuita generalmente alla pandemia del- l'Aids e alla siccità legata al cam- biamento climatico - senza punta- re il dito anche sulla iniqua distri- buzione delle terre, eredità del passato coloniale, la corruzione di- lagante, e i privilegi di una mino- ranza che ha tutto l'interesse a mantenere lo status quo . ■ nity Radio Station, MJI FM, Nkho- takota Community e Radio Umoyo. La prima, che opera dal 1997 da Monkey-Bay, ma anche in parte dei distretti di Ntcheu, Balaka e Dedza, è stata realizzata dall'As- sociazione di donne Mamwa's. ( Malawi Media Women's Associa- tion ). Con un raggio di copertura di circa 100 km raggiunge 3.2 mi- lioni di persone, con lo share di ascolti più alto nel distretto di Mangochi. Il loro impatto è dunque limita- to rispetto a quello delle radio «di stato», commerciali e religiose. Queste inoltre non possono fa- re pubblicità e non ricevono fi- nanziamenti pubblici, e quindi la loro sostenibilità è sempre preca- ria. Infine, non possono dare no- tizie e parlare di politica. La gente dei villaggi è molto lontana dalle vicende politiche del paese, e viene coinvolta solo al momento delle elezioni. Le don- ne vestite con il chitenge (9) del colore del partito su cui è stam- pata la faccia del candidato che le ha reclutate per danzare e canta- re durante la sua campagna elet- torale, non sanno neanche chi sia e non hanno idea dello schiera- mento cui questo appartiene. I programmi trasmessi dalle ra- dio comunitarie, costruiti con l'apporto dei club di ascolto, rappresentano dunque l'unica possibilità, per gli abitanti delle aree remote, tradizionalmente esclusi dalla vita politica del Pae- se, di conoscere e discutere le de- cisioni che li riguardano. Se le radio comunitarie riusci- ranno a mantenere una loro auto- nomia e a conquistare un'audien- ce sempre crescente, potranno rappresentare in futuro uno spa- zio reale di dibattito e formazio- ne di una coscienza civile critica, ancora pressoché inesistente, non limitandosi quindi solo a denun- ciare povertà e malattie, ma di- scutendo le loro cause, che vanno al di là dei comportamenti indivi- duali. Non basta infatti condannare pratiche «tradizionali», che sareb- bero responsabili della diffusione del virus, senza dire che quelle stesse pratiche (come per esempio il «property grabbing», per cui la donna vedova o divorziata è pri- vata di ogni bene dai parenti del N OTE : (1) « Eh Sanghabazi, my friend has got Hiv-Aids, but he will my friend for ever ». Il testo, scritto da «Prince» Isaac, alterna l'inglese al chichewa, l'altra lingua ufficiale del Malawi. (2) Wailesi è la corruzione locale della parola «wireless». (3) Il rap costituisce attualmente il linguaggio musicale di maggior suc- cesso e presa tra i giovani del Malawi. (4) Il termine fa riferimento alla pro- duzione cinematografica nigeriana, destinata soprattutto all'homevideo, che costituisce attualmente la terza industria cinematografica mondiale dopo Hollywood (Los Angeles, Usa) e Bollywood (Bombay, India). Diretta prosecuzione di una forte tradizione teatrale e performativa, strumento importante di comunicazione popo- lare in Africa, anglofona in partico- lare, i film nollywoodiani riflettono su tematiche legate ai grandi di- lemmi morali e alle problematiche ti- piche dell'Africa contemporanea. Alcuni promuovono la fede cristiana o quella islamica, mentre altri sono completamente evangelici. Spesso, tuttavia, riflettono su questioni le- gate proprio alla convivenza e all'in- terazione tra persone di fedi diverse, altri trattano di argomenti forti come l'Aids, la corruzione, l'adulterio e l'emanicipazione femminile. Sul cinema africano si legga: Marco Bello, Mc maggio 2009. (5) Club di ascolto. (6) Sigla di « People Living with Aids », persone portatrici di Aids, sieroposi- tivi. (7) La radio in Malawi raggiunge circa il 90% dei 13 milioni di abitanti. (8) Fatto questo molto limitante ed escludente, considerando che in Malawi ci sono 14 etnie che parlano più di 25 lingue inintellegibili tra loro. (9) È la veste tradizionale utilizzata dalle donne per coprire il corpo dalla vita alle ginocchia. Il giallo, per esem- pio, contraddistingue i sostenitori dell'UDF ( United Democratic Front ), mentre l'azzurro caratterizza quelli del DPP ( Democratic Progressive Party ), partito dell'attuale presidente Bingu Mutharika.

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