Missioni Consolata - Settembre 2009

22 MC SETTEMBRE 2009 lore simbolico: egli è lo sposo che viene per «acquistare» (etimologia di Cana) con la sua vita la sposa Israele: l’«ora» che ancora non è giunta (Gv 2,4) è l’ora della sua morte, cioè del dono del suo amore. Nonostante questa coscienza, egli non precipita le cose, ma segue gli even- ti leggendoli nell’ottica di Dio e secondo la sua volontà di liberazione. c) Il vino dell’alleanza e la cantina del Sinai Il quinto personaggio è il «vino», che è il segno messia- nico per eccellenza. Il midràsh ebraico ( Cantico Rabbà 2,4) equipara la Toràh , cioè la parola di Dio, al vino e il monte Sinai è descritto come la cantina dove Dio, prima ancora della creazione del mondo, ha conservato il vino- Toràh per la festa delle nozze messianiche: «Il Sinai è la cantina dove fin dalla creazione del mondo è stato tenu- to in serbo per Israele il vino delizioso della Toràh: Disse l’Assemblea d’Israele: Il Santo - benedetto egli sia - mi ha condotto alla grande cantina del vino, cioè al Sinai» (Ct R 2,12; cf Nm R 2,3; Pr 9,5). In Gv 2,10 vi è un accenno a questa cantina, quando il maestro di tavola rimprovera lo sposo di avere conser- vato il vino eccellente fino ad ora («tu hai conservato il vino buono [=bello] fino ad ora - s ý tetêrekas tòn kalòn òinon hè ō s àrti »). d) Le giare di pietra e i cieli del futuro Il sesto personaggio importante, chiave di volta di tut- to il racconto, sono le «giare di pietra», simbolo della du- rezza e freddezza del cuore d’Israele che ha travisato l’al- leanza, allontanandosi da Dio, come afferma il profeta: «Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez 36,26). Anche l’apostolo Paolo è sulla stessa linea: il vangelo della nuova alleanza che genera nuovi figli è «scritta non con inchiostro, ma con lo spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani [=di carne] (2Cor 3,3). Il settimo personaggio sono i servi, che l’autore chia- ma «diaconi», simbolo di un servizio liturgico nel nuovo tempio dell’umanità di Gesù. L’ottavo personaggio sono lo sposo e il responsabile della festa, «l’arcitriclìno», che hanno confuso il vecchio col nuovo, andando a nozze e preparando la festa senza accorgersi dei «cieli nuovi e delle terre nuove» (Is 65,17; 66,22; 2Cor 5,17). (continua - 7) dello Spirito Santo su Maria e il discepolo, novelli Eva e Adam, in rappresentanza della nuova umanità: «E, china- to il capo, consegnò lo Spirito» (Gv 19,30). Le nozze di Cana non possono essere lette come rac- conto autonomo, perché non hanno senso, ma devono essere proiettate nel contesto dell’«ora» di Gesù: «Donna... non è ancora giunta la mia ora» (Gv 2,4); tale contesto ci obbliga a percorrere tutto il cammino di Gesù fino alla fi- ne: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo» (Gv 17,1). Le nozze di Cana sono il «segno» che anticipano «l’ora di Dio»: lamorte e la risurrezione. Sono solo un segnale stra- dale che indicano la direzione di marcia verso «l’ora del- la gloria», quando tutto si compirà: l’alleanza nella morte e nella risurrezione di Gesù. O TTO INVITATI ECCELLENTI ALLE NOZZE Dopo tutto quello che abbiamo detto sin qui, acquista- no un’importanza capitale i personaggi che popolano il racconto, inserito da Gv all’inizio del suo vangelo, non per parlarci di un banale matrimonio, ma della prospet- tiva della salvezza della storia. Lo sposalizio è solo un ac- cidente, un espediente, una banale occasione per por- tarci ad altezze più vertiginose e più ardite. All’interno di questa logica e di questo contesto, vediamo allora chi so- no i personaggi che Giovanni evoca per noi e quale è la loro importanza. a) La sposa e la madre/donna Il primo personaggio vistosamente assente è la sposa che in un matrimonio è il fulcro della festa: tutto ruota intorno a lei, dalle trattative alla festa nuziale. Sappiamo che c’è uno sposalizio, ma lo vediamo solo come cornice esteriore, eppure tutta la tradizione biblica descrive l’al- leanza come uno sposalizio tra Dio e il suo popolo Israe- le descritto come una sposa (Is 1,21; 62,5; 62,5; Ger 2,32; 3.1; Ez 16; 23; Os 1-3, ecc.). L’assenza della sposa è sostituita, e siamo al secondo personaggio, dalla madre/donna che il testo cita come prima invitata in assoluto fin dal primo versetto: «Vi fu u- na festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Ge- sù» (Gv 2,1). La presenza della madre è importante sia perché sostituendo la sposa assente annuncia che Israe- le è orfano e abbandonato, sia perché somiglia più a una vedova che simboleggia in senso profetico Rachele che piange i suoi figli dispersi in Egitto (cf Ger 31,15; Mt 2,18), dove sono senza vino, cioè senza alleanza, senza Dio. b) Gesù e gli apostoli in cerca dell’«ora» Il terzo personaggio è Gesù, che appare distratto e di- sinteressato, perché lui non fa miracoli da giocoliere (cf Lc 23,8-9), ma annuncia la volontà del Padre che vuole tutti gli uomini salvi (1Tm 2,4). Il quarto personaggio sono gli apostoli, presenti pare solo come ospiti di Gesù, che non intervengono affatto: la loro presenza però è importante come simbolismo di tutti i credenti chiamati a scoprire non il Gesù del mira- colistico, ma il Gesù della fede, «cominciando a credere» per scoprirlo lentamente. Anche noi, cominceremo a credere e ad intraprendere il nuovo cammino verso il monte Sion del regno finale. Gesù sa che la sua presenza alla festa nuziale ha un va- NOTE 1 - LXX: 27x (cf. Gen 22,4; 34,25; 40,20; 42,18; Es 19,16, Lv 7,18; 19,7; Nm 7,24; 19,12.24; 29,20; 31,19; Gdc 20,30; 1Re 30,1; 2Re 1,2; 3Re 3,18; 12,12.24; 3Re 20,5.8; 2 Cr 10,12; Est 5,1; 1Mac 11,18; Os 6,2 parla espressamente di risurrezione e salvezza) e 2x si trova l’altra forma attributiva, più elegante, con un solo articolo: «tē i tritē i hēmera i » (Gen 31,22; 40,20). 2 - Sulla descrizione fantasiosa, ma suggestiva, di Giona nel ventre del pesce, cf. Meir Gentili - Rav Shlomo Bekhor, Il libro di Giona , Milano 1996, 43 (commento a Gn 2,1 nota 1). 3 - In Es 19,8, il popolo si impegna prima a fare e solo dopo ad ascoltare tutto quanto Yhwh ordinerà (pànta hòsa èipen hò theòs poiêsomen kài akousòmetha) esattamente come in Gv 2,5 dove la madre ordina ai servi di «fare quello che vi dirà (hò àn lèghēi hymîn poiêsate) e i servi eseguono prontamente. Un altro sottofondo biblico può essere illuminante a riguardo perché si inserisce sempre nel tempo della schiavitù come sot- tofondo e riferimento: Gen 41,55 quando il faraone invia da Giuseppe il popolo affamato, dicendo loro: «Tutto quanto egli vi dirà fate(lo)». Gesù è il nuovo Giuseppe che pone fine alla carestia ricomponendo la famiglia dispersa di Israele.

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