Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 85 tinente dove tantissima gente non ha alcun maestro che la strada, né al- tro medico che la morte» (13). Ancora con le parole dello scrittore uruguagio: «Nessuno ha confuso Cuba con il paradiso. Perché, allora, oggi si vuole confondere con l’inferno? Io sono uno di quelli che crede che si può amarla, senza men- tire, né restare in silenzio». Infatti, nell’aprile 2003, a seguito della condanna e della fucilazione di tre uomini che avevano dirottato un ferry-boat per scappare a Miami, Galeano critica con forza il governo di L’Avana: «Le prigioni e le fucilazioni a Cuba sono delle gran belle notizie per il superpotere universale, che ha una voglia matta di togliersi una volta per tutte questa spina ostinata. Sono invece gran brutte notizie, noti- zie tristi che fanno molto male, per noi che crediamo che il coraggio di quel paese, piccolo ma così capace di grandezza, sia ammirevole,ma che crediamo anche che la libertà e la giustizia vadano di pari passo o non vadano da nessuna parte». Innamorato, sì.Ma non incondizio- natamente. ■ MISSIONI CONSOLATA (1) Su Il Giornale , 7 agosto 2008. (2) Introduzione a Philip Alston e Anto- nio Cassese, Ripensare i diritti umani nel XXI secolo , Ega, Torino 2003. (3) Si veda: www.wfp.org . (4) Citato in Combattere la fame difen- dere la libertà , a cura di Amnesty International, Edizioni Cultura della Pace 1994. (5) Gli ultimi dati elaborati si riferiscono al 2003. (6) Wwf, Rapporto 2006 sul pianeta vi- vente , pag. 19. (7) I dati sono riportati dal sito della Cuban American National Foundation (Canf) / Fundacion Nacional Cubano Ame- ricana (Fnca), la principale associazione anti-cubana. Amnesty International riferi- sce dati inferiori, parlando di 62 prigio- nieri di coscienza. (8) Iniziato nel 1960, il bloqueo è stato intensificato con le leggi Torriccelli (1992) ed Helms-Burton (1996). (9) Sul terrorismo Usa contro l’isola e sulla vicenda dei 5 cubani, si veda: Aa.Vv., Il terrorismo degli Stati Uniti con- tro Cuba , Sperling & Kupfer Editori, Mi- lano 2006. (10) Pagina 179, Il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba, opera citata. (11) Clausola VII dell’Emendamento Platt imposto dal Congresso Usa dopo la vitto- ria sugli spagnoli (1898). (12) Fu il cosiddetto «periodo speciale», dal 1990 al 1995. (13) Passo riprodotto dalla rivista Latino- america n. 100 del 2007. questi parametri, il risultato ottenuto è un altro punto di merito per lo stato cubano, dove però... La democrazia secondo i cubani di Miami A Cuba vige il sistema del partito unico, norma che inficia anche il di- ritto di voto, che non è più né libero né democratico. I media, sia stampa che emittenti radiotelevisive, sono sotto controllo statale. A luglio 2008, nelle carceri cubane risultavano rin- chiusi 219 prigionieri politici (7), che L’Avana considera però semplici mercenari al soldo di Washington. Scelte sbagliate, che però non pos- sono in alcun modo giustificare le misure politiche messe in atto contro l’isola dagli Stati Uniti (peraltro, fin dall’Ottocento palesemente interes- sati ad una «acquisizione» dell’isola). Dal 1960 Cuba è soggetta ad un incredibile embargo economico, commerciale e finanziario ( el blo- queo , come viene chiamato sull’i- sola) da parte di Washington (8). Un blocco condannato anche dalle Nazioni Unite. Nell’ottobre 2007 l’Assemblea generale ha approvato per la 16esima volta una mozione (184 voti favorevoli, 3 assenti, 4 con- trari - Isole Marshall, Palau, Israele, Usa - e l’astensione della Micronesia) per chiedere agli Stati Uniti la cessa- zione dell’embargo. Tuttavia, non essendo l’embargo sufficiente per rovesciare il regime cubano,Washington non esita ad usare anche l’arma del terrorismo. I terroristi più noti hanno un nome, un cognome ed un volto: Orlando Bosch e Luis Posada Carriles sono i due più conosciuti. A loro carico nu- merosi atti di terrorismo e un atten- tato - il 6 ottobre 1976 - al volo 455 della Cubana de Aviación , attentato che fece 73 vittime. Ma la storia più incredibile è quella che vede coinvolti 5 uomini dell’ in- telligence cubana, dal 1998 rinchiusi nelle prigioni degli Stati Uniti. Gli agenti erano negli Usa per indivi- duare e denunciare le centrali terro- ristiche (9) che, dalla Florida, organiz- zano attentati nell’isola. Accusati di «cospirazione» (per commettere spionaggio e omicidio), nel 2001 i 5 cubani sono stati processati da un tribunale di Miami, cioè nella città più violentemente anticastrista degli Stati Uniti, e condannati senza prove a pene elevatissime e sproporzio- nate. Il 4 giugno 2008 una Corte d’appello di Atlanta ha ratificato le sentenze dei 5, anche se 3 di loro do- vranno subire un nuovo processo, sempre a Miami. La vicenda dei 5 agenti cubani con- ferma che, per gli Usa e in particolare per l’amministrazione Bush, esiste un terrorismo «cattivo» ed un terrorismo «buono». Pertanto, se i terroristi isla- mici sono «nemici della libertà», i ter- roristi anticastristi sono, al contrario, «difensori della libertà» (10). Se le parole hanno un peso (ancor- ché relativo), per capire lo spessore democratico dei cubani di Miami, al- lora sarebbe interessante che i molti, sdegnati detrattori di Cuba com- mentassero queste: « Cuba’s solution: one bullet, one shot, one kill », la solu- zione per Cuba: una pallottola, uno sparo, una vittima (dove il morto do- vrebbe essere Fidel Castro). La frase è riportata sui cartelli dei cubani di Miami, lobby famosa per la sua «forza di persuasione» sui presi- denti statunitensi e sulla famiglia Bush in particolare. Proprio in queste settimane vedremo chi tra i due can- didati alla Casa Bianca - Barack Obama e John McCain - sarà riuscito a guadagnarsi i pesantissimi voti della influente comunità cubana della Florida. In ogni caso, entrambi debbono aver promesso che, se eletti, faranno tutto il possibile (e probabilmente l’impossibile) per ab- battere il regime dei fratelli Castro. A proposito di diritti e libertà, Cuba è la stessa isola, che - vale la pena di ricordarlo ai disattenti - ospita (dal 1903, suo malgrado) (11) la base Usa di Guantanamo, famosa per essere un carcere dove sono rin- chiusi terroristi (o presunti tali) e dove la dignità umana viene dopo la tortura. «Libertà e giustizia vadano dalla stessa parte» A Cuba - ha scritto Eduardo Galeano nel 1992, anno particolar- mente duro (12) - «si divide la po- vertà: non c’è latte, è la verità, però il latte non manca ai bambini, né ai vecchi. Il cibo è poco, però in piena crisi le scuole e gli ospedali sono ri- masti aperti per tutti e questo non ri- sulta facile da immaginare in un con-

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