Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

84 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 CUBA multinazionali e certe istituzioni fi- nanziarie internazionali, perché que- sti stati, imprese, istituzioni non sa- rebbero da ritenere corresponsabili di violazioni massicce di siffatto di- ritto?». Diritti basilari, dunque. Secondo il World Food Programme (Programma alimentare mondiale, Pam), appena il 2% dei bambini cubani ha deficit alimentari e, per di più, tali deficit sono attribuibili a cattive abitudini familiari e non a carenze strutturali (3). Questo dato fa di Cuba un’ecce- zione assoluta in un continente che invece annovera troppi paesi con alti o altissimi «tassi di denutrizione infantile» (Haiti, Guatemala, Bolivia e via elencando). Rimanendo sulla situazione del- l’infanzia, va ricordato il «tasso di mortalità infantile», considerato un fondamentale indicatore del grado di sviluppo di un paese. Cuba ha un tasso (bassissimo) del 5 per mille ov- vero di 5 decessi ogni 1.000 bambini nati vivi. Come l’Italia e meno degli Stati Uniti (7 per mille). Infine, un ul- teriore parametro di grande rile- vanza è l’«aspettativa di vita alla na- scita». Ebbene, a Cuba essa è di quasi 78 anni contro, ad esempio, i 53 della vicina Haiti o i 77,6 degli Stati Uniti. «Cosa significano - si chiedeva Willy Brandt (4) - libertà, giustizia e dignità umana per colui che va a dormire senza aver mangiato e non sa se domani mangerà?». Se « basic needs are basic rights », i bisogni pri- mari sono diritti fondamentali, allora - lo abbiamo visto - Cuba ha meriti innegabili. Non basta. Secondo il Living Planet Report 2006 del Wwf, il solo paese al mondo a soddisfare i criteri dello svi- luppo sostenibile era Cuba (5). «Lo sviluppo sostenibile è un im- pegno a“migliorare la qualità della vita umana pur vivendo entro i limiti che gli ecosistemi hanno di soste- nerci”» (6). Esso è valutato, per ora, attraverso due parametri: l’Indice dello sviluppo umano delle Nazioni Unite (calcolato sull’aspettativa di vita, sul livello di educazione e sul Pil pro-capite) e l’impronta ecologica (ovvero l’indice che misura l’impatto sulla biosfera dello stile di vita di una nazione). Nonostante le controversie e le obiezioni che possono suscitare N on sono mai entrate nei titoli principali dei media. Le «extraordinary rendi- tions», le consegne straordinarie, non sono infatti facili da giustificare, no- nostante rientrino nella «guerra al terrore», calderone dentro cui oggi è possi- bile inserire di tutto. Wikipedia ne dà una definizione attendibile: «con extraor- dinary rendition si intende un’azione - sostanzialmente illegale o per lo meno “extralegale” - di cattura/deportazione/detenzione, clandestinamente ese- guita nei confronti di un “elemento ostile”, sospettato di essere un terrorista». Non difforme è la definizione di Amnesty International : «trasferimenti illegali di persone da un paese all’altro, generalmente culminanti in arresti arbitrari, spa- rizioni, detenzione senza processo e tortura» (1). La pratica delle consegne straordinarie è stata ripetutamente messa in atto dai servizi segreti statunitensi. Secondo un’indagine del Parlamento europeo (2), gli aerei legati alla Cia tra il 2001 e il 2005 hanno fatto scalo almeno 1.245 volte nei paesi europei, 46 volte in Italia. La relazione sull’indagine è durissima, nei toni e nei contenuti: «Il programma di consegne straordinarie è una prassi ex- tragiudiziale che contrasta con le norme internazionali vigenti in materia di di- ritti umani, e secondo la quale un individuo sospetto di coinvolgimento in atti- vità terroristiche viene illegalmente rapito, arrestato e/o posto sotto la custo- dia di funzionari statunitensi e/o trasportato in un altro paese per essere sotto- posto a interrogatori, il che, nella maggior parte dei casi, comporta torture e detenzione».Vengono condannate - si legge ancora nella relazione - «le conse- gne straordinarie quale strumento illegale utilizzato dagli Stati Uniti nella lotta al terrorismo; condanna inoltre che in diverse occa- sioni questa prassi sia stata accettata e tenuta nasco- sta dai servizi segreti e dalle autorità governative di taluni paesi europei». L’ Italia è coinvolta in almeno 3 casi di rendi- tions . ll caso più clamoroso è quello di Abu Omar, ex imam di Milano, sequestrato e trasfe- rito in Egitto da agenti della Cia, con la compli- cità dei servizi italiani (3). Per il fatto, la pro- cura di Milano ha incriminato 26 cittadini Usa e ne ha chiesto l’estradizione. Senza successo (ovviamente). Sul caso Abu Omar è intervenuta anche l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (4), criticando il governo italiano per aver ostacolato la ricerca della verità attraverso il ricorso al segreto di stato e stigmatizzando la scelta dell’Italia di preservare «ad ogni costo» le relazioni con Washington. Amnesty International italiana contesta anche il cosiddetto Decreto Pisanu (legge 155 del 2005) in materia di lotta al terrorismo. Le norme prevedono l’espulsione di migranti - regolari e irregolari - la cui presenza possa in qual- siasi modo agevolare organizzazioni o attività terroristiche. Secondo Amnesty, la legge 155 non prevede una tutela efficace per gli espulsi «in paesi in cui ri- schiano la tortura ed altre violazioni gravi». L a consuetudine diffusa attribuisce al Principe di Nicolò Machiavelli, la mas- sima politica che «il fine giustifica i mezzi». L’incredibile ed illegale pratica delle renditions , il decreto Pisanu e altre decisioni hanno adottato questo as- sunto come giustificazione, trovando ampi consensi a livello popolare, anche se tutto contrasta con i diritti umani universalmente riconosciuti. D’altra parte, in un periodo storico dominato dalla «paura dell’altro», il diritto in senso no- bile non può godere di buona salute. Paolo Moiola (1) Sulla questione si veda il Rapporto 2008 di Amnesty International, parzialmente scarica- bile dal sito dell’organizzazione: www.amnesty.it . (2) TDIP: Temporary Committee on the alleged use of European countries by the CIA for the transport and illegal detention of prisoners. La relazione finale, presentata il 7 febbraio 2007 dall’onorevole Claudio Fava, è stata approvata a grande maggioranza dal Parlamento europeo. È scaricabile dal sito: www.europarl.europa.eu. (3) Nella vicenda è stato coinvolto, come informatore del Sismi, anche Renato Farina, gior- nalista del quotidiano Libero, vicino a Comunione e Liberazione, nell’aprile 2008 eletto de- putato nelle fila del Popolo della libertà. (4) Al riguardo, si legga il rapporto Dick Marty dell’Assemblea del Consiglio d’Europa. «CONSEGNE STRAORDINARIE» I rapimenti della Cia, uno scandalo planetario. Insabbiato (nonostante il Parlamento europeo). Diritti umani e «guerra al terrore»

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