Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

ERITREA Uno di essi, FessehayeYohannes, detto «Joshua», co-fondatore del settimanale «Setit», poeta, dramma- turgo, direttore di una compagnia teatrale, sarebbe morto per le duris- sime condizioni di detenzione alle quali era sottoposto. Nel 2007 la polizia ha arrestato al- meno otto giornalisti della televisio- ne che hanno criticato il regime.Al- cuni di essi sono stati costretti ad ar- ruolarsi nell’esercito. L’associazione Reporter senza Frontiere, nel rap- porto 2008, ha classificato l’Eritrea all’ultimo posto nella classifica della libertà di stampa (vedi articolo a pag. 57, ndr ). La stretta sull’informa- zione (ma anche la negazione di altri diritti fondamentali) è giustificata sempre e soltanto con ragioni di si- curezza nazionale. Le minacce ester- ne impongono, secondo il regime, uno stato di emergenza che implica una rinuncia totale alla democrazia. Non solo,ma imporrebbe di fatto una militarizzazione del paese. Militari in eterno Tutti gli uomini dai 18 ai 50 anni e tutte le donne dai 18 ai 27 anni de- vono prestare servizio per almeno 18 mesi nelle forze armate. Questo sulla carta. In realtà le con- tinue guerre con i paesi vicini hanno fatto sì che l’Eritrea tenesse mobili- tati migliaia di cittadini, in un servi- ziomilitare praticamente senza fine. I militari non svolgono solo fun- zioni di difesa,ma vengono anche impiegati in lavori forzati per co- struire strade, ponti e altre infrastrut- ture. I ragazzi di 17 anni non si diplo- mano perché dopo il quarto anno di liceo sono costretti a lasciare gli stu- di e ad arruolarsi. Molti vengono diretti al campo di Sawa dove le reclute sonomaltratta- te. Le ragazze spesso sono violenta- te dagli stessi ufficiali. La formazione universitaria quindi non esiste più. Migliaia di ragazzi per evitare la le- va scappano dall’Eritrea e cercano ri- fugio nei paesi vicini. Secondo le or- ganizzazioni dei diritti umani ogni giorno 120 eritrei entrano in Sudan e chiedono asilo politico, aggiun- gendosi ai 130 mila connazionali che già vivono nel paese.Molti fug- gono anche in Etiopia sfidando le guardie di frontiera che hanno l’or- dine di sparare a vista sui fuggitivi. Ma chi fugge dalla disperazione non si ferma davanti a una pallottola. ■ 52 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 Sopra: Afeworki (destra) stringe le mani a Donald Rumsfeld, all’epoca segretario alla difesa Usa. Sotto: chiesa Nostra Signora Mariam.

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