Missioni Consolata - Giugno 2008

66 MC GIUGNO 2008 ri (www.fondazionedecarneri.it) , nata nel 1994 in memoria del parassitologo (scomparso l’anno prima), nella rela- zione sulle attività di cooperazione e formazione sanitaria e sostegno alla ri- cerca scientifica. La missione della Fondazione («pro- mozione dei piani di lotta alle malattie parassitarie nei paesi in via di sviluppo e incremento degli studi di parassito- logia») ha portato a costruire un Labo- ratorio di sanità pubblica a Pemba, a sostenerne strategie, attività e ad av- viare interventi a fianco della popola- zione locale, dal sostegno a un dispen- sario materno infantile al progetto di controllo delle malattie trasmesse dal- l’acqua, con la formazione di laborato- S ono passati 30 anni, ma la frase riportata nella Dichiarazione di Alma Ata , alla Conferenza inter- nazionale sulle cure primarie del set- tembre 1978, non ha trovato la sua realizzazione. Era riportata la possibi- lità di un «livello di salute accettabile» per tutti, entro il 2000. Il termine è passato, la Dichiarazione dopo 30 anni è ancora attuale. Salute di base, sistemi sanitari, interventi di cooperazione e loro sostenibilità, ma- lattie dimenticate e popolazioni dimen- ticate sono temi che hanno animato una giornata di relazioni a Pavia, presso l’Almo collegio Borromeo. Il Convegno, «La Fondazione Ivo de Carneri a Pemba: un’esperienza sanitaria locale per un confronto globale», organizzato dal Collegio stesso e dalla Fondazione Ivo de Carneri di Milano, con il patrocinio della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, si è svolto il 16 aprile scorso: a partire dal lavoro della Fon- dazione sull’isola di Pemba (arcipelago di Zanzibar, Tanzania), ha proposto un percorso di riflessioni sulla situazione sanitaria dei più poveri del mondo. SULL’ISOLA DI PEMBA «È tutt’ora prevedibile che molte pa- rassitosi continueranno ancora per molti anni ad affliggere gli strati più po- veri delle nostre popolazioni e intere nazioni in zona tropicale». Sono parole di Ivo de Carneri, professore di parassi- tologia all’Università degli studi di Pavia e consulente dell’Organizzazione mon- diale della sanità (Oms), dalla prefazio- ne della prima edizione del suo testo sulle malattie parassitarie, anno 1961. Le ha ricordate Alessandra Carozzi, presidente della Fondazione de Carne- Come sta Fatou? La povertà, prima causa delle malattie. COSTRUIRE INSIEME UN FUTURO Convegno della «Fondazione Ivo de Carneri» a Pemba A Pavia, a partire dall’esperienza sanitaria della Fondazione de Carneri in Africa, si è parlato di cooperazione, malattie dimenticate ed etica. di Valeria Confalonieri medico e giornalista Fondazione Ivo de Carneri rio e la riabilitazione della rete idrica, all’invio di chirurghi per il sostegno e la formazione di personale locale. Il laboratorio si propone come espe- rienza di cooperazione nuova e per cer- ti versi difficile. A otto anni dall’avvio delle attività, Marco Albonico, direttore scientifico della Fondazione e consu- lente dell’Oms, ha stimolato la riflessio- ne sui punti di forza e i nodi da risolve- re in un progetto di sostegno alla sanità pubblica e di un centro di esami di qua- lità. Il laboratorio sostiene le attività di salute pubblica del ministero della Sa- nità di Zanzibar: svolge attività di mo- nitoraggio e valutazione dei programmi di controllo, esegue controlli di qualità per le diagnosi dei laboratori periferici, promuove la ricerca secondo le priorità locali, raccoglie e analizza i dati epide- miologici sociosanitari, è attivo nella sorveglianza delle epidemie e svolge attività di aggiornamento e formazione. Vi sono diversi aspetti positivi dell’e- sperienza. Vi è impiegato personale lo- cale con un salario dignitoso e possibi- lità di formazione. Il profilo scientifico è alto e, ha raccontato Albonico, «i pro- getti hanno dato buoni risultati: studi scientifici, raccomandazioni per politi- che sanitarie, pubblicazioni scientifi- che»; nel corso degli anni è «sempre più un servizio trasversale che affronta molteplici problemi sanitari, col poten- ziale di migliorare il coordinamento e la supervisione dei centri di salute perife- rici e degli ospedali». Al tempo stesso, tuttavia, non è sta- ta ancora raggiunta un’autonomia da parte del personale stesso, un senso di appartenenza che porti a costruire in modo autonomo possibilità di lavoro e IN VIAGGIO TRA MALATTIE E SOTTOSVILUPPO

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