Missioni Consolata - Giugno 2006

I MISSIONI CONSOLATA T appe obbligate del nostro pellegrinaggio sono Nagasaki e Hiroshima, le due città distrutte dalla bomba atomica nell'agosto 1945. Entrambe le città sono state ricostruite, conseivando, però, la memoria dell'incredibile tragedia: nel cuore di ognuna delle due città sono stati fatti bellissimi parchi, con vari monumenti alla vita e alla pace. In quello di Nagasaki ce n'è uno intitolato «Inno alla vita», offerto dalla città di Pistoia 1987. Nei musei passano ogni giorno migliaia di persone e sostano in silenziosa meditazione davanti all'orrore stampato sulle fotografie di volti, scene, situazioni, e sugli oggetti sfigurati dal calore della nube atomica. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare qualche superstite: sul loro volto non si legge alcun sentimento di rancore, ma solo la speranza che mai più si ripetano orrori del genere. I dentici sentimenti li ritroviamo nel santuario dei martiri cristiani a Nagasaki, dove riviviamo una pagina triste e, al tempo stesso, tra le più gloriose della storia del Giappone e della chiesa. ■■ ■■ ■■■ Tempio shintoista nell'antico castello di Yamaguchi. dell'antica capitale imperiale. L'incantevole piccolo tempio, ricoperto di lamine d'oro, appollaiato su un laghetto, è allo stesso tempo unico tempio zen e sacro reliquiario di Budda. Come preti ci viene naturale domandare ai nostri accompagnatori: «In che cosa credono i giapponesi? Qual è la loro religione?».Risposte e spiegazioni sono sorprendenti. Questo popolo ha nel sangue lo shintoismo, una religione atavica, secondo la quale tutto è abitato da Dio. La gente ha un profondo senso religioso della natura, un'innata capacit à di cogliere la bellezza straordinaria del creato. I messaggi televiEra il 5 febbraio 1597: Paolo Miki e altri 25 cristiani, dopo essere stati invitati a rinnegare la propria religione, furono messi a morte per crocifissione. Alcuni morirono pregando in silenzio, altri cantando i salmi e tutti perdonando ad alta voce il loro persecutore e i carnefici che eseguivano gli ordini di morte. A quella persecuzione seguirono oltre due secoli d'isolamento, finché i missionari poterono ritornare nel paese. Il venerdì santo del 1865, a Nagasaki, si presentò in chiesa un gruppetto di giapponesi che rivelarono agli stupiti missionari la presenza in zona di circa 1O mila cristiani, sparsi nei villaggi dell'isola di Goto e nella valle di Urakami. Li chiamavano kskure kirishitan, cioè «cristiani nascosti». Un vero miracolo: per generazioni avevano resistito a persecuzioni e umiliazioni, trasmettendo la fede cristiana di padre in figlio, senza l'aiuto e la guida di nessuna struttura ecclesiastica. Nagasaki: memoriale dei martiri giapponesi. Hiroshima: parco della pace. i --------------------------------------------------------------------------------------------- MC GIUGNO 2006 ■ 19

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